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Gottfredson-Scarpa-Casty

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Eurasia
Pifferosauro Uranifago
PolliceSu

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PolliceSu
    Gottfredson-Scarpa-Casty
    Sabato 23 Nov 2024, 17:30:48
    questo argomento compare spesso in varie discussioni, a volte come OT, quindi ho pensato: perché non aprire un Topic specifico a riguardo?
    non per fare paragoni, ovviamente, è solo per.. riflettere sulla questione
    « Ultima modifica: Sabato 23 Nov 2024, 17:41:29 da Eurasia »

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    Claudia8
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      Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
      Risposta #1: Sabato 23 Nov 2024, 19:04:56
      Tralascio per un momento le analisi stilistiche di soggetti e sceneggiature dei tre Maestri, perché dovrei prima fare un'opera di rilettura delle maggiori storie di tutti e tre (ho paura che andando a memoria prenderei cantonate).
      Per ora mi limito a dire che ho sempre notato molte somiglianze tra i disegni di Scarpa e Casty, specialmente nelle espressioni di Topolino e Pippo, ma non solo: Nataniele Ragnatele ne "L'impero sottozero" era praticamente identico a quello disegnato da Scarpa ne "Le sorgenti mongole".

      Un'altra cosa interessante da notare è che di loro tre, solo Scarpa ha lavorato abbondantemente anche con i paperi.

      Parlando poi di atmosfere, nelle ultime storie di Gottfredson il più avventuroso Topolino delle origini lascia spazio a un personaggio più borghese, inserito in un contesto urbano le cui atmosfere sono riscontrabili anche in alcune Scarpa e Casty, specialmente quelle più brevi.

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      Geronimo
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        Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
        Risposta #2: Sabato 23 Nov 2024, 21:31:56
        Per me costituiscono un tutt'uno a livello di continuity ed è la continuity del Topolino che considero "vero". Tutto il resto, non dico che non esista o che non lo apprezzi, ma "non è lo stesso".
        Luca Giacalone

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        Claudia8
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          Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
          Risposta #3: Sabato 23 Nov 2024, 21:56:22
          Per me costituiscono un tutt'uno a livello di continuity ed è la continuity del Topolino che considero "vero". Tutto il resto, non dico che non esista o che non lo apprezzi, ma "non è lo stesso".
          Sono d'accordo e aggiungo anche che parte di questo effetto di "vero" Topolino sta nella capacità di non fare sembrare Topolino quel "perfettino" in cui a volte cadono altri autori; questa è una capacità che accomuna i tre Maestri (nel caso di Gottfredson, anche Walsh, De Maris e gli altri che collaboravano alle sceneggiature).

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          Cornelius
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            Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
            Risposta #4: Domenica 24 Nov 2024, 02:56:05
            La triade non è certo casuale e questi grandi autori si sono passati il testimone (consapevolmente e non) l'uno con l'altro: fra il 1955 e il '56 Floyd Gottfredson ha scritto e disegnato la sua ultima storia lunga a strisce (il Piccolo Davy Crockett) e Romano Scarpa ha scritto e disegnato come autore completo la sua prima storia con Topolino (il Mistero di Tapioco VI).
            Fra il 2003 e il 2005 Scarpa ha disegnato le sue ultime storie con la Egmont con un Mickey Mouse tornato a indossare solo i suoi vecchi pantaloncini rossi (al di là di alcune storie uscite successivamente la scomparsa dell'autore) mentre Casty scriveva per poi anche disegnare le sue prime storie per il Topolino targato Disney Italia.

            Dunque quel fil rouge che unisce i tre Maestri copre tutti i 95 anni del fumetto Disney (1930-1955 per Gottfredson, 1956-2005 per Scarpa, 2003-2025... per Casty) per cui possiamo dire che 'quel' Topolino che tutti amiamo c'è sempre stato, dall'inizio ad oggi. Certo, negli anni 'danesi' Scarpa ha più che altro disegnato soggetti di altri autori per cui 'quel' Topolino forse lo era solo nel look che si rifaceva agli anni '30. L'ultima sua storia come autore completo (Topolino e i regali mutanti) uscì 'postuma' nel 2007 e non so quanto possa essere stata influenzata da un editore che non ha certo fatto per la memoria di Gottfredson quello che invece ha fatto per quella di Barks.

