Le Imperdibili 18

01 MAR 2005
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Un numero discreto il 18 dedicato a Topolino: precisiamo subito che non è nulla di veramente “Imperdibile”, per??spetto alle ultime uscite è sicuramente acquistabile. Merito anche del tema comune delle avventure selezionate, tutte classiche detective-story che tengono viva la lettura fino alla fine, anche se magari molti spunti, a vederli oggi, potranno sembrare risaputi. In particolare voglio sottolineare “Topolino e il flagello grigio”, bella prova d’autore completo di Chierchini che sforna una storia inquietante (sentire Basettoni che chiama “topo” il suo amico non è da tutti i giorni) con inevitabili richiami al grande Bill Walsh e un villain quanto mai enigmatico, con un finale facente sperare in un ritorno che però non mi risulta ci sia mai stato. Da segnalare ancora “Topolino e l’anatema del faraone“, scritta da Concina e a cui i disegni di Lostaffa conferiscono, nei flash back, la giusta dose di atmosfera, “Topolino e la teiera dei ming” classica storia di Murry (su testi WDP), “Topolino e i rapiti rapati” di Concina/Asteriti, altra bonaria presa in giro degli hippies dopo quella del numero scorso e “Topolino e il raggio scarlatto” dove Barosso (affiancato da Luciano Gatto) (auto)critica già nel ’63 la mancanza di fantasia degli sceneggiatori! Il resto delle storie è gradevole pur se non di livello elevatissimo nonostante la presenza di autori come Scarpa, Scala, Rebuffi, Amendola. L’unica nota davvero negativa può dirsi la sola “Topolino e la primavera rubata”, per una sceneggiatura forse un po’ confusa di Lugli e i disegni decisamente poco accattivanti dello studio Bonnet che pure si rifanno a Paul Murry. In definitiva non un numero epocale, ma certamente una serie di storie che si lasciano leggere con piacere, dando quantomeno un senso a i 4,50 euro del prezzo.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"