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Topolino 3626

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di Alberto E. Lunghi

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Paperinik contro il terribile Prolissus
Zio Paperone e l'enigma del vecchio castello
Gli allegri mestieri di Paperina - Sostituta d'ufficio
Lord Hatequack presenta... L'Ora del terrore - Topolino, Pippo e il ripostiglio interminabile
Re Gambadilegno - Il mio regno per una struzzertola

Topolino 3626

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Cornelius
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PolliceSu
    Topolino 3626
    Mercoledì 21 Mag 2025, 16:34:59
                                                                                                      STORIE  a  FUMETTI
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    Paperinik contro il terribile Prolissus
    Storia di Roberto Gagnor
    Chine e disegni di Marco Mazzarello
    Colori di Dario Tavormina

    Zio Paperone e l'enigma del vecchio castello
    Storia di Niccolò Testi
    Disegni di Giampaolo Soldati
    Chine di Simone Paoloni
    Colori di Marco Di Grazia

    Gli allegri mestieri di Paperina - Sostituta d'ufficio
    Storia di Tito Faraci
    Disegni e chine di Enrico Faccini
    Colori di Debora Grazio

    One Page - Adattarsi a ogni costo
    Storia di Niccolò Testi
    Disegni e chine di Alessandro Perina
    Colori di Valentina Mauri

    Lord HateQuack presenta... L'Ora del terrore
    Topolino, Pippo e il ripostiglio interminabile

    Storia di Francesco Pelosi
    Disegni e chine di Luca Usai
    Colori di Irene Fornari

    Re Gambadilegno - Il mio regno per una struzzertola
    Storia di Francesco Artibani e Licia Troisi
    Disegni di Lorenzo Pastrovicchio
    Chine di Michela Frare
    Colori di Manuel Giarolli
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                                                          COPERTINA   Disegni di Andrea Freccero  -  Colori di Andrea Cagol
                                               Topolino + set 3 spille in metallo  8,90 euro  -  Libretto senza gadget  3,50 euro
                                               

                                                                                                     SERVIZI  e  RUBRICHE
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    Parole: passato, presente... futuro - TopoIntervista : Cinque domande a Massimo Bray
    Topolino al Festival della Lingua Italiana - Appuntamenti   
    Bentornata, Ohana! - Al cinema   (Jacopo Iovannitti)   Intervista a Maia Kealoha
    Rivisitazioni su carta - Per i più appassionati
    Sempre in movimento - Fumettando   (Antonella Murolo)   Disegna con gli artisti di Topolino : Blasco Pisapia
    Cronache dal mondo di Ducktopia - Appuntamenti
    Il cavaliere e il suo destriero - Dove eravamo rimasti... (Stefano Petruccelli)
    Alfa, Beta, Gamma... e Omega! - Anteprima Fumetto   (Jacopo Iovannitti)   La parola a... Alessandro Pastrovicchio
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    « Ultima modifica: Martedì 27 Mag 2025, 16:51:53 da Cornelius »

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      Re:Topolino 3626
      Risposta #1: Mercoledì 21 Mag 2025, 17:05:59
      Ottimo numero davvero, soprattutto per Re Gambadilegno, lord hatequack e la faraciana! Per quanto riguarda la prima storia di Gagnor, una perfetta valutazione della suddetta viene data secondo me da Pico nell'ultima vignetta...
      grande ammiratore della trinità Gottfredson-Scarpa-Casty

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      PolliceSu
        Re:Topolino 3626
        Risposta #2: Giovedì 22 Mag 2025, 14:07:36
        La prima storia mi ha ricordato una discussione nata qualche anno fa, proprio a partire da un bell'intervento di Gagnor!
        In realtà, l'argomento è diverso, perché io me la prendevo con gli anglicismi e non con i neologismi (sono due cose diverse: i secondi possono derivare dai primi, ma non sempre i primi hanno senso di esistere o di diventare i secondi!), però non ho potuto non pensarci! ;D