            I Tre Grandi sono sicuramente uniti da un immenso amore per il personaggio simbolo della Disney e figlio non solo di 'papà Walt' ma anche di questi 'padri adottivi' che lo hanno fatto crescere benissimo e fatto arrivare in ottima salute fino ai giorni nostri. Uniti non solo nel modo di disegnarlo ma soprattutto di raccontarlo. Se il topo cinematografico ad un certo punto si è fermato, quello fumettistico si è sviluppato maggiormente, cresciendo e maturando in forme sicuramente più interessanti e variegate. E ciò lo si deve a diversi autori sia americani che italiani ma soprattutto a quella 'spina dorsale' rappresentata dai nostri 'Magnifici 3' che non si è mai interrotta.
            « Ultima modifica: Domenica 24 Nov 2024, 10:54:32 da Cornelius »

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            Samu
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              Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
              Risposta #5: Domenica 24 Nov 2024, 09:50:58
              Mi complimento pubblicamente con il post di Cornelius.
              La sua riflessione trasuda competenza, passione, nonché un amore palpabile nei confronti della tradizione del Topolino di Gottfredson, proseguita appassionatamente da Scarpa dalla fine degli anni '50 in poi e la cui eredità è stata poi raccolta con successo ed efficacia da Casty.

              Quanto al tema della discussione, io sono innamorato dell'opera dei tre maestri oggetto del dibattito (e non potrebbe essere altrimenti) ma ciò non toglie che, nella mia valutazione della qualità delle avventure e del tratteggio della personalità di Mickey, mi riconosca nella bellezza dell'operato disneyano più eclettico possibile.

              Da Faraci a Mezzavilla, da Salvatori a Pezzin, passando per Artibani, Panaro, Enna, Bosco e via dicendo, di autori che hanno saputo e sanno scrivere bene Topolino se ne annoverano svariati.

              Ed il bello di un personaggio immortale e sempreverde come Mickey Mouse è la sua capacità di rimanere fedele a sé stesso seppur filtrato dalla sensibilità di sceneggiatori diversi che, con il loro lavoro sfaccettato, hanno contribuito a farlo amare, nel corso degli anni, ad un vasto pubblico di lettori.

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              Cornelius
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                Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                Risposta #6: Domenica 24 Nov 2024, 11:18:13
                Ringrazio Samu per i complimenti ed è sicuramente vero ciò che scrive: fra gli altri autori che ha ricordato aggiungo Guido Martina, fondamentale soprattutto fra i '50 e i '70 nella narrativa topesca. Il suo Topolino un po' 'scorbutico' anche nei confronti del buon Pippo (spesso non reggeva le sue 'elucubrazioni') ha sicuramente dato una caratteristica in più al personaggio, fra l'altro piuttosto realistica e coerente con certi lati del suo carattere e della sua personalità.

                Quel suo modo spiccio di agire soprattutto in situazioni complicate dove certe affermazioni o 'ragionamenti pippidi' lasciano il tempo che trovano (ma a volte sono anche illuminanti, come hanno riconosciuto sia lui che Basettoni) è un ulteriore lato della sua umanità non 'perfettina'. Non ho ricordato gli altri autori (se non genericamente) che si sono occupati di Topolino perché il topic verte sulla triade del titolo e sulla continuity che li unisce. Ma aver 'allargato il campo' per una sottolineatura storica non è stato male.
                « Ultima modifica: Domenica 24 Nov 2024, 11:31:46 da Cornelius »

