Topolino 3019

02 OTT 2013
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Un numero importante il 3019 che segna il passaggio della divisione periodici Disney alla Panini Comics. Sicuramente, come confermato dai diretti interessati, ci saranno importanti novità in un prossimo futuro, ma per il numero di Topolino in edicola, come è naturale che sia, la nuova gestione non porta nulla di più del semplice rilievo statistico e della bella ma quasi obbligata copertina di Cavazzano.

In effetti sfogliando il settimanale si vede come il livello sia grosso modo lo stesso delle ultime settimane, un prodotto piacevole anche se manca qualcosa che rimanga nella memoria dopo la lettura.


L’editoriale della direttrice comunque trasmette il giusto entusiasmo per la nuova avventura che ci si appresta ad intraprendere.

La storia di apertura è il nuovo episodio di DoubleDuck, “Unknown”, scritta da Bosco, che si distingue non tanto per la trama, abbastanza semplice e priva di veri colpi di scena, quanto per alcune particolarità che possono offrire degli spunti di riflessione: non è semplice oggidì trovare una storia Disney in cui si parli apertamente di “sistema” e della crisi economica attuale, in cui i poliziotti sono chiamati sbirri e in cui alla fine viene applicata una sorta di “giustizia sociale”, con i soldi sottratti pur sempre illegalmente alle banche che vanno a sostenere attività benemerite. Sciarrone si trova a suo agio con le atmosfere dell’agente segreto DD e un grosso aiuto gli viene anche dai colori di Mirka Andolfo.

Sull’ultimo episodio di Wizards of Mickey, sempre ad opera di Venerus, non c’è nulla di diverso da dire rispetto ai precedenti. Dà l’idea di una saga che sembra trascinarsi per forza di inerzia, questa puntata appare anche un po’ confusa nel suo svolgimento: la speranza è sempre che alla fine questi episodi possano andare a comporre un unico affresco che assumerà un significato compiuto, ma…

Torna anche il Bosco umorista con il fido Piras per proseguire la serie di “Andiamo al cinema”, stavolta dedicata al cinema di serie B (anche se quello descritto sembra essere più dalle parti del trash, i b-movies hanno spesso una loro insospettabile dignità).

“L’isola dei delfini”, di Figus, è un’avventura fin troppo standard e senza emozioni con Topolino e Pippo a cui non giovano molto nemmeno i disegni di un Marini molto anonimo.

La chiusura è affidata a Pesce e Held con “Paperino e l’amicizia fittizia”, una specie di divertissement senza capo nè coda: a suo modo anche divertente se non si fosse protratto troppo oltre misura finendo per annoiare.

Per quel che riguarda la parte extra fumetto, da leggere il reportage fotografico sulla visita della redazione alla sede della Panini a Modena: non ci sono grandi notizie, ma si ha la possibilità di associare un po’ di nomi a volti finora sconosciuti.

Interessante anche il piccolo e forzatamente semplificato articolo sui “pirati informatici” come corollario della storia di DoubleDuck.

Chi volesse invece vivere l’ebbrezza di un giorno da Paperone cercatore d’oro nel Klondike, troverà le informazioni per partecipare ai campionati di questa speciale attività sportiva.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"