        Ho scoperto anche una cosa che non sapevo e non avrei mai voluto vedere: un film dal vero di Lilo & Stitch! :oh:
        Altro che toccare il fondo, qua hanno già scavato un bel po' in profondità... :rolleye:
        Io son nomato Pippo e son poeta
        Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
        Verso un'oscura e dolorosa meta

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        Claudia8
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          Re:Topolino 3626
          Risposta #3: Giovedì 22 Mag 2025, 15:09:51
          Per quanto riguarda la storia d'apertura, comprendo l'intento "educativo" per lanciare l'argomento della lingua italiana, ma la storia in sé è poca cosa, in particolare a causa di tutti i gadget di Paperinik che lo rendono in grado di far praticamente di tutto senza sforzo alcuno, e del modo in cui il villain si rivela maldestramente. Massimo rispetto per gli autori, chiaramente, ma questa storia non mi ha colpita e penso anche che faccia fare marcia indietro rispetto al ciclo di Paperinik vendicatore che si è fatto strada negli ultimi anni nell'intento di restaurare lo spirito originario del personaggio; la storia di questa settimana invece sembra provenire dal periodo "macchiettistico" di Paperinik.

          Un'altra storia "promozionale" è quella dedicata al castello di Gorizia; però questa si fa leggere più volentieri della precedente. Non ci sono trovate particolarmente memorabili, ma la storia scorre bene.

          "Gli allegri mestieri di Paperina": simpaticissima storia, seria e divertente al tempo stesso; Paperina è in grande spolvero, sensibile e non petulante, ma che sa il fatto suo e si fa rispettare. Bello anche il messaggio finale riguardo al rispetto del lavoro di tutti.

          Il nuovo Lord Hatequack mi è piaciuto: spiazzante il pippide malvagio, interessanti alcune idee come il ripostiglio infinito che condanna ad essere dimenticati da tutti. Non la storia più inquietante del ciclo, ma interessante, ben scritta, dai risvolti anche inediti.

          Che dire di nuovo su Re Gambadilegno? Serie di storie davvero belle e divertenti, forse quella di questo numero è meno comica ed ispirata in alcuni punti, ma è comunque lettura di alto livello con un Pietro davvero ben caratterizzato.

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          raggiodisole
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            Re:Topolino 3626
            Risposta #4: Venerdì 23 Mag 2025, 09:52:25
            Numero che mi ha convinto nel suo crescendo.
            Si parte con una storia di Paperinik, sicuramente condita da un messaggio di buoni propositi, ma che putroppo non riesce del tutto a coinvolgere. La premessa era anche interessante, ma qui il nostro eroe sembra solo un espediente letterario per far entrare in scena un cattivo. Infatti il vero giustiziere sarà Pico, nel vero senso della parola. In conclusione la storia ha un bel messaggio finale: la cosa bella della lingua è che ha sia termini antichi che sempre nuovi.

            Segue una storia di Testi/Soldati sul solito enigma del castello, stavolta ambientato in quel di Gorizia. Essa segue ancora i soliti pretesti della caccia al tesoro per mostrare qualche scorcio di una città italiana, ma stavolta con un Soldati che ha un tratto davvero in grande spolvero. La morale finale non mi ha stupito, ma l'ho trovata coerente.

            Ritorna la serie degli Allegri Mestieri di Faraci/Faccini stavolta con un ribaltamento dei ruoli, dato che entra in campo Paperina. Le dinamiche create tra la papera e i vari personaggi sono davvero realistiche, e la storia fa ridere per quanto amara.

            Si ripresenta anche il ciclo di Lord Hatequack, con una storia sia comica che piena di suspance. Pelosi tesse una trama davvero semplice ma che funziona alla grande, mentre le matite di Usai danno il giusto tono a delle vicende che vanno viste così come sono: rocambolesche ma assurde.

