Deluxe Edition 13: PK – Il marchio di Moldrock

02 OTT 2017
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Continua la pubblicazione in formato deluxe di Pkne, e ora tocca alla storyline curata dalla coppia Francesco Artibani e Alessandro Pastrovicchio, con il fondamentale apporto, coloristico e non solo, di Max Monteduro. In questo loro terzo capitolo Moldrock pretende di mettere sotto scacco Paperopoli ed il mondo intero se non otterrà come prigioniero Everett Ducklair. Paperinik cercherà di trovare una soluzione, aiutato da vecchi e nuovi amici.
Pur costruita con nobili intenzioni, non sosteniamo la bontà di questo nuovo tassello della saga. Anzi, tutt'altro, lo consideriamo quasi un passo falso, un confuso affastellarsi di vicende a tratti incoerenti ed un uso spregiudicato e del tutto casuale di personaggi presenti quasi solo per fare fan-service. Di questi ultimi ricordiamo Trauma, tirato in ballo per due episodi in maniera contraddittoria per poi essere liquidato in un paio di tavole, oppure Nebula Faraday, la cui presenza non sembra particolarmente utile. Da una puntata all'altra, poi, le decisioni di Paperinik cambiano senza una ragione chiara, all'improvviso e senza spiegazione alcuna: si passa da una clonazione di Trauma ad un rapimento con gita al Pozzo che si protrae per le due puntate centrali, risultando piuttosto dispersive. Lo stesso Moldrock, presente nel titolo, diventa una figura confusa e bizzarra, diviso quasi tra l'essere un cattivo monodimensionale e l'atteggiarsi a villain shakesperiano. È Everett però a subire il trattamento peggiore: Artibani attua ai suoi danni una retcon micidiale, invalidando e modificando con forza alcune sue azioni del passato, veri pilastri di Pk2. Sembra quasi che, pur di far entrare Moldrock nella mitologia della saga, lo sceneggiatore romano abbia dovuto distorcere la complessa figura del problematico alieno.
Poco da dire riguardo al comparto grafico, con un Pastro divertito tra montagne di muscoli micidiali. In compenso, lo studio dietro l'Orda non trova una compiuta presenza nella storia, ma solo negli extra, in accettabile quantità e interessanti il giusto. Chissà se saranno usati in futuro o resteranno solo come anonime ed intercambiabili comparse.
Insomma, il Marchio delude le aspettative con una trama debole e confusa, e condita con un finale del tutto affrettato. Il ritorno di Uno tanto sospirato, e spoilerato in copertina, risulta poco sentito e non coinvolgente, e viene ucciso da una vignetta finale aberrante nel suo facile ammiccamento ad un pubblico che non sembra capire un linguaggio un poco più complesso. La storia non è all'altezza delle proprie ambizioni, non riesce ad appassionare e subisce una struttura narrativa che non fa buon uso delle sue 160 tavole. Speriamo che il quarto e ultimo capitolo della tetralogia sia più felice, e spiace constatare come, dopo l'eccezionale Potere e Potenza, tutte le saghe di Pkne non siano state capaci di scaldare i cuori.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.