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                Claudia8
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                  Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                  Risposta #7: Domenica 24 Nov 2024, 12:15:13
                  Personalmente, preferisco l'opera di Guido Martina con i paperi rispetto a quella con i topi. Nelle storie dei paperi Martina ci dà una visione diametralmente diversa rispetto a quella di Scarpa o altri autori, ed è questo che le rende caratteristiche. I rapporti tra i paperi sono rovesciati, certe volte non si direbbe nemmeno che siano parenti; ciononostante, li trovo divertenti e interessanti tanto quelli di Scarpa.
                  La media delle storie martiniane coi topi dagli anni '50 in poi, invece, mi sembra imperniata un po' troppo su alcune situazioni tipiche (con alcune eccezioni, ovviamente; ad esempio la prima eccezione che mi viene in mente è "Topolino e l'incantesimo di Fonte Argento"). Anche i rapporti tra i personaggi non mi sembrano accattivanti come quelli di Scarpa: il Topolino scarpiano è un po' come tutti noi, quello di Martina vira un po' di più sull'immagine da "perfettino"; e soprattutto è Scarpa (e sulla sua scia Casty) che mi fa amare Pippo, che nelle sue storie non è uno sciocco a prescindere, ma si fa portatore di un pensiero laterale a mio avviso più significativo di quello che gli attribuisce Martina. Tutto ciò ovviamente IMHO. Comunque, non disdegno certo leggere, accanto a quelle di Scarpa, anche le storie di Martina con Topolino: sono sempre letture interessanti e alcune sono autentici capolavori.

                  Ad ogni modo, al di là dei gusti personali, è innegabile anche l'apporto di Martina al mondo dei topi.
                  « Ultima modifica: Domenica 24 Nov 2024, 12:24:18 da Claudia8 »

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                  Samu
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                    Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                    Risposta #8: Domenica 24 Nov 2024, 12:59:48
                    Concordo con Claudia e quanto dice rappresenta il motivo per cui non ho citato Martina in questo specifico topic e nella mia riflessione.

                    Spesso mi è capitato di trovare nei suoi gialli (genere che ha saputo maneggiare molto bene, restituendomi letture intriganti) un Topolino eccessivamente sicuro di sé, che calcola ogni mossa e che pure quando sembra essere in difficoltà, in verità, aveva solo finto di cadere in trappola e attraverso un escamotage riesce ad avere la meglio sul bandito di turno.

                    Appoggio anche la considerazione sul Pippo tontolone, con conseguente reazione di biasimo e non di rado di rimprovero di Topolino, che non piace neppure a me.

                    Fatto questo preambolo, sottolineo anch'io che l'opera di Martina in senso largo è meritevole di essere elogiata per la sua vena eclettica nell'ampio utilizzo di Paperi e Topi e come dalla sua penna siano nati capolavori come "L'Inferno di Topolino", "Il Doppio Segreto di Macchia Nera", "I Ribelly di Brillyfrilly", "L'enigma della Sfinge Verde" e così via, solo per restare in ambito topolinesco.

                    Ma se penso al Topolino tratteggiato dalla triade di autori in continuità oggetto di questa disamina e al Topolino troppo sicuro di sé stesso, inscalfibile e talvolta supponente di Martina non posso non metterli a paragone evidenziandone le marcate differenze caratteriali, di certo accentuate di più in alcune opere del Professore rispetto ad altre.

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                      Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                      Risposta #9: Domenica 24 Nov 2024, 22:52:22
                      Non mi piace (né, in ogni caso, sono più in grado di) ridurre il Topo soltanto a questo magico triumvirato.
                      Per me sono Topolino e Topolinia anche l'apprendista stregone, le follie surreali di Martina degli anni 1950, il "fiuuu Pluto qui bello ahah" dei corti, il Canto di Natale, il ciclo della macchina del tempo e i gialli sarcastici di Pezzin, i fantasy di De Vita e Ubezio, il revisionismo degli anni 1990 col Topo che diventa spalla di Indiana e Pippo, il ciclo del commissariato (almeno il primo) e Anderville, le crisi isteriche del Topokolossal e del capolavoro Runaway Brain. E questo solo per citare ciò che ho vissuto da ragazzino. Non a caso cito spesso il n.2243, il mio preferito di sempre.