            Infine si conclude Re Gambadilegno, davvero un'ottima mini serie, che in questo episodio vede il nostro ladruncolo alle prese con le sue malefatte. Forse questo è l'episodio meno forte dei quattro, ma non per questo privo di ottime gag e situazioni. Il finale è l'ottima chiosa del ciclo.

            In generale buon numero, equilibrato, che si riprende man mano che si avanza nella lettura.

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              Re:Topolino 3626
              Risposta #5: Venerdì 23 Mag 2025, 21:58:26
              Avrei portato questo numero al Salone del Libro, più che il precedente.


              Prima storia promozionale. Simpatica, senza pretese.
              Questo insistere sulla linguistica lo trovo stucchevole già da un po', ma vabbè, chiamiamolo zeitgeist.


              Seconda storia promozionale. Qualche pretesa in più, ma simpatica anch'essa.
              Si poteva mostrare anche Nova Gorica.


              Paperina mestierante. Il mobbing sessista sul Topo. Beh. Inaspettato.


              Hatequack. Bello, a parte
              Spoiler: mostra
               il controfinale posticcio in cui no, Pippo torna e tutto finisce bene
              . Peccato, fin lì aveva avuto una bella atmosfera. Vabbè, non conto le ultime due pagine (anzi, solo la penultima) e via.


              Re Gamba. Non capivo bene dove volesse andare a parare. Cioè, avevo capito che
              Spoiler: mostra
              il colpevole fosse l'animale, ma pensavo per via del legame con Pietro. Invece sembra cattivo e basta.
              Beh, anche qui sono rimasto un po' spiazzato, il ché non è male.

              Non dovevano essere cinque episodi?


              Nota conclusiva. Nella posta, un piccino ricorda la storia del gatto con la "G", di soli sei numeri fa.
              Già dimenticata, sono dovuto andare a controllare.
              Me tapino.

                Topolino 3626
                Risposta #6: Domenica 25 Mag 2025, 13:37:04
                Recensione Topolino 3626


                 La bella e divertente copertina di Andrea Freccero ripropone finalmente per questo Topolino 3626 una illustrazione il più pulita possibile, dopo cinque settimane consecutive nelle quali uno strillo campeggiava nella parte bassa del disegno.

                 In apertura del numero, fa il suo ritorno la versione più comica e parodistica del personaggio di Paperinik, ripescato da Roberto Gagnor ai testi e da Marco Mazzarello ai disegni in Paperinik contro il terribile Prolissus. La storia, va detto, è collegata ad una più che meritevole collaborazione con l’Enciclopedia Italiana e con la Fondazione Treccani, volta al recupero di parole desuete, senza trascurare tuttavia l’evoluzione che la nostra lingua subisce costantemente, soprattutto in quest’epoca di globalizzazione e di contaminazioni a livello letteralmente planetario. Un buon redazionale, immediatamente successivo alla storia, illustra il correlato Festival della Lingua Italiana con una ben più che interessante intervista a Massimo Bray, coordinatore del predetto festival. Tuttavia, se il contorno è ottimo, la pietanza principale appare piuttosto insipida, anche a coloro i quali, come lo scrivente, possono dirsi dei grandi fan dello sceneggiatore.

                 Se dal lessico impiegato traspare la più che buona volontà di dare lustro al nostro vernacolo, lanciando il corretto messaggio secondo il quale preservare la lingua italiana non significa sigillarla nel passato precludendole la possibilità di evolversi, la trama sinceramente fatica a catturare il lettore, data l’astrusità dell’antagonista e dei suoi marchingegni, assolutamente fuori contesto rispetto al Paperinik vendicatore di torti che ci eravamo abituati a rivedere sul settimanale. Probabilmente piacerà a chi apprezzava il Paperinik parodistico ai confini del demenziale di troppe trame in auge sino a qualche anno fa, ma appunto un plot in tal senso difficilmente può essere gradito ai fan del vendicatore di martiniana memoria. Mazzarello svolge il suo compito in modo diligente: se complessivamente i disegni sono buoni ed espressivi, cionondimeno qualche mimica dei becchi di Paperino e di Paperone crea qualche piccola perplessità perché leggermente sproporzionati. Tuttavia il miglioramento del tratto rispetto all’era pre-Bertani è palese, e ci auguriamo che la strada intrapresa dall’artista non abbia ad interrompersi, bensì a continuare.

