Recensione Topolino 3640
Come già sottolineato, proprio dal sottoscritto, nel
commento alla precedente storia pubblicata sulle pagine del libretto, gli appassionati disneyani possono dirsi più fortunati degli spettatori della RAI.
In occasione del centenario dalla nascita di Andrea Camilleri, infatti, in apertura di
Topolino 3640
troviamo una nuova avventura con protagonista la parodia “topesca” di uno dei poliziotti più famosi d’Italia. Sul piccolo schermo, invece, tale anniversario sarà solamente utile a trasmettere per l’ennesima volta le repliche di una fra le serie più amate degli ultimi decenni, eppure ad oggi tristemente incompleta.
Topolino e la voce del mandorlo vede dunque il ritorno in azione del
Commissario Topalbano, alla sua quinta apparizione sul settimanale. A sceneggiare la storia, come avvenuto in tutte le precedenti occasioni, c’è un
Francesco Artibani in grande spolvero, ormai assolutamente padrone del contesto siculo-topolinese nel quale si muovono i personaggi. Possiamo leggere così una vicenda che vede Mickey e Salvo spartirsi equamente la scena, senza che uno dei due investigatori finisca per prevalere sull’altro;
un giallo ben costruito che si chiude con un finale poetico e delicato. Non possiamo inoltre che applaudire l’ottimo equilibrio trovato fra il tono più serio dell’indagine, tra ricatti, minacce e clan mafiosi e un registro più leggero, quasi da commedia, spontaneamente generato dai siparietti fra i personaggi. Una felice commistione che, d’altra parte, ha sempre caratterizzato i romanzi e la serie televisiva originale, decretandone il successo.

Amare riflessioni, con un fondo di speranza
Giampaolo Soldati, alla terza esperienza come disegnatore del ciclo, restituisce nuovamente una prova impeccabile, tanto nelle espressioni dei protagonisti quanto nella rappresentazione della Sicilia e dei suoi ambienti, come sempre parte integrante e determinante della buona riuscita della narrazione.
L’ottimo risultato ci lascia quindi sperare in un nuovo ritorno a Vigatta: con autori così ispirati, c’è ancora spazio per raccontare molto altro. 
Da Romina Power…
La seconda storia del libretto, dall’interminabile titolo
Qui, Quo, Qua e Newton in: Tutto il resto è Questionabile è il
sequel di
Newton Pitagorico e il questionabile Que, pubblicata circa due anni fa.
Andrea Malgeri, nuovamente nelle vesti di autore completo, esplora una volta di più la possibile esistenza di un quarto nipotino, con una partenza
in medias res che si riallaccia alla precedente avventura e che ci mostra, in pratica, ulteriori effetti collaterali dovuti all’imprevedibile invenzione del nipote di Archimede che aveva materializzato il buon Que.
Il taglio fantascientifico scelto conferisce alla storia la giusta dose di mistero, rendendo così la lettura molto scorrevole, fino allo scioglimento della tensione. Le rimanenti storie del numero, invece, puntano in maniera più decisa sul lato umoristico, con risultati buoni seppure forse non memorabili.
La migliore è sicuramente
Zio Paperone e la tremenda scalata:
Vito Stabile ci accompagna insieme a Paperone in un difficile attraversamento degli uffici del palazzo del suo rivale Rockerduck, per arrivare ad un finale che è al contempo una divertente conclusione di questa breve e una coerente raffigurazione del papero più ricco del mondo. Le espressioni offerte da
Marco e Stefano Rota ai disegni riescono a valorizzare la sceneggiatura oltre che a regalare un tocco di classicità che non guasta mai.

… a Raffaella Carrà!
Simpatica, ma nulla più, è invece
Pippo e il Prodigioso Passo Pippesco.
Francesco Pelosi ai testi e
Alessio Coppola ai disegni, ci mettono nelle condizioni di osservare Pippo passeggiare a suo modo: possiamo così constatare una volta di più come
il suo cosiddetto pensiero laterale possa avere insospettate ricadute positive sui suoi amici; ma si tratta in fondo di un tema già trattato in molte altre brevi avventure.
Chiude il numero, infine,
Gastone e l’accoppiata fortunata, scritta da
Riccardo Pesce e illustrata da
Federico Butticè. Gli effetti comici generati dalla frustrazione provata dal biondo e riccioluto papero al cospetto di una serie di personaggi letteralmente servizievoli e non invidiosi della sua fortuna sono probabilmente protratti un po’ troppo a lungo, ottenendo l’effetto di annacquare anche un finale comunque non particolarmente originale.
Sul fronte delle rubriche,
Vitale Mangiatordi insegna ai lettori come disegnare il Gran Mogol, mentre in una breve intervista Federico Butticè anticipa l’uscita in allegato la prossima settimana di una
statuetta 3D che raffigura un abbraccio fra Topolino e Pluto, realizzata per festeggiare il 95° compleanno del più fedele amico del… topo.
Voto del recensore:
3.5/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2025/09/04/topolino-3640/Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!