Topolino 3413

22 APR 2021
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Questa settimana abbiamo un numero abbastanza deludente, che viene risollevato parzialmente dalla storia di apertura.

Il gruppo di ragazzi di Area 15 è ormai ospite frequente delle pagine di Topolino e ciò si manifesta anche con l’avvicendamento di sceneggiatori che si cimentano con questa serie. Dopo Roberto Gagnor, l’ideatore, e Marco Nucci, è la volta di Claudio Sciarrone che, oltre ad essere il padrino dal punto di vista grafico dei nuovi amici dei nipotini, in questa avventura va a vestire, e ormai non è più una novità, i panni dell’autore completo.

Area 15: La combo perfetta è una storia che sembra partire con il piede giusto, anche se per dare un giudizio complessivo sarà ovviamente necessario attendere la prossima settimana.

I videogiochi sono i grandi protagonisti di questa avventura, come già in Retrogaming! di Nucci, ma questa volta entra in scena anche uno scatenato Zio Paperone che non vuole abbandonare al suo storico avversario Rockerduck il mercato videoludico e si prepara a lottare, in una classica sfida tra i due (dove non mancheranno i colpi bassi), con la collaborazione di Quo e dei suoi amici.

Come in un videogame

Risulta sempre interessante notare come Sciarrone inserisca la tecnologia odierna all’interno delle storie in maniera assolutamente efficace e “naturale”, senza che si abbia l’impressione, frequente invece in passato, di un settimanale che tentava di sembrare giovanile e al passo coi tempi, fallendo miseramente ogni volta.

In particolare, molto simpatica e riuscita è la tavola in cui i nipotini salgono le scale del deposito e la loro stanchezza crescente viene adeguatamente rappresentata da una life bar posta sopra la loro testa che va via via scaricandosi. Interessante anche il riferimento alla possibilità che a volte su internet possa essere alterata la percezione di ciò che viene apprezzato e di ciò che invece non lo è, soprattutto quando vi sono troll o hater che con vari profili tentano di screditare un contenuto o un autore. Senza andare troppo lontano, è un problema che in passato ha coinvolto anche il forum del Papersera.

Segue Zio Paperone e la scoperta di Paititi, di Vito Stabile ed Alessandro Perina, classica (anche nel tratto) e discretamente godibile avventura alla ricerca di tesori perduti. La storia non ha un intreccio particolarmente originale, e anzi ai lettori esperti potrebbe risultare chiaro come andrà a finire sin dalle prime tavole. La vecchia tuba è dapprima alle prese con la necessità di migliorare l’attrattiva di un suo vecchio parco divertimenti, per poi partire alla ricerca di una città scomparsa in Sud America. Ovviamente, come sempre, lo Zione riuscirà a cogliere i classici due piccioni con una fava, dando ancora una volta dimostrazione della sua generosità nascosta e (sempre meno) sporadica.

Su Topolino le origini: Nebbie del porto di Giorgio Fontana e Carlo Limido non c’è molto da dire, la serie continua con ulteriori introduzioni di personaggi che già conosciamo e che Topolino incontrerebbe qui per la prima volta. Detto che nessuno di questi incontri finora si è rivelato particolarmente memorabile, l’impressione che se ne ricava è che questa serie finalmente terminerà quando saranno terminati i comprimari da far sfilare. Questa volta è toccato a Gancio il dritto.

Quanta gente che si incontra a Topolinia

X-Mickey – Mestieri impossibili: Il maestro è solamente una riempitiva e, a giudicare dal tratto ancora acerbo di Baccinelli, deve risalire a qualche anno fa. Nulla di interessante da segnalare.

Miao cronache feline: Cosa sognano i gatti? vede ancora una volta ai testi Roberto Gagnor, che sembra aver definitivamente raccolto il testimone felino da Giorgio Salati, e ai disegni il solito, scatenato, Enrico Faccini. Si tratta di una storia che ha una struttura usuale in Gagnor, con una serie di gag (alcune riuscite, altre meno) all’inizio e in conclusione la ricerca di un finale ad effetto, che però risulta un po’ troppo retorico.

Sul prologo di Io sono Paperinik di Marco Gervasio, invece, non è possibile proprio sbilanciarsi, se non verificando come il settimanale sotto la gestione Bertani punti sempre più verso una continuità di situazioni e personaggi nelle varie storie che contribuiscono a creare un universo condiviso e coerente. In questo caso è di ritorno il miliardario Red Duckan che avevamo già incontrato in Paperinikland.

Chiude il numero Topolino e i collaudi col rischio dei coniugi McGreal e Fabrizio Petrossi, che si fa notare non per la trama, né per i disegni e i colori che non rubano certo l’occhio, ma per il ritorno del celebre (per i lettori Egmont) Doc Static, di cui peraltro noialtri da questa parte delle Alpi non sentivamo una particolare mancanza.



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Autore dell'articolo: Matteo Gumiero

Costretto a scrivere qualcosa in questo spazio, sono ingegnere, non amo scrivere ma in compenso mi piace leggere. Fumetti, soprattutto.