                 
                Proporzioni gradevoli, ma resta qualche perplessità sui becchi[/size][/i]

                 Ad un articolo apparso sullo scorso numero si ricollega, invece, Zio Paperone e l’anima del vecchio castello, dove l’anima promozionale non sovrasta la trama di una tradizionale caccia al tesoro ideata da Niccolò Testi in puro stile Vecchio Cilindro, condita di buone gag e di un finale che definire sorprendente forse è troppo, ma che comunque non delude il lettore. Verrebbe da dire che questa sia una storia così classica che più classica non si può, ed in fondo questo è, ma è quel classico che non stanca, che non svilisce i personaggi rinchiudendoli in meri stereotipi, e che invece si lascia leggere proprio perché in fondo la trama dà al lettore ciò che egli vuole. La storia è dunque promossa, come lo sono i disegni di Giampaolo Soldati, autore che si sta sempre più ritagliando un posto nel cuore degli appassionati: alcune espressioni dei personaggi sono assolutamente impagabili, soprattutto in alcuni primi piani, e potrebbero financo ormai considerarsi la cifra stilistica dell’artista.

                 
                Ogni vignetta offre la giusta espressività di zio Paperone

                 La rodata coppia Tito Faraci ed Enrico Faccini inaugura invece un nuovo ciclo di brevi, dalle ceneri di uno terminato poco tempo fa: Gli allegri mestieri di Paperina – Sostituta d’ufficio. Se le gag non mancano nella prima parte, causate anche dalla rottura del precedente cliché, la storia però si perde nel finale, che appare fin troppo buonista per strappare quelle risate un po’ ciniche alle quali il duo autoriale ci aveva abituati, e che sicuramente ora rimpiangiamo. Contiamo però che negli episodi a venire questo lato ritorni, e in abbondanza, per il diletto puro di noialtri lettori.

                 Torna anche il ciclo dell’orrore in salsa disneyana con Lord Hatequack presenta… l’ora del terrore: Topolino, Pippo e il ripostiglio interminabile, che vede esordire sulla serie Francesco Pelosi ai testi, supportato ai disegni da Luca Usai. E lo sceneggiatore non manca il bersaglio. Intendiamoci, il terrore non è esagerato, e l’inquietudine forse poteva essere fornita in dosi maggiori, ma come prima storia dell’autore con questi personaggi il risultato è più che meritevole. Seppure Nucci rimanga, ad oggi, il miglior cantore delle fantasie di Lord Hatequack, Pelosi non delude, anche se contiamo che il rodaggio sia breve e che anche il neoacquisto alle sceneggiature riesca presto a premere sull’acceleratore sino al limite che il mondo Disney impone su certe tematiche. La trama comunque scorre liscia e mai banale, e i disegni ben rendono il puro cinismo di un certo personaggio, per non dire la sua assoluta malvagità.

                 Chiude il numero l’ultima (per ora) storia del ciclo di racconti ambientati nel mondo parallelo di Ducktopia, per come narrati, e forse un po’ ingigantiti, da quel furfante matricolato che risponde al nome di Pietro Gambadilegno, e che tanto comunque amiamo. Re Gambadilegno – Il mio regno per una struzzertola in realtà non rispetta del tutto la premessa del titolo, perché stavolta il buon Pietro racconta una vicenda che lo ha visto protagonista quando era ancora solo Primo Cavaliere di Ducktopia, e non sovrano di quel mondo.