                      Ma è indiscutibile che la continuità, temporale e narrativa, garantita da questi tre capisaldi siano ciò che istintivamente si associa a Topolino.
                      Eppure una volta non era così! Prima che arrivasse Boschi a farci le cronologie degli autori, Topolino era prima di tutto animazione (del passato, sottinteso).

                      Vabbè.
                      Cosa dire che non abbiate già detto?
                      Sono imparagonabili. Casty discende da Scarpa che discende da Gott. Tre generazioni diverse.
                      Considerando che il Casty attuale è un semipensionato, la riflessione potrebbe essere: chi può essere l'erede di Casty?
                      All'orizzonte non si vede nulla... (e forse è per questo che Bertani vuole rilanciare i gialli topolinesi... "Il Topo del Mistero" alla ricerca dell'erede)
                      Forse ci sta provando Enna con le saghe?

                      Ma in fondo anche Scarpa ha avuto un lungo periodo di riflessione.
                      Allora cambiamo discorso. Il Topo delle strisce è volubile. È un monellaccio dispettoso, poi diventa buono, poi buonista, poi patriottico, poi borghese, poi scavezzacollo, e così via. A volte è colto e arguto, altre un ingenuo tontolone.
                      Ecco perché, prendendo l'esempio che è stato criticato, per me il Topolino saccente e scocciato di Martina non è poi così off character. Topolino, a volte, è anche così. Quando è in buona, però, è quello volenteroso e altruista delle storie più epiche. Lo adoro anche per questo.

                      Mi sa che ho divagato un'altra volta.

                      *

                      Cornelius
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                        Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                        Risposta #10: Domenica 24 Nov 2024, 23:34:57
                        Non mi piace (né, in ogni caso, sono più in grado di) ridurre il Topo soltanto a questo magico triumvirato.
                        Non credo sia questa l'intenzione di chi ha aperto il topic e di chi lo ha proseguito. E' innegabile che esista una continuità fra i tre autori presi in considerazione e che questa attraversi un intero secolo. Tanti altri autori dediti al topo sono da prendere in grande considerazione ma in questo topic ci si concentra sui tre del titolo.
                        Eppure una volta non era così! Prima che arrivasse Boschi a farci le cronologie degli autori, Topolino era prima di tutto animazione (del passato, sottinteso).
                        Boschi credo abbia cominciato a scrivere di fumetti Disney negli anni '80 ma anche precedentemente, almeno nel mio caso, se pensavo a Topolino lo collegavo più ai fumetti che ai cartoni.
                        Ecco perché, prendendo l'esempio che è stato criticato, per me il Topolino saccente e scocciato di Martina non è poi così off character. Topolino, a volte, è anche così.
                        Infatti il Topolino della 'triade' non esclude certo gli altri, soprattutto quello di Martina come anch'io ho avuto modo di specificare nel precedente post. Ho sempre trovato quel suo modo di presentarlo 'in character' con un personaggio che era comunque diventato adulto e non era più 'ragazzino' come negli anni '30 di Gottfredson. Certi 'battibecchi' o semplici 'rimproveri' li trovavo divertenti e davano maggior 'colore' anche al rapporto di amicizia fra Topolino e Pippo.
                        Considerando che il Casty attuale è un semipensionato, la riflessione potrebbe essere: chi può essere l'erede di Casty?
                        La domanda è interessante comunque, al di là dell'attuale attività fumettistica di Casty. Da notare che i precedenti 'passaggi di testimone' sono stati tali proprio perché avvenuti tra la fine di una carriera e l'inizio di un'altra. Non ci sono mai stati dei 'percorsi paralleli' fra i tre 'padri' di Topolino (al di là delle strisce quotidiane di Gottfredson che però sono altra cosa). Dunque un eventuale 'quarto padre' (adottivo) potrebbe venir fuori tra qualche decennio, verso la fine della carriera fumettistica di Casty, rispettando la 'tradizione' del 'passaggio'. Staremo a vedere anche perché al momento, nonostante un variegato e qualificato numero di autori che scrivono e disegnano Mickey Mouse, non mi pare ci siano quelle narrazioni tipiche che contraddistinguono 'quel' Topolino.
                        « Ultima modifica: Domenica 24 Nov 2024, 23:45:23 da Cornelius »

