Questo numero penso sia uno dei migliori usciti nel 2025 con ben 4 storie molto interessanti e variegate nei temi, aventi tutte una identità precisa: si va dalla Sicilia di Topalbano con i suoi lati oscuri alla realtà più o meno 'parallela' del quarto nipotino (in atmosfere da brivido alla HateQuack), da una 'giornata particolare' che denota come non mai le differenze fra due tycoons ad una 'vacanza particolare' con un Gastone approfondito nei suoi lati più 'sgradevoli' che da un po' non si vedevano ma che è stato giusto risottolineare, confrontandolo con un vicinato che rende più realistico il suo status bizzarro.Francesco Artibani ci riporta in una Sicilia narrativamente attraente sia nei suoi lati positivi che in quelli negativi e questi ultimi sono raccontati con un certo realismo che da mordente a tutta la vicenda. Molto interessante il rapporto del commissario con uno zio che gli ha fatto da padre (cosa per altro quasi normale in un fumetto disneyano) come piacevole è stato vedere il signor Patò, omaggio degli autori (Giampaolo Soldati ai disegni) al 100° di Andrea Camilleri.
La sua Vigat(t)a, vista la vicinanza con Agrigento, dovrebbe affacciarsi sul Canale di Sicilia e dunque avere una precisa locazione geografica (non ricordo se prima, in Tv come nel fumetto, l'avesse mai avuta)
Andrea Malgeri continua a stupirmi con il suo Que, oramai diventato un personaggio non solo 'ipotizzato' ma realmente esistente, sebbene in una realtà parallela. D'altronde la cosa non dovrebbe stupire più di tanto il lettore, visto che questo tipo di realtà alternative (parallele o temporali che siano, nel futuro come nel passato) abbondano in diverse delle ultime serie. Però fa strano vedere concretizzata, 'storicizzata' quella che credevamo essere una leggenda metropolitana, un quasi fake, uno scherzo o un errore di qualche disegnatore del passato remoto o recente. Malgeri ci racconta che non si tratta né di scherzo né di errore: Que esiste veramente e la sua presenza non è affatto rassicurante.
Ennesimo gioiellino di Vito Stabile, impreziosito dalle matite dei Rota e dalla storica Limousine del padre Marco (auto che dovrebbe essere ripresa da altri autori perché 'quella' è la vera Limo dello zione). Anche questa volta l'autore, prendendo spunto da una azione semplice per quanto inconsueta e 'sofferta' (la visita di Paperone al palazzo di Rockerduck per concludere un affare), riesce a creare una 'ten page' brillante e ironica, oltre che elegantemente comica. Il suo è un tocco di classe degno dei grandi Maestri Disney.
Riccardo Pesce e Federico Butticè ridisegnano un Gastone come non vedevamo da tempo: borioso e insopportabile, detestato da tutto il vicinato per la prima volta raccontato con diversi personaggi che prendono le prime tavole della storia. L'ingresso in un resort dove sono tutti fin troppo accondiscendenti ci fa vedere un papero dalle reazioni più 'comprensibili' e dunque più vicino al sentire dei lettori che inizialmente avranno reagito come i suoi vicini. L'incontro finale con Paperino sembra fargli tornare quel vigore che aveva perso grazie anche alla presenza di Paperina che torna a lodarlo, senza per questo 'tradire' il suo eterno fidanzato, in una situazione solo apparentemente simile a quelle di un lontano passato ma in realtà ben diversa, sebbene sempre divertente (non per lo sfortunato cugino, in ogni caso). Dunque un ottimo ritorno ad un Gastone 'storico' proprio perché narrato con più profondità, senza rinnegare le recenti 'evoluzioni' del personaggio. D'altronde non si può cambiare proprio del tutto e quando una vicenda è ben raccontata, non importa che questa sia classica o 'neorealista'.
