Il Manuale delle Giovani Marmotte
E’ noto che macchine volanti, civiltà aliene e robot tuttofare sono sempre stati all’ordine del giorno nei racconti di fantascienza del Novecento. Però praticamente nessun autore è riuscito ad immaginare un futuro con una presenza di Internet così pervasiva come lo è oggi, e grazie alla quale la stragrande maggioranza del genere umano ha la possibilità di accedere a gran parte della conoscenza acquisita nei secoli da tutta l’umanità (e soprattutto al Papersera!).
Nessuno o quasi…

La copertina del primo – mitico – Manuale delle Giovani Marmotte.
Un placido signore dell’Oregon, che reinventandosi di volta in volta tra mille mestieri, finì per essere uno dei maggiori narratori del secolo scorso, creando una serie di personaggi divenuti patrimonio comune di tutti noi, e che negli anni hanno caratterizzato fortemente il nostro immaginario. Mi riferisco chiaramente a Carl Barks, creatore – tra moltissimi altri spunti e personaggi – del mitico Manuale delle Giovani Marmotte nella storia “Paperino e l’E.S.S.B“. Un libricino piccolo-piccolo, nel quale però – non è dato sapere in che modo – era contenuto tutto ciò che fosse servito ai generalissimi Qui, Quo e Qua per risolvere situazioni di qualunque tipo e difficoltà. Traduzioni di antichi linguaggi ormai perduti, consigli per la sopravvivenza nei boschi, indizi per individuare le rovine del labirinto del Minotauro e mille altre notizie ancora, tutte racchiuse nella preziosa guida… quasi fosse – appunto – un tablet dal quale poter accedere a tutta la conoscenza disponibile.
La geniale idea di Barks venne ripresa in seguito da moltissimi autori, facendo oscillare il manuale da brillante spunto ironico a pedante deus-ex-machina, ma sempre ammantandolo di una sorta di “irraggiungibilità”, essendone preclusa la lettura a chiunque non fosse una Giovane Marmotta.
Ma nel 1969 le cose cambiarono: la Mondadori pubblicò – inizialmente in Italia e poi praticamente ovunque nel mondo – il Manuale delle Giovani Marmotte. Un successo globale clamoroso, numeri di vendita da far impallidire i best seller dell’epoca (e di oggi) e capostipite di una serie di manuali che costituirono uno dei fiori all’occhiello della casa editrice di Segrate.

Il misterioso codice dei Dada Urka… riuscite a decifrare il messaggio?
Realizzato a cura di Mario Gentilini con la collaborazione di Giovan Battista Carpi e Elisa Penna (a me è sempre sembrata strana però l’assenza dai credit ufficiali dell’onnisciente Martina…) il Manuale si compone di 256 pagine, copertine comprese, piene di notizie e consigli: imparare l’alfabeto Morse, cenni di araldica, come conservare i dischi (in vinile, ovviamente) o leggere le carte topografiche, il comportamento da tenere nel caso si incontrasse una vipera, riconoscere le pitture di guerra dei pellerossa, riparare un filo elettrico… tutto!
Quando in terza elementare ci fecero fare un lavoretto a gruppi sui diversi alfabeti, io e il mio amico Massimiliano ci guadagnammo un fantastico 10 riproponendo su cartoncino l’enigmatico codice dei Dada Urka! E che dire della mappa delle stelle? Quante volte ho riciclato i suoi insegnamenti (quasi sempre inutilmente) in occasione di romantiche serate estive…
Ricevetti il Manuale come regalo a Natale 1976 (seguito l’anno dopo dal terzo manuale, mentre per il secondo avrei dovuto aspettare ancora un po’) e fui affascinato sia dall’enorme quantità di notizie contenute, sia dai disegni di Carpi, che non riconoscevo come tale, ma che sapevo essere quello che faceva anche le storie belle su Topolino.
Disegni che chiamavano in causa tutti i personaggi di Casa Disney, non solo le Giovani Marmotte, vi propongo questa galleria di immagini assortite per rendere giustizia alla bravura del Maestro Carpi.
So che negli ultimi anni per la Giunti è uscito nuovamente con la stessa veste editoriale, sarei curioso di sapere il ritorno di successo, pubblico e vendite, visto che immagino oggi i bambini siano decisamente diversi da quelli degli anni Settanta e che il fascino dell’orologio dei fiori o del modo per risparmiare il costo di un busta da lettera possano non essere accolti oggi come allora…
17 MAR 2020