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                        Claudia8
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                          Risposta #11: Domenica 24 Nov 2024, 23:59:15
                          Non mi piace (né, in ogni caso, sono più in grado di) ridurre il Topo soltanto a questo magico triumvirato.
                          Per me sono Topolino e Topolinia anche l'apprendista stregone, le follie surreali di Martina degli anni 1950, il "fiuuu Pluto qui bello ahah" dei corti, il Canto di Natale, il ciclo della macchina del tempo e i gialli sarcastici di Pezzin, i fantasy di De Vita e Ubezio, il revisionismo degli anni 1990 col Topo che diventa spalla di Indiana e Pippo, il ciclo del commissariato (almeno il primo) e Anderville, le crisi isteriche del Topokolossal e del capolavoro Runaway Brain. E questo solo per citare ciò che ho vissuto da ragazzino. Non a caso cito spesso il n.2243, il mio preferito di sempre.

                          Ma è indiscutibile che la continuità, temporale e narrativa, garantita da questi tre capisaldi siano ciò che istintivamente si associa a Topolino.
                          Eppure una volta non era così! Prima che arrivasse Boschi a farci le cronologie degli autori, Topolino era prima di tutto animazione (del passato, sottinteso).

                          Vabbè.
                          Cosa dire che non abbiate già detto?
                          Sono imparagonabili. Casty discende da Scarpa che discende da Gott. Tre generazioni diverse.
                          Considerando che il Casty attuale è un semipensionato, la riflessione potrebbe essere: chi può essere l'erede di Casty?
                          All'orizzonte non si vede nulla... (e forse è per questo che Bertani vuole rilanciare i gialli topolinesi... "Il Topo del Mistero" alla ricerca dell'erede)
                          Forse ci sta provando Enna con le saghe?

                          Ma in fondo anche Scarpa ha avuto un lungo periodo di riflessione.
                          Allora cambiamo discorso. Il Topo delle strisce è volubile. È un monellaccio dispettoso, poi diventa buono, poi buonista, poi patriottico, poi borghese, poi scavezzacollo, e così via. A volte è colto e arguto, altre un ingenuo tontolone.
                          Ecco perché, prendendo l'esempio che è stato criticato, per me il Topolino saccente e scocciato di Martina non è poi così off character. Topolino, a volte, è anche così. Quando è in buona, però, è quello volenteroso e altruista delle storie più epiche. Lo adoro anche per questo.

                          Mi sa che ho divagato un'altra volta.
                          Secondo me le divagazioni vanno più che bene. Del resto, stiamo parlando anche di Topolino in generale, non solo della continuità Gottfredson-Scarpa-Casty. O per meglio dire, si può parlare di questa continuità anche grazie all'analisi di diversi stili di sceneggiatura.
                          Tutto ciò che menzioni è Topolino, ma non è lo stesso Topolino che accomuna gli altri tre autori. In particolare, non ho considerato Mickey Mouse Mystery Magazine perché è proprio un esperimento a parte, pur essendo innegabilmente sempre Topolino (e, IMHO, uno dei migliori Topolino di sempre).
                          Anche il Mickey dei cartoni, pur essendo tecnicamente Topolino, non mi è facile identificarlo con il Topolino tridimensionale e sfaccettato dei fumetti (non mi riferisco al Mickey dei corti anni '30 e '40, ma a quello dei cartoni recenti).
                          Molto dipende anche dai gusti personali. Giusto per spingere l'OT ancora più in là, faccio l'esempio di Paperinik: c'è chi non riesce nemmeno a leggere PKNA, mentre per me è un capolavoro.

