PD 62: Pk Giant Double Special Edition

11 MAR 2015
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Così come in passato erano usciti gli speciali di Pkna, ovvero come numeri di testate chiamate in gergo “vattelapesca”, anche per PkGiant vengono ripubblicati in grande formato le edizioni speciali estive con cui il PkTeam dilettava i suoi lettori, nella più classica tradizione americana di inserire in estate un numero speciale, fuori dalla numerazione classica ma canonici e con episodi speciali che spesso approfondivano la continuity.
I primi due speciali, con copertina quasi uguale, avevano due scopi differenti e a prima vista scioccarono un po’ il lettore, che forse si aspettava qualcosa di più inerente. La caratteristica comune è quella di avere una serie di storie brevi, di autori diversi, collegate da un filo conduttore.

Affascinante immagine promozionale per lo Speciale 98.


Missing è una storia anomala, la cui idea di base è il fatto che Paperinik sia scomparso e tutti lo cercano, come Lyla, Flagstarr, Xadhoom, gli stessi Evroniani, oppure approfittano della sua assenza per compiere malefatte, come il Razziatore. Il tutto è un pretesto per innescare trame di vario tipo, utilizzando i soliti virtuosismi grafici della serie ed esaltare le matite dei disegnatori. Barbucci prima di tutto, ma poi un Cavazzano a suo agio in un nuovo contesto, un Intini in forma e un Lavoradori sempre estremo, nella sua ultima apparizione nella serie. Il finale lascia stupiti, ma è incredibile come questo albo, che pare alla prima lettura una sorta di divertissement, abbia seminato una serie di spunti che sbocceranno solo con la seconda serie.


Zero barra uno ha una storia ancora diversa. Tutto nasce dai lettori intimoriti di aver perso un numero tra lo 0 e lo 0/2, una paura rinfocolata da quelle teste calde del PkTeam, che mischiavano le carte. Così, per colmare il buco immaginario uscì questo speciale, che infatti si pone come ideale ponte tra i due numeri, con prima e ultima pagina che si ricollegano dichiaratamente tra le due trame. Un albo pienamente in continuity, che esplora come Paperinik abbia vissuto il passaggio ad una dimensione più supereroistica di quella precedente, chiudendo i vecchi rapporti. Struggente è l’addio ad Archimede, una breve storia di Faraci su bei disegni di Mottura, così come denso di pathos è l’abbandono alla vita tradizionale con Paperina, in cui spaventosi cooflames e un inquietante luna park fanno da sfondo alla vicenda, un lavoro ottimo di Cordara e Forcelloni. Non manca una spruzzata di furbo umorismo, con la grande coppia Enna – Ziche, e rispunta Cavazzano che, su testi di Marconi, mette in campo una delicata e sognatrice 313. Il filo conduttore di Sciarrone e del mitico Stenti, seppur con qualche incongruenza temporale, assolve benissimo al compito, e regala un volume speciale davvero appagante per il lettore, specie rispetto al più criptico precedente.
Due numeri molto interessanti, che donano poi una vasta panoramica del parco autori presente su Pkna. E veniamo all’edizione per il Giant. La copertina riprende quella iconica dei due albi, una scelta azzeccata, così come la posizione dei titoli, sui lati come nel vecchio layout. Non si può dire lo stesso del sottotitolo, terribilmente prolisso ed invadente, così come degli scarsissimi redazionali (una paginetta) presenti. Altro non c’è. La rilegatura a libro con costa rettangolare non pare neanche troppo solida, e il tutto non ha una parvenza particolarmente iconica o speciale, senza particolari effetti o altro. Un po’ poco forse per celebrare la ristampa di due volumi molto amati della serie, e che così appaiono un po’ mortificati. Se si voleva semplicemente ristampare le storie, nulla da dire, ma se si voleva realizzare un numero speciale per la testata PkGiant, l’obiettivo non pare essere stato raggiunto.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.