Uack! 15

20 MAG 2015
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Dopo averlo sottilmente fatto trasparire all’interno dei numeri immediatamente precedenti, Uack! 15 affronta un aspetto finora poco approfondito all’interno delle simili collane che in passato hanno condiviso l’approccio filologico nei confronti del fumetto disneyano made in USA: la netta cesura ravvisabile alla fine del 1962 con la conclusione del lungo sodalizio tra la Western (titolare della licenza per la produzione di storie con i personaggi Disney) e la Dell Publishing (editore e distributore) con la costituzione, da parte della prima, di un’etichetta proprietaria per l’espletamento in proprio di tutte le attività editoriali (Gold Key Comics). Un cambiamento talmente significativo e d’impatto da poterlo quasi considerare come l’inizio di una sorta di Silver Age all’interno dell’epopea dei comic book con personaggi Disney (e non solo). Oltre a coincidere con la fine della storica collana Four Color (anch’essa tuttavia parzialmente rispolverata sotto il nuovo marchio) il passaggio risulta oltremodo tangibile nella tipologia dei contenuti e nell’estetica di tutte le collane disneyane, tale da indispettire lo stesso Barks, come è evidente dallo stralcio di una sua lettera riportata in questa sede all’interno di un articolo di Alberto Becattini. Tra le curiose novità proposte, puntualmente esplicitate da Luca Boschi all’interno del Portfolio, solo poche restano tuttavia ancora visibili al lettore di oggi: ci riferiamo ai baloon rettangolari di Zio Paperone Novello Ulisse e di Archimede Pitagorico e l’irriducibile vocazione, precedentemente eliminati e rintrodotti in occasione della pubblicazione rispettivamente su Zio Paperone 19 e 20 del 1991, oltre alla bordatura blu di quest’ultima storia, creata ad hoc su Zio Paperone 20 per rievocare quella ben più variegata presente su Uncle $crooge 40.
In questo numero si completa la pubblicazione delle storie provenienti da Uncle $crooge 38 (iniziata il mese scorso); totale la riproposizione dei contenuti dal numero successivo (l’ultimo totalmente opera di Barks, al netto della pagina del racconto in testo di cui appare, come ormai di consueto, la sola testatina disegnata da Strobl) completa anche di Zio Paperone intenditore d’arte disposta, come in origine, verticalmente. Dal fascicolo numero 40 mancano una breve storia disegnata da Jim Fletcher ed una tavola autoconclusiva di Strobl (entrambe già pubblicate in passato in Italia), mentre non vengono rispettati il bianco e nero (e per la seconda anche la posizione, certamente per esigenze di impaginazione) per Zio Paperone – Cara vecchia università e Zio Paperone – Tanto di cappello.
Al netto degli aspetti legati al contesto in cui gli albi originali videro la luce negli Stati Uniti, segnaliamo la presenza in questo numero di due storie particolarmente significative appartenenti all’ultima fase creativa del Maestro dell’Oregon. In entrambe emerge sprezzante la carica ironica di Barks nei confronti di diverse figure estremamente pittoresche del suo tempo: dai volenterosi colonizzatori-educatori alle prese con popolazioni dalle ben diverse “necessità” (Zio Paperone e gli indiani paperuti), agli arrampicatori sociali elevatisi per il semplice possesso di stravaganti status symbol (Zio Paperone snob di società).
Merita ovviamente una riflessione la già citata Zio Paperone Novello Ulisse, avventura fondamentale nell’evoluzione del personaggio di Amelia, da qui in poi occasionalmente considerata discendente della maga Circe, come ella stessa si spaccia all’inizio della storia; di cui resta memorabile la sequenza dell’ingresso dello zione e Paperino nell’antro della maga con l’affascinante papera partenopea distesa sul triclinio.
Poco da dire, infine, sull’inedita del numero, totalmente opera di Daan Jippes e solo marginalmente ispirata ad una storia di Barks con protagonista Barney Bear.

Autore dell'articolo: Marco Travaglini

Giornalista pubblicista, vivo e lavoro a L'Aquila. Appasionato e collezionista di fumetti, libri, film, audiovisivi e tutto quanto riporti il marchio Disney, incontro per la prima volta all'età di 7 anni sia il Mickey Mouse delle daily strips sui supplementi del quotidiano romano Il Messaggero, sia le storie di Carl Barks sul glorioso mensile Zio Paperone. Nel 2009 ho avuto la fortuna di lavorare per qualche mese presso la Nintendo of Europe a Francoforte. Dal 2006 contribuisco attivamente a tutti i prodotti editoriali e alle iniziative del Papersera.