                          Per quanto riguarda un possibile erede di Casty, la mia speranza è che rimanga ancora a lungo lui in attività, superando magari questa fase in cui sceneggia poco (ne parlavo giusto ieri nel topic sulle migliori storie di Casty). Non saprei individuare, al momento, uno sceneggiatore che gli assomigli nello stile. Ci sono molti autori validi, ma hanno tutti stili diversi, compresi i disegnatori (non ne ricordo un altro così simile a Scarpa).
                          « Ultima modifica: Lunedì 25 Nov 2024, 00:01:03 da Claudia8 »

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                            Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                            Risposta #12: Martedì 26 Nov 2024, 00:21:09
                            e soprattutto è Scarpa (e sulla sua scia Casty) che mi fa amare Pippo, che nelle sue storie non è uno sciocco a prescindere, ma si fa portatore di un pensiero laterale a mio avviso più significativo di quello che gli attribuisce Martina.

                            Quando Scarpa lo impiega! Perché usò Pippo davvero poco. Oltre a un paio di storie anni '70 arcinote (la Magnon, in cui però non è di scena per tutta la storia) e i Parastinchi, Scarpa si ricordò di Pippo negli anni '80. In questo, Scarpa fu simile a Walsh: accantonò un personaggio noto per assegnargli come partner personaggi ideati e sviluppati in proprio: Walsh con Eta Beta, Scarpa con Atomino e vari personaggi one-shot, fino all'era di Bruto alias Gancetto.

                            Il Pippo di Martina, sì: è un caso a sé, veicolo del balzano e innesto dello scoppio fantasy nei binari del razione, estremizzazione di quanto avevano tratteggiato già in America (e lui lo farà con più fantasia). Figura liminale, il Pippo martiniano è un 'idiota', uno scemo del villaggio che dovrebbe ispirare timorosa sacralità e sembra scelto dagli dèi come agente di poteri sovrannaturali con cui gestire e rimodellare il mondo degli umani, o meglio ancora sembra cogliere - per virtù di indecifrabili poteri - quelle forze che originariamente non erano destinate a nessuno. Mentre altri autori, per ottenere tutto ciò, devono usare o inventare nuovi personaggi, Martina si arrangiava a far tutto ciò col semplice Pippo.
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                              Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                              Risposta #13: Martedì 26 Nov 2024, 10:22:00
                              Quando Scarpa lo impiega! Perché usò Pippo davvero poco. Oltre a un paio di storie anni '70 arcinote (la Magnon, in cui però non è di scena per tutta la storia) e i Parastinchi, Scarpa si ricordò di Pippo negli anni '80. In questo, Scarpa fu simile a Walsh: accantonò un personaggio noto per assegnargli come partner personaggi ideati e sviluppati in proprio: Walsh con Eta Beta, Scarpa con Atomino e vari personaggi one-shot, fino all'era di Bruto alias Gancetto.
                              Effettivamente hai ragione, però comunque quando lo usa, lo caratterizza ottimamente secondo me. Oltre alle storie da te elencate, mi viene in mente anche "Il mistero di Tapioco VI" (che è comunque precedente alla nascita di Atomino e Bruto): anche lì Pippo è un personaggio sui generis ma ben lontano da essere sciocco.

