Ho letto giusto ieri questa storia per la prima volta e posso dire che mi è entrata sin da subito nel cuore.
La maestria che Romano Scarpa aveva nello scrivere delle sceneggiature brillanti e dinamiche e nel rendere i personaggi così vividi e realistici è un qualcosa che, sinceramente (nonostante abbia letto un buon numero di storie da lui scritte e disegnate), riesce sempre a stupirmi, a farmi sentire quei Paperi e quei Topi veramente vicini durante tutta la durata della storia e a lasciarmi, a fine lettura, con un totale senso di appagamento e di soddisfazione.
Personalmente, amo il suo modo di gestire i personaggi e di rappresentarli dal punto di vista grafico, non solo per il disegno in sé.
Quello che rende i suoi personaggi veramente unici è l'abilità con cui riesce a farli
recitare durante tutto il tempo della narrazione, con le loro espressioni, le loro smorfie, le loro reazioni così realistiche, il loro senso di stupore che sembra davvero "umano"...
E tutto questo si trova anche all'interno di questo bellissimo fumetto, che riesce ad unire e ad amalgamare veramente tante cose.
C'è il mistero legato alla figura di Geronimo e ad una silhouette nera piuttosto ambigua presente già dalle prime tavole; c'è la simpatia di Geronimo, personaggio che compare solo in questa storia ma, per me, indimenticabile; c'è l'azione e il dinamismo che scaturiscono dal folle inseguimento in auto da parte di Topolino e del Commissario...
La storia non presenta nessun momento fiacco o fuori posto e si costruisce tutta attorno ad un ritmo intrigante ma che non è spasmodico o affrettato, ma anzi naturale e che rende la lettura fluida e davvero molto piacevole.
Il tutto impreziosito da gags e situazioni comiche che Scarpa riusciva ad inanellare con una bellezza e una capacità incredibile.
Ho riso veramente con tutto il cuore quando ho visto la scena in cui Topolino e Basettoni, dopo essersi scontrati violentemente contro un Deposito di piume di struzzo, cominciano a ridere come dei matti in mezzo alla strada per via delle piume che gli sono finite addosso...
E che dire dei momenti nei quali il Direttore del penitenziario di Altacraz sembra davvero commosso nel congedare Geronimo, mentre invece ha a portata di mano un "frasario di circostanza per detenuti liberati" e delle cipolle che gli costentono di aumentare l'effetto scenico della sua recita?

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Ma, come dicevo poco sopra, il personaggio che mi è rimasto più impresso di questa storia non può essere che Geronimo.
Già dal punto di vista grafico, Scarpa lo caratterizza come un simpaticone, un bonaccione che, nonostante i suoi trascorsi in carcere, oggi sembra pienamente redento e voglioso di dimostrare al mondo la sua sincera passione per la musica.
E poi la scena della fontana, che all'inizio sembra essere soltanto un rito superstizioso, quasi una tradizione legata al passato, e che invece riecheggia prepotente e piena di significato nella mente di Geronimo, mi ha davvero emozionato e mi ha confermato, ancora una volta, che Scarpa era un vero Fuoriclasse.