                 Se l’alternarsi tra narrazione in flashback e momenti nel presente è sempre gradevole nonché foriera di qualche divertente trovata, stavolta il lettore esce un po’ deluso dalla vicenda, perché la stessa di fatto lascia in sospeso molte questioni in merito al movente che ha spinto il vero criminale a compiere la serie di furti che sta attraversando Ducktopia. E la trama messa in piedi da Francesco Artibani e Licia Troisi sembra incompiuta, quasi inconcludente perché neanche ci sembra essere successo qualcosa che spieghi un qualsivoglia accaduto degli episodi precedenti. Stavolta il tutto sembra un’occasione persa, per quanto infarcita di battute e gag divertenti se prese singolarmente. Lorenzo Pastrovicchio ai disegni si rivela perfetto cantore visivo delle gesta di Gambadilegno, sempre preciso e puntuale nel tratteggiarlo con quell’aria da spavaldo sbruffone che ben s’attaglia a questa simpatica canaglia.

                 
                Come dare inizio ad una amicizia eterna ed indistruttibile… ma forse anche no[/size][/i]

                 Completano il numero un redazionale sul ritorno di Lilo e Stitch al cinema, stavolta in versione live action, l’ultima scheda dedicata al come disegnare Battista, una one-page ancora dedicata a Paperino e Paperoga alle prese col ciclismo e un’interessante preview della prossima storia di Topolino, con il ritorno del criminale Gamma sulle pagine del settimanale, oltre alla pagina del Direttore e al tradizionale (e divertente) Che aria tira a… Paperopoli in apertura del settimanale.

                 Insomma, è un numero dove le luci e le ombre si bilanciano, e che definire nella media è sicuramente adatto a rendere l’idea della qualità di questa uscita. Non scontenta, ma neanche registra picchi capaci di fare gridare al miracolo. Sia chiaro, però, che non può parlarsi certo di un numero insufficiente: ritenerlo tale sarebbe fare un torto all’impegno comunque profuso da tutti gli autori che hanno confezionato questo libretto.



                Voto del recensore: 3/5
                Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                https://www.papersera.net/wp/2025/05/25/topolino-3626/


                Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!


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                  Re:Topolino 3626
                  Risposta #7: Lunedì 26 Mag 2025, 10:57:52
                  La Lord Hatequack mi è piaciuta, continuo a pensare che doserei meglio tale 'serie', magari con store più di peso ma meno frequenti ma è solo una mia preferenza.

                  Sbaglio  o a pagina 104 c'è un bel "a me ...mi..." ? IN primis mi sembrava evidente ma magari non essendo consecutivi c'è qualche regola che lo permette che mi sfugge (ammetto la mia ignoranza in tal caso)
                  « Ultima modifica: Lunedì 26 Mag 2025, 15:28:49 da fab4mas »
                  Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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                    Re:Topolino 3626
                    Risposta #8: Lunedì 26 Mag 2025, 16:21:04
                    Sinceramente la storia di Paperinik legata all’uso della lingua italiana non mi è piaciuta granché (a questo punto una storia di Paperino sarebbe bastata). Forse l’unica che mi è piaciuta è la storia semi horror di Topolino, seguita da quella di Paperina sulle vessazioni sul lavoro. Gambadilegno che parla a esseri simili a verdure, con tutto il rispetto per il tratto di Pastrovicchio non mi riesce a prendere (una storia di colpi rispetto a questa fantasy l’avrei preferita).

                    *

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                      Re:Topolino 3626
                      Risposta #9: Lunedì 26 Mag 2025, 16:33:06
                      Come già detto da altri, anche a me la storia di Paperinik e quella su Gorizia non sono piaciute tanto.
                      Molto bella quella con Paperina (davvero inattesa) ed anche quella di Lord Hatequack. La sera, prima di andare a dormire, leggo le storie Disney a mia figlia di otto anni, che ha un debole per quelle "di paura". Ebbene, dopo la lettura dell'ultima storia di Lord Hatequack è rimasta un po' turbata (anche di più di quella recente sul gatto) ... per fortuna che è riuscita a dormire comunque  ;D