                              Il Pippo di Martina, sì: è un caso a sé, veicolo del balzano e innesto dello scoppio fantasy nei binari del razione, estremizzazione di quanto avevano tratteggiato già in America (e lui lo farà con più fantasia). Figura liminale, il Pippo martiniano è un 'idiota', uno scemo del villaggio che dovrebbe ispirare timorosa sacralità e sembra scelto dagli dèi come agente di poteri sovrannaturali con cui gestire e rimodellare il mondo degli umani, o meglio ancora sembra cogliere - per virtù di indecifrabili poteri - quelle forze che originariamente non erano destinate a nessuno. Mentre altri autori, per ottenere tutto ciò, devono usare o inventare nuovi personaggi, Martina si arrangiava a far tutto ciò col semplice Pippo.
                              E da qua ne deriva infatti tutta la mia ammirazione per Martina, che è indiscutibilmente bravo anche quando non incontra i miei gusti personali.
                              « Ultima modifica: Martedì 26 Nov 2024, 10:27:46 da Claudia8 »

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                                Re:Gottfredson-Scarpa-Casty
                                Risposta #14: Martedì 26 Nov 2024, 12:12:03
                                Approvo i vostri contenuti e questo thread è bellissimo, utile per andare a fondo della psicologia dei personaggi e dei loro autori. Quindi non prendete come polemica quanto dico, esprimo solo la mia.

                                In passato già l'ho scritto: il Topolino di Scarpa sin da piccolo mi suscitava qualche perplessità, perché Scarpa - senza farcelo pesare eccessivamente, la sua è una filiazione dal cinema americano di "eroi della strada" - ci dà attraverso di lui lezioni morali, rendendo Topolino sensibile, simpatico e simpatetico fino all'ingenuità, tanto da farsi persino ingannare da Gambadilegno. A questo punto chi deve salvarlo? O i poteri fuori norma di Atomino, o - perché è Topolino e deve aver salva la pelle - la Fortuna. Il Topolino scarpiano è il più vicino a Walsh, ma quello di Walsh sfoggiava un ironico menefreghismo (la sua prima esigenza è preservare la pellaccia) e una certa maturità nell'ammettere la sua sconsolata sfiducia verso il genere umano (il Topolino scarpiano mi appare invece, spesso, come un bambino cresciuto: il che non significa, ovviamente, che sia inaccettabile che il personaggio d'un racconto abbia questo "difetto"). A volte sembra quasi che Topolino sia un debole, più debole dei suoi avversari, ma è coinvolto dalla sceneggiatura in avventure forse per lui fin troppo impegnative (in questo caso Topolino e l'uomo di Altacraz si rivela di contro ottimale, infatti è una storia perfetta: contesto urbano e nessuna forzatura per uscirne, il fulcro è proprio il nostro difetto umano di cadere negli inganni e di lasciarci guidare dai bias). Quello di Martina sarà un Topolino freddo e calcolatore, ma si merita e giustifica la sua salvezza dalla trappola finale dei criminali con la sua astuzia e senza mai cedere al principio di mantenersi un passo avanti rispetto a chi vuole fregarlo. Il Topolino martiniano riflette senza irregolarità un borghese urbanizzato, perché le sue valutazioni morali sono semplici: il sistema ha già stabilito cosa è giusto e sbagliato e lui non vi si interroga più (c'è chi lo ha fatto al posto suo), se qualcosa è male va punito e basta. A questo punto manca la delineazione di quale sia il motore che lo muove verso le investigazioni, assimilando questo al problema non risolto di tanti protagonisti del giallo letterario investigativo. Scarpa, come visto, ha evitato di fare avvertire questo "punto cieco" insistendo sul tratteggio psicologico e morale di Topolino. Va da sé, direi, che le storie topoliniane di Martina son da gustare - più che per Topolino - per l'intreccio, l'azione e soprattutto l'immancabile contrappunto comico e surreale di Pippo (quando non è proprio lui il motore dell'azione, che in questi casi tocca i più alti vertici di surrealtà: Topolino e il topazio dello zio in ozio): in questo caso un thriller molto brillante e coinvolgente è Topolino e la grande impresa di "Lascia o t'accoppo", una lezione su come intrattenere fumettisticamente in due puntate (non pretende altro).
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