Topostorie 42 – Alberi… di famiglia

05 OTT 2017
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L’attuale numero di Topostorie ci presenta un canovaccio non molto diverso dai volumi precedenti. Vera protagonista di stavolta è la genealogia disneyana, argomento ampiamente discusso nei decenni passati su cui si fondano pilastri del fumetto italiano e mondiale, del quale tuttavia non verrà mai trattato abbastanza. Lo scopo del tomo diventa quindi quello di illustrare nuovamente la materia con una piccola “variazione sul tema”, cercando appunto di ripescare dal dimenticatoio storie misconosciute, ma non per questo poco appetibili o degne di nota. Scopo intuibile già dall’opera d’apertura, Paperino e l'antenato più ostinato, un interessante racconto di scuola Egmont all’insegna di paradossi temporali inverosimili e commoventi rapporti d’amicizia, sentimento predominante per tutte e 26 le tavole. Il finale dal retrogusto amaro riassume in poche battute lo stesso senso della vita e ne è la carta vincente.
Gli onori più grandi, quantomeno in fatto di ristampe, spettano comunque alle storie centrali, anche perché ritrovare le avventure di Paper Rosso dopo oltre vent’anni dalla sua prima pubblicazione fa sempre un certo effetto, soprattutto per chi è cresciuto e si è appassionato al fumetto con la produzione brasiliana. Nata come ideale seguito alla Saga di Paperopoli di Saidenberg e Soares Rodrigues, narra le tribolazioni di un vichingo in Cina (Pena Rubra – Paperoga) al fianco di zio e compagni, che viene presentato come papero bislacco ma genuino, il classico genio incompreso. Genialità che condivide con la trama della Commedia movimentata, di matrice strutturalmente martiniana la cui sceneggiatura purtroppo non richiama minimamente lo stile inconfondibile del Professore e finisce col perdersi nei dialoghi decisivi. Ottima è invece la storia conclusiva dell’albo che presenta un intreccio pulito, tanta azione e discreto senso dell’umorismo, oltre ai disegni da applausi del maestro De Vita. Stiamo parlando naturalmente di Topolino e la leggenda del Topo Nero, fra l'altro già alla terza ristampa in pochi anni.
Chiudono il cerchio due Diari delle Antenate e una breve di chiara ispirazione barksiana firmata James e Strobl, che nel complesso rialzano la qualità dell'albo.
Discorso a parte invece per il prologo introduttivo dove Marconi inserisce qualche gag spassosa e niente più, non sfuggendo a espedienti narrativi già visti nelle varie frame story della testata.

Autore dell'articolo: Topolino08