Super Almanacco Paperino 2

10 MAR 2020
Super Almanacco Paperino #2

La copertina di Marco Rota, forse ispirata alla storia “Paperino Chiromante”?

Eccoci al secondo appuntamento con le letture da riscoprire. Dopo il brillante Paperofollie di ieri, oggi vorrei illustrarvi il magnificente contenuto del numero 2 del Super Almanacco Paperino. Per chi non conoscesse la testata, si tratta di una pubblicazione di grande formato (poco più grande dell’Almanacco Topolino, per intenderci) pubblicata probabilmente come esperimento nel dicembre 1976, visto che non aveva il numero progressivo sul dorso, come poi li avranno i fascicoli seguenti. Ristampava – per i 17 numeri che andarono a comporre la cosiddetta Prima Serie – quasi esclusivamente storie riprese dagli Albi d’Oro Mondadori o dall’Almanacco Topolino, quindi principalmente storie di produzione statunitense, in formato comic-book, e cioè con quattro righe di vignette per pagina.

Questo è un elemento essenziale per capire cosa aspettarsi dalle storie che caratterizzarono la pubblicazione: storie di Barks (o nel “peggiore” dei casi Strobl e Bradbury) assieme a storie più o meno dimenticate degli albori della produzione Disney in Italia. Praticamente un tesoro per chiunque fosse esposto alla lettura di fumetti Disney in quegli anni!

Il numero che più di altri ricordo praticamente a memoria è il 2, pubblicato nell’aprile 1977: presentava un mix di storie quasi “eretico” a volerlo giudicare con i criteri di oggi e la “segregazione” cui sono sottoposti i personaggi non canonici del fumetto come Biancaneve.

Dietro la divertente copertina di Marco Rota (in quegli anni davvero strepitoso, poteva fare qualunque cosa!) ci accoglie un’illustrazione a due pagine dove vengono riportati i personaggi principali delle storie contenute nell’albo. Ce n’è da rendere perplesso qualunque lettore abbia conosciuto i fumetti Disney solo in tempi recenti: oltre ai consueti protagonisti della famiglia dei Paperi, troviamo Biancaneve e i Sette Nani, Pippo con uno strano turbante in testa, un messicano fortemente stereotipato, un barbogio con l’armatura dei conquistadores spagnoli! Mi ricordo l’enorme sforzo fatto all’epoca per non prendere i pennarelli (Carioca) e colorare l’immagine… cosa che invece ora potreste fare voi scaricandovi la versione “grande e grossa” da qui!

Le storie contenute nell’albo partono proprio da quella che vede il nostro amico messicano noleggiare l’aereo incautamente acquistato da Paperino, per un volo sull’America Centrale. Paperino in Vulcanovia sono trenta pagine di avventure e risate con l’inconfondibile marchio dell’Uomo dei Paperi.

Un "modello" di bombardiere?

Vedere i paperi alle prese con i prezzi in lire è qualcosa di molto curioso…

Per quanto non ancora addentrato molto nel fumetto Disney, la storia di Vulcanovia era comunque abbastanza “compatibile” con i canoni di quanto avevo letto sino a quel momento… La seconda invece era qualcosa di assolutamente inedito, diverso da tutto quello visto prima, direi quasi lontana dai canoni Disney: Pippo e Paperino insieme, in una storia che prende le mosse da un’altra storia precedente, come spiegato nella didascalia introduttiva, dal ritmo veloce ma un po’ sconclusionata, con personaggi fuori ruolo, primo tra tutti Gambadilegno… insomma, Paperino chiromante è una storia davvero imperdibile!

Dopo i voli pindarici proposti dalla coppia Pedrocchi / Pinochi della storia precedente, si torna all’avventura classica di Carl Barks con una tripletta in crescendo: si comincia con Paperino cacciatore di canguri, avventura dove il disegno di Barks inizia a stagliarsi molto al di sopra della media, si continua con Paperino e “L’Oca d’Oro”, con la scoperta di una parte del passato della famiglia dei paperi, e si conclude con Paperino e il fantasma della grotta, una delle mie storie preferite, anche se qui è in versione rimontata con qualche vignetta che risente degli aggiustamenti necessari all’impaginazione nostrana.

La storia posta in chiusura di albo, poi, è ancora più incredibile per quelli che sono i criteri di pubblicabilità in vigore oggi (ma anche negli anni Settanta, a dirla tutta!).

Gli occhi di Biancaneve sostituiti dai diamanti.

Biancaneve, resa cieca dal mago, sostituisce i suoi occhi con due diamanti per accecare a sua volta il crudele Basilisco…

Biancaneve e il mago Basilisco, sceneggiata da Enrico Pedrocchi e disegnata da Nino Pagot, prende le mosse dal rapimento, organizzato dal mago che dà il titolo al racconto, del figlio(!) di Biancaneve per farne il suo erede, sviluppandosi in una serie di avventure di drammaticità oggi davvero impensabile: il mago con il suo sguardo rende Biancaneve cieca, poi tenta di sbarazzarsi dei nani facendoli attaccare da due feroci gorilla selvaggi che verranno però uccisi dai nani, Biancaneve che al posto dei suoi occhi si mette due diamanti per accecare il mago ed infine, scena nota ai più, la morte del mago Basilisco schiacciato dai massi durante il suo tentativo di fuga, con l’aggiunta della condanna all’Inferno della sua anima! C’era di che soddisfare la voglia di essere stupito di un bambino di otto anni che avrebbe dovuto ancora attendere un anno per potersi esaltare per le gesta di Goldrake!

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!