Recensione Topolino 3602 La divertente copertina di
Topolino 3602, opera di
Andrea Freccero, ci introduce nel periodo natalizio, fatto di neve, luci e cappelli di lana (e, in questo caso, anche l’imprevedibile presenza di Pennino, personaggio molto usato nelle storie americane ma poco presente in quelle italiane).
Ma non parleremo ancora di Natale in questa recensione; partiamo stavolta dalla fine del numero, ovvero dal sesto e ultimo episodio di
500 piedi,
Il tocco della medusa, l’intrigante storia che per sei settimane ci ha tenuto con il fiato sospeso.
Ora possiamo trarre un giudizio complessivo, che non può che essere estremamente positivo.
Bruno Enna ha costruito un meccanismo ansiogeno, una trama con elementi non nuovi –
sci-fi anni Cinquanta,
Men in Black,
X-Files tra le varie ispirazioni – ma raccontati in una maniera tale da avvincere il lettore e inchiodarlo ai suoi dubbi. Un’atmosfera malata permea tutti i vari episodi, portando Topolino e i suoi amici quasi sull’orlo della disperazione.
In particolare, il meccanismo del sosia e della sostituzione risulta di stuzzicante interesse. Come già ne
L’invasione degli ultracorpi (classico cinematografico del 1956, mirabilmente avvincente e che consiglio caldamente), il sospetto che attanaglia tutti i protagonisti li porta in una parziale crisi identitaria, narrata benissimo nei primi episodi.
Una sequenza di impatto
I successivi sviluppi risultano forse più convenzionali ma non meno banali, a partire dai
villain – quanto mai temibili nella loro sostanziale mancanza di identità e di umanità – e dagli alieni. Il finale propone una risoluzione eroica ma non stereotipata, dando il giusto spazio ad Orazio e lasciando una conclusione appagante. Enna ci mostra scene forti – l’uso delle sinapsi, la sconfitta dei nemici, gli enigmatici Wanda e Carpazio, la separazione dei nostri amici che devono trovare il modo di ricongiungersi – con uno stile asciutto e concreto, senza mai scivolare nella noia.
Alla prodigiosa struttura narrativa si innerva lo stile di
Davide Cesarello, che dona plasticità ed espressioni vive a tutti i personaggi.
L’ambientazione e i costumi anni Cinquanta, insieme agli azzeccati colori di Irene Fornari, rendono la storia magicamente sospesa in un tempo irreale, in cui nessuno è davvero quel che sembra.
Insomma, dopo gli
Evaporati, questa eccezionale coppia ha messo in scena un nuovo capolavoro.
Lo scontro tra tradizione e progresso
Il resto del numero, inevitabilmente, risulta un poco al di sotto di questa lunga storia; ma può dirsi comunque ben riuscito. In
Cornelius – Fiori di Melo,
Alessandro Sisti e
Simona Capovilla ci riportano nelle atmosfere della frontiera americana, in cui l’ampliamento delle colonie si scontra con le inevitabili necessità di sviluppo.
Il nostro Cornelius si imbatte nell’occasione con John Chapman, noto anche come
Johnny Appleseed, mirabilmente messo in scena nel 1948 anche da Walt Disney, in un episodio de
Lo Scrigno delle sette perle. Questo incontro serve anche come spiegazione nobile per la maestria di Nonna Papera nel cucinare torte di mele.
A stonare, forse, è la fin troppo esplicita “cattiveria” di Percy De Roquerduc, il cui desiderio di far sviluppare l’agricoltura viene rappresentato con una luce eccessivamente sinistra quando è noto da sempre come i frutti della terra vanno prodotti in maniera efficiente e rispettosa dell’ambiente, in una collaborazione sana e proficua per tutti.
Risulta invece più toccante, anche perchè molto umana e, purtroppo, reale, la delusione di Cornelius nel vedere il proprio amico così cambiato. Una situazione scritta con garbo ma senza nascondere le emozioni tristi che essa provoca.
Capovilla ai disegni ci accompagna con la dovuta cura, con un occhio particolare ai costumi e alle ambientazioni.
Didattica promozionale?[/size][/i]
Due storie di Paperoga si propongono come brevi. La prima,
Paperoga in g.i.t.a., di
Augusto Macchetto e
Federico Franzò, ha dei tratti tipici delle storie promozionali o su commissione (a me ha ricordato le
storielle del
bosco), ma non siamo sicuri ci sia dietro un’iniziativa similare. La seconda,
Paperino, Paperoga e Gastone in conferenza, di
Tito Faraci e
Giulia La Torre, sfrutta con intelligenza e dosato umorismo le complicazioni delle
video call, fondamentali in ambito lavorativo, specie con la sempre più diffusa, per fortuna, pratica dell’
home office.
La tecnologia aiuta ma bisogna essere pazienti[/size][/i]
Sul fronte dei redazionali, il numero presenta la penultima puntata su come disegnare Lord Quackett spiegato da
Marco Gervasio e un approfondimento sul nuovo classico Disney:
Oceania 2.
Spazio poi alle anticipazioni sul prossimo libretto, con l’arrivo della storia che darà inizio Mirror Christmas, il nuovo evento di Natale:
Topolino e il segreto del Pianeta Inosservabile.
Dopo i
500 piedi non sarà affatto facile migliorare, ma restiamo, come sempre, fiduciosi.
Voto del recensore:
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