Intervista ad Alex Bertani (seconda puntata)

11 MAG 2020

Eccoci alla seconda puntata (di sei) dell’intervista al Direttore Alex Bertani. Sono già molte le considerazioni interessanti, soprattutto quelle riguardanti le storie di cui sono protagonisti i personaggi più giovani del mondo Disney che, nel corso degli ultimi mesi, hanno arricchito i contenuti di Topolino, da Area 15 a Newton Pitagorico.
Buona lettura!

Secondo te quanto manca oggi un’Accademia Disney?

Manca tanto. Io – che sono l’ultimo arrivato – quando ho incominciato ad addentrarmi di più sulle problematiche del giornale, mi sono chiesto come fosse possibile che un giornale che produce dalle 100 alle 120 pagine inedite di fumetto alla settimana (che, credimi, è una cifra spropositata, enorme) con una squadra di 50, 60, 70 disegnatori non avesse non dico un’Accademia Disney, che forse oggi come oggi è qualcosa di troppo ambizioso, ma nemmeno un punto di riferimento. Che non ci fosse un qualcuno capace di dire “Sì”, “No”, “Questa è la strada giusta”, “Quello che vogliamo va in questa direzione piuttosto che in un’altra”.

Secondo me la cosa strana è che negli ultimi dieci anni non ci sia mai stato questo tipo di coordinamento e questo tipo di direzione. E a volte, mi dispiace dirlo ma credo si sia visto sul giornale, alcune cose sono uscite senza che nessuno avesse in qualche modo fatto questo lavoro di valorizzazione, di coordinamento, di ricerca sul tratto dei disegnatori. Poi non è che arriva Freccero e cambia tutto così, d’emblée. Però io vedo ciò che sta facendo Andrea e ti posso assicurare che è un lavoro veramente molto importante: ho visto decine e decine di tavole in cui si prende la briga di prendere il disegno, di segnalare delle cose, di segnalare quando, ogni tanto può succedere, ti scappa una proporzione.

Questo significa pian piano, nel tempo, garantire una qualità più alta del disegno che è una parte fondamentale della nostra attività. Ripeto, Topolino fa ogni settimana 100-120 pagine inedite di fumetto. È una quantità veramente importante per noi.

È un ottimo quadro della situazione, quindi a questo proposito la mia domanda è d’obbligo: a che punto siete con il famoso archivio da magazzino?

Metti il dito nella piaga! [ride]

Topolino 3355, il primo numero in cui le storie nuove cominciano a farla da padrone

Topolino 3355, il primo numero in cui le storie nuove cominciano a farla da padrone

In un tuo editoriale di fine o inizio anno avevi scritto che dalla primavera si sarebbero viste in proporzione più storie della tua gestione rispetto a quelle rimaste indietro negli anni.

Sì, diciamo da un mese a questa parte, circa dal 3355, che è stato non dico uno spartiacque ma sicuramente un numero dopo il quale la parte di storie nuove è diventata più ampia. Abbiamo però ancora una quantità consistente di storie che sono datate di due, tre, quattro anni.

Ti interrompo solo per dire che la storia del deposito in due parti con Paperino e Paperoga risale al 2016, stando a ciò che mi hanno riferito.

Sì, appartiene ancora al “magazzino De Poli”. Abbiamo ancora un centinaio circa di storie che smaltiremo pian piano. Diciamo che all’inizio c’era questa idea che avremmo smaltito tutto il magazzino e poi saremmo partiti con le storie nuove. Poi alla fine non me la sono sentita e ho cominciato già dall’autunno a inserire un pochino di storie che avessero dei presupposti nuovi, quelli su cui io sto lavorando con gli autori e con la redazione. Questo ha fatto sì che in realtà non abbiamo smaltito tutto come pensavamo e che ce lo porteremo avanti ancora per un po’ di mesi. Però da adesso in poi sono incominciate a uscire una serie di storie che hanno dei presupposti leggermente diversi rispetto alle altre.

Topolino sta prendendo una direzione precisa su un certo tipo di storie, puntando anche tanto sulla versione giovane dei personaggi: abbiamo avuto Young Donald Duck, Young Indiana, poi anche Topolino giovane, Area 15 con Qui, Quo e Qua, Foglie rosse con Tip e Tap. Può esserci stata una influenza positiva del reboot di DuckTales e c’è anche voglia di portare sul giornale qualcosa di italiano a livello grafico e narrativo?