                      *

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                        Re:Topolino 3626
                        Risposta #10: Mercoledì 28 Mag 2025, 17:34:43
                        Devo ammettere che temevo il peggio per questo Paperinik firmato Gagnor: già dal titolo si capiva il ritorno ad una certa demenzialità del protagonista e poi la scoperta di una storia 'telefonata' collegata all'uso di parole vecchie e nuove e al redazionale che segue poteva farmela 'scendere' ancor di più. E invece ho trovato il tutto divertente e scorrevole, ironico e brillante, con dialoghi frizzanti (non poteva essere altrimenti, vista la tematica) e disegni dinamici, caratteristici dell'ultimo Mazzarello.

                        Quest'ultima trasferta italica nel Vecchio Castello 'enigmatico' è ormai segno di una chiara politica editoriale, fra le tante, per arginare l'ultra ventennale calo dei lettori. In questo caso ha avuto un suo perché: si è voluta omaggiare una città, Gorizia, che quest'anno è capitale europea della cultura e che, con la sua parte slovena (Nova Gorica), potrebbe anche aver contribuito ad una 'prima assoluta': quella di una storia disneyana ambientata in Slovenia (sempre che i paperi abbiano attraversato il confine posto nella Piazza della Transalpina).

                        Interessante anche la breve di Tito Faraci (finalmente, dopo un tempo infinito) che parla in maniera non proprio diretta ma chiaramente allusiva del trattamento che una giovane donna (papera, in questo caso) può ricevere all'interno di un'azienda dove ai piani alti ci sono esclusivamente uomini. Paperina non parla mai di discriminazioni di genere (come avrebbe fatto mezzo secolo fa, da accesa femminista) ma la frase che dice ad un Paperino poco comprensivo ("A te sarebbe andata meglio!") è rivelatoria.

                        La soffitta di Pippo è sicuramente una location ideale per l'Ora del Terrore di Lord HateQuack: il suo ultimo racconto è abbastanza inquietante, al di là che sia inventato (come sottolinea il Lord, forse per non far 'inquietare' i lettori più giovani - che sicuramente leggono o vedono cose ben più terrorizzanti). Ad ogni modo le sue parole 'tranquillizzanti' ("Non temete, non c'è nulla di misterioso lassù in soffitta") sono seguite da un suo ghigno e dal punto interrogativo sulla parola 'Fine'.
                        Un 'compromesso narrativo' in un'epoca di politically correct che però potrebbe essere arrivata al tramonto, visti i 'terremoti' geo-politici in Usa (nel caso sarebbe l'unica conseguenza 'positiva' di questa nuova situazione, sempre che anche la Disney sia 'sensibile' - come altri settori della società americana - a The Donald)

                        Alla fine dei suoi 'Diari', Gambadilegno non sembra aver fatto chissà quali danni a Ducktopia, al di là di qualche 'marachella'. La sua antica sete di potere e di ricchezza sono stati sostituiti da una nostalgia per la sua vecchia vita terrestre, per Topolinia, per Trudy e addirittura per Topolino. E' anche vero che, essendo una realtà parallela, un eventuale 'potere' non sarebbe facilmente 'trasferibile'. Discorso diverso per le ricchezze e qualcosa pare aver accumulato (e trasferito? Chissà).

                        Tanto ama la sua realtà tradizionale che decide di restare nel carcere di Corallo, nonostante la possibilità di uscire dalla sua cella. C'è da dire che una volta uscito da quella fortezza, ci sarebbe un'isola da abbandonare e una costa continentale da raggiungere, traguardi quasi impossibili e proprio per questo Corallo ha una pessima fama fra i 'cattivi'. Oltretutto il clima da 'Racconti all'ora d'aria" è ormai così stimolante che Pietro potrebbe finire la sua prigionia regolarmente, senza 'anticiparla'.
                        « Ultima modifica: Mercoledì 28 Mag 2025, 19:07:25 da Cornelius »

                         

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