Paperino – Le inedite follie inglesi

20 GIU 2014
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Paperino le inedite follie inglesi di William Ward, edito da Anafi, copertina di Alessandro Gottardo

L’arte del fumetto è qualcosa di abbastanza recente, se la confrontiamo alla musica, alla pittura o alla danza e al teatro. Parliamo di 120 anni e poco più. Eppure, vi sono ampie aree oscure di fumetti caduti nell’oblio che, legati solo alla fragile carta stampata dei quotidiani, rischiano seriamente di perdersi. Non è sbagliato parlare dunque di archeologia fumettistica: un complesso lavoro di scoperta, restauro e rinascita, con conseguente riproposizione in stampa.

Si tratta di operazioni che per il grande pubblico sono poco interessanti, ma per gli appassionati e gli studiosi significa salvare dei veri e propri anelli mancanti. L’ANAFI in questo permette un lavoro certosino ed accurato con una base solida di soci e di intenditori. Ogni anno dà alle stampe un volume di pregio e, esattamente un anno fa, è stato dedicato al Paperino di Walt Disney.

Non si tratta però del canonico papero che tutti conosciamo, ma della scoperta del personaggio per i fumetti ad opera dell’inglese William A. Ward, misterioso autore che ha però realizzato, in completa autonomia, un avvincente ciclo di dodici storie per il settimanale del 1937 Mickey Mouse Weekly. Questo, in maniera completa, integrale, restaurata e tradotta viene pubblicato, per la prima volta in Italia, in un volume di pregio, a cura dei bravissimi critici Massimo Bonura, Federico Provenzano (il nostro Special Mongo) e Luciano Tamagnini, più un intervento del decano della critica disneyana Alberto Becattini.

Paperino – Le Inedite Follie Inglesi è il titolo del volume, impreziosito da una bella copertina di Alessandro Gottardo e da un disegno in bianco e nero del bravo Emmanuele Baccinelli (il nostro Bacci). Una bellissima opera, impreziosita da articoli critici di altissimo livello e da un apparato iconografico all’altezza, capace di sviscerare questa complessa e sorprendente produzione.

Questo ciclo di storie, uscito una tavola per settimana, è per un lettore moderno molto bizzarro. E’ evidente che l’autore non conosce benissimo i personaggi a livello grafico, mentre come caratterizzazione la fonte primaria è il cartone, avendo comunque un occhio per il fumetto di Floyd Gottfredson, specie per i personaggi secondari. Ma fin da subito Ward sceglie una strada precisa, eliminando la controparte femminile, in questo caso Donna Duck, e ponendo di fianco a Donald un personaggio che non sarà mai più riutilizzato. Si tratta di Mac, una sorta di cane, mezzo marinaio mezzo furfante, uso a vivere alla giornata, ma scaltro e pieno di buon senso, maggiore del collerico Paperino. Tra i due si crea un legame di amicizia maschile schietto e di rispetto reciproco, di offese anche e di litigate, seguite sempre da affettuose riappacificazioni.

Con questi due personaggi, Ward decide di osare tutti i generi, dal fantasy al fantascientifico, dall’avventuroso al western, fino al quotidiano, trascinandoli in un fuoco pirotecnico di guai e di pericoli. Accompagnato da battute fulminanti e da scene politically uncorrect, il ciclo è sorretto da una serie di disegni disneyani molto raffinati, basati su di un elegante uso della mezzatinta e dell’inchiostrazione accurata.

Per quanto straniante all’inizio, la narrazione comincia a decollare, presentando situazioni sempre più surreali ma allo stesso tempo divertenti. Storie coinvolgenti e davvero diverse da quelle prodotte in America e da quelle che usciranno in Italia. Surreali, stravaganti, ma frizzantine, specie nei rapporti umani tra personaggi. Poco dopo Ward fu in Italia a comparire il primo fumetto dedicato a Paperino fuori dall’America. Parliamo del classico mistero di Marte di Federico Pedrocchi. Ma in Inghilterra qualcosa era già stato fatto, anche se in pochi riuscirono a saperlo. Un fumetto capace di sorprendere anche il più esperto, e di incuriosire il lettore novello.


N.B. La recensione si trova anche qui.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.