Area 15, il covo dei giovani nerd paperopolesi

Area 15, il covo dei giovani nerd paperopolesi

Una certa attenzione sui personaggi più giovani dell’universo di Paperopoli e Topolinia c’è. Non è un mistero che uno dei problemi che Topolino ha sempre di più è questa difficoltà nell’avere un contatto con le nuove generazioni di lettori. Perché mentre Topolino è comunque abbastanza ancorato a un lettorato, nel quale ci sono io e forse anche il Papersera, di persone che hanno cominciato a leggerlo negli anni Settanta, Ottanta e Novanta, la difficoltà oggi è arrivare a chi è più giovane.

Raccontare storie con Qui, Quo e Qua o Tip e Tap non è la risposta, chiariamoci. Sicuramente, però, sono dei characters più vicini a quello che è il mondo di un ragazzino di 6, 7, 8 anni, più o meno l’età in cui si comincia a leggere Topolino. Una saga come Area 15 secondo me ha questa capacità – poi magari è una mia idea! – di riuscire ad essere adatta e piacere sia ad un pubblico adulto, perché comunque le tematiche non sono banali, le interazioni tra i personaggi non sono scontate e c’è comunque una certa profondità, sia ad un pubblico più giovane che trova nel mondo dei fumetti, delle action figure, dei cartoni animati comunque qualcosa di aspirazionale, delle esperienze adolescenziali.

Secondo me è un tentativo di riuscire a parlare ad entrambi i pubblici. Questa è la grande sfida di Topolino: riuscire a fare delle storie che piacciano a chi ha qualche anno in più ma anche ai ragazzini. Abbiamo un lettorato nettamente spaccato, lo dicono le statistiche della Doxa: il 50% ha meno di 11-12 anni e il 50% va in su fino ai 50-60. Non è facile parlare una lingua che piaccia a entrambi questi pubblici, credimi. Io credo che storie come quelle di Newton Pitagorico, che per me sono veramente molto fresche, simpatiche, divertenti, riescano a parlare di più a un pubblico ambivalente.

Forse è più difficile a volte farlo con una storia di Zio Paperone o di Topolino. Credo che Topolino debba avere la capacità di essere entrambe le cose: non deve dimenticare nessuno, ma non deve dimenticare neanche la sua funzione, quella di essere comunque uno strumento che ha come suo core target i ragazzini e i bambini. Se perdiamo di vista questo obiettivo snaturiamo il giornale e questo sarebbe sbagliato.

Ma ci sono anche tante cose senza Tip e Tap e Qui, Quo, Qua, eh!

“Parlare ad entrambi i pubblici”

Era per differenziare, cosa che ho notato anch’io, Young Donald Duck o Topolino le origini che a livello di trama sono molto più semplici… Andando per gradi, abbiamo un pubblico molto più infantile per questa tipologia di storie. Poi, se andiamo a guardare un’Area 15 o un Foglie rosse, a livello emotivo si dà tanto.

Vedi, il problema è che c’è qualcuno che ancora continua a pensare che fare un giornale per bambini di 7-8 anni voglia dire fare delle storie prive di ogni tipo di tematica, che debbano essere un pochino asettiche, che non siano disturbanti per un ragazzino. Secondo me è profondamente sbagliato pensare che a quell’età un ragazzino abbia bisogno di quel tipo di storie lì. Quello che secondo me dimenticano tutti è che chi ha 7-8 anni oggi ha visto i Simpson, i Griffin, Il trono di spade coi genitori, ha già comunque una serie di esigenze di tipo narrativo e visuale abbastanza sofisticate. Non è vero che per fare un giornale che piaccia ai bambini dobbiamo fare un giornale noiosetto con delle cose un po’ sciocchine! Questo è il grosso errore in cui si è caduti per tanto tempo.

I ragazzini oggi a 7-8 anni sono assolutamente svegli, hanno bisogno di storie forti, importanti, con una trama che sappia emozionarli, che sappia incuriosirli, che gli racconti delle cose. Non è vero che Topolino “per bambini” sia più asettico o privo di slanci narrativi, ma è un equivoco in cui si cade spesso.

Molto spesso inoltre ci siamo sentiti dire che facciamo un Topolino solo per gli adulti. Ecco, anche questo tipo di equazione è sbagliato. Queste storie qui hanno la capacità di parlare ad entrambi i pubblici, la grande difficoltà di fare questo giornale. Poi io non ho la bacchetta magica, ma credo che questa sia la strada: fare storie che abbiano la capacità di toccare certe corde, di riuscire ad emozionare il lettore, di raccontargli qualcosa di questi personaggi meravigliosi che abbiamo a disposizione, una visuale nuova, delle esperienze di tipo diverso…

Però questo significa tanto lavoro ed è facile fare il figo dicendo queste cose. Bisogna anche farle, e questo è complicato.

Quindi questo è un po’ anche l’obiettivo della nuova miniserie dedicata a Topolino giovane?

Sì, non c’entra niente con Young Donald. [ride]

C’è un nuovo “Topino” in città!

Io da lettore sono rimasto spiazzato nel vedere questa storia senza preavviso, subito sulla copertina. Sai, di solito tu ci dai qualche anticipazione durante la settimana.

Sì, però è accaduto perché c’erano stati Nemo, Newton e diverse cose che erano partite, quindi non sono riuscito ad anticiparlo con un certo preavviso. Anche lì, ripeto, il lavoro che stanno facendo i ragazzi è molto buono e stiamo lavorando alle puntate successive. Ci sarà un po’ un crescendo per provare a immaginare quello che può essere stato il percorso di formazione di Topolino.

Alcuni hanno scritto che Topolino ha già avuto un suo percorso di formazione, perché chi ha letto Gottfredson e Scarpa sa benissimo come è arrivato lì. Però credo che ci sia anche un tema di ricambio generazionale. È logico che Topolino parta da lì, ma come tutti i personaggi dei fumetti ha questa grande capacità di trasformarsi. Non è un caso che dopo 90 anni sia ancora capace di incuriosire e interessare i lettori, perché ha saputo evolversi come personaggio.

Il Topolino che leggiamo oggi non è quello di 60 o 70 anni fa, ovviamente. E il Topolino di oggi è un Topolino di cui non è stato ancora chiarito quali siano state le esperienze che lo hanno portato a essere il detective, il personaggio che è oggi. Secondo me sarà una serie che regalerà delle storie interessanti.

Il Newton Pitagorico scritto da Marco Nucci e disegnato da Stefano Intini, una delle sorprese più gradevoli del nuovo corso di Topolino

Il Newton Pitagorico scritto da Marco Nucci e disegnato da Stefano Intini, una delle sorprese più gradevoli del nuovo corso di Topolino

Restando sempre sul tema di personaggi giovani, è stato riproposto il personaggio di Newton Pitagorico in due storie scritte da Marco Nucci, una new entry che ha esordito a fine anno con Il giro del mondo in 80 secondi. Come lo hai conosciuto? Si è proposto lui, l’avete cercato? A quando risale il vostro primo incontro?

Risale alla fine del 2018. Lui ha fatto un libro per Panini, L’uomo delle valigie, e bazzicava in redazione a Modena. Un giorno ci siamo incontrati e parlando ha scoperto che nel frattempo ero diventato Direttore di Topolino. È un appassionato viscerale di Disney e mi ha chiesto di poter provare a fare delle cose. Come per tutti gli altri, ben volentieri: chi ha delle idee è sempre ben accetto. Ha cominciato a lavorarci e ha fatto una cosa che pochi fanno. Mi ha detto: «Guarda, io conosco molto bene il fumetto Disney, però ho bisogno di farmi tre, quattro mesi di full immersion dei classici. Voglio recuperare tutto, voglio studiarmi le dinamiche. Per un po’ non mi faccio vivo… poi mi faccio vivo».

Così è stato: è venuto con delle proposte e la chimica è stata fin dall’inizio ottima. È una persona che sa dare bene forma a delle idee tramite i dialoghi, le espressioni, la sceneggiatura. Ha colto nel segno dei personaggi che sta utilizzando e li sa usare, una qualità che ci regalerà delle cose importanti in futuro. A lui è affidata quella che per me sarà in assoluto la saga più importante del 2020. Una saga con Topolino, abbastanza adulta, densa di colpi di scena.

Lui con… ?

Lui insieme a Fabrizio Petrossi, che aveva cominciato a disegnare Topolino le origini e poi l’ho prelevato di forza. Ha un po’ brontolato perché gli piaceva fare le Origini, ma quando gli ho raccontato il nuovo progetto le ha lasciate a Ottavio Panaro, che sta facendo un lavoro veramente egregio. Anche lui mi sembra che con Andrea al suo fianco stia dando delle performance che forse non ha mai dato in passato. Quindi ora Fabrizio lavora assieme a Marco Nucci per questa serie di storie legate tra loro e Ottavio lavora con Giorgio Fontana e con Danilo Deninotti sulle Origini.

[continua…]

Autore dell'articolo: Redazione Papersera

La redazione del Papersera è un profilo condiviso da più autori, utilizzato in caso di realizzazione di un lavoro a firma di più componenti della redazione.