Topolino e i suoi cugini: la Francia e Le Journal de Mickey

25 SET 2021
Le Journal de Mickey 1

Le Journal de Mickey 1, datato 18 ottobre 1934

Italia e Francia vengono spesso ritenute cugine per la loro vicinanza geografica e la comune discendenza neolatina. Anche nel campo editoriale gli scambi e i rapporti tra i due paesi rafforzano il loro legame: in questo articolo vedremo come il nostro Topo ha raggiunto i parenti d’Oltralpe.

La prima pubblicazione di Topolino nelle edicole italiane risale al 1932 a cura dell’editore fiorentino Giuseppe Nerbini; qualche anno dopo, nel 1935, la testata passa all’editore Arnoldo Mondadori che, nel 1949, lancerà il famoso formato libretto. Oggi è la casa editrice Panini Comics a pubblicare le avventure dei personaggi Disney. Composta da storie, rubriche e giochi, la testata si impone molto facilmente sul pubblico (di grandi e piccini) conquistandolo, ma il successo non è solamente italiano.

In Francia Mickey Mouse arriva nel 1934 grazie all’editore Paul Winkler, fondatore nel 1928 dell’agenzia stampa Opera Mundi – pensata sul sistema sindacale della stampa americana – con sede a Parigi. Dapprima l’agenzia si occupa di articoli per notiziari europei per poi specializzarsi nella pubblicazione di fumetti; la svolta avviene quando l’Opera Mundi diventa il corrispondente in Europa dell’agenzia King Features Syndicate fondata nel 1914 a New York da William Randolph Hearst. Con questa collaborazione ormai l’Opera Mundi detiene i diritti di fumetti come Mandrake, Guy l’Éclair (Flash Gordon), Prince Valiant, Jim della giungla…

L’idea di pubblicare le avventure di Mickey Mouse nasce in Paul Winkler dopo aver visto al cinema le avventure del topo. L’editore scrive così a Walt Disney chiedendogli l’autorizzazione a pubblicare alcune delle strisce di Mickey, autorizzazione che viene concessa con molto entusiasmo dallo stesso Disney e che porterà Topolino su Le Petit Parisien.

Winkler

Paul Winkler, l’uomo dietro Le Journal de Mickey

Ma Paul Winkler pensava in grande e così, sulla scia del fenomeno italiano, nel 1933 propone la creazione di una testata dedicata a Mickey Mouse e pensata per un pubblico più giovane; per renderne possibile la creazione Winkler si rivolge alla casa editrice Hachette e al suo PDG Robert Meunier du Houssoy per proporre una collaborazione; l’editore accetta a condizione che sia Paul Winkler stesso il direttore del nuovo giornale.

Dopo aver ottenuto anche il consenso di Walt e Roy Disney – inizialmente il primo era titubante alla creazione di una rivista per ragazzi esclusivamente dedicata a Mickey –, il 18 ottobre 1934 debutta Le Journal de Mickey, un fumetto con le sembianze di un vero giornale pensato per i più piccoli (e non solo). La prima pubblicazione del JDM va a coincidere con il giovedì – anche se erroneamente la data indicata su quel primo numero è domenica 21 ottobre – giorno di riposo per gli studenti francesi di quell’epoca che trovano una piacevole sorpresa nelle edicole.

Il primo numero vende all’incirca 400.000 copie: un trionfo. Visto l’inatteso successo, Winkler si reca negli Stati Uniti per offrire personalmente una copia del giornale a Walt Disney.

JDM e Hop-là

Con il numero 297 del 22 settembre 1940 inizia la breve storia di Le Journal de Mickey et Hop-là réunis

Il JDM viene pubblicato dal 1934 con un’interruzione tra il 1945 e il 1952 a causa della guerra; inizialmente si cerca di non bloccarne la pubblicazione ma la penuria di carta e di inchiostro porta alla decisione di unire il JDM con la rivista Hop-là! sempre dell’agenzia Opera Mundi.

La nuova rivista si chiamerà Le Journal de Mickey et Hop-là réunis e non vedrà più solamente Mickey Mouse in copertina, alternato con altri personaggi. Ma, a causa delle difficoltà economiche e dello scarso successo ottenuto dall’unione delle due testate, nel giro di poche settimane la rivista chiude.

Inoltre, nel 1949 viene promulgata una legge che si rivela particolarmente restrittiva nei confronti degli editori di testate per ragazzi. L’obiettivo dichiarato è quello di difendere i più giovani. Ciò non toglie, però, che la legge ostacoli gli editori di queste testate e soprattutto coloro che ricorrono alle serie americane, mirando soprattutto a promuovere le creazioni francesi. Di fronte a ciò, Paul Winkler preferisce attendere tempi migliori per nuove proposte editoriali.

Nel 1952, dopo una lunga pausa forzata, si assiste a una rinascita della testata e la numerazione riparte da zero. Il nuovo JDM torna nelle edicole con una nuova veste e l’ispirazione questa volta arriva dal Belgio. Il 14 ottobre 1950, Armand Bigle aveva lanciato a Bruxelles il Mickey Magazine in un nuovo formato che stava ottenendo il successo sperato: distribuito dal 1950 al 1959, arriverà a contare 498 numeri; sarebbe stato poi sostituito sullo stesso mercato belga dalla rivista francese Le Journal di Mickey.

A questo punto, perché non ripetere il successo anche in Francia? Non resta che convincere Paul Winkler che si mostra titubante davanti ai nuovi panni della rivista.

Il JDM, come anche Topolino, era composto dalle storie di Topolino, Paperino e altri personaggi pensate da autori provenienti da ogni parte del mondo e da rubriche dedicate alle tematiche più attuali. I primi numeri del JDM erano formati da otto pagine di grande formato, la metà a colori, e racchiudevano nove storie a fumetti non tutte firmate Disney, due romanzi, sei rubriche, due concorsi e giochi; il tutto al prezzo di 30 centesimi.

JDM 763

Le Journal de Mickey rende omaggio a Walt Disney

Nell’aprile 1952, un’anteprima con il numero 0 preannuncia l’uscita del nuovo JDM, che fa definitivamente il suo ritorno il primo giugno di quell’anno. La rivoluzione più notevole è il formato della rivista, più piccolo della versione precedente (23,5×30,5) ma con sedici pagine di cui la metà a colori; l’illustrazione in copertina è a piena pagina e, come succederà spesso in seguito, viene ripreso un disegno già utilizzato per illustrare la copertina della rivista di un altro paese, mentre il titolo riporta alla mente le grandi testate giornalistiche. C’è il logo, e si legge ancora l’editoriale di Onc‘ Léon. Il costo è di 20 franchi e dal numero 8 sarà di 25. Per il primo albo interamente a colori bisognerà aspettare il 1971 con il 977.

Tra i cambiamenti vissuti dalla rivista francese bisogna inoltre ricordare che, dopo la guerra, i diritti del JDM passano alla società Edi-monde con sede a Parigi: in seguito diventerà Disney Hachette Presse (DHP) con azionari il gruppo Lagardère e il gruppo Disney. Nel 2019, DHP viene venduto a Unique Heritage Media rendendolo uno dei colossi dell’editoria per ragazzi.

Ci sono altre novità: come per la testata italiana, anche per quella francese alcuni eventi vengono segnalati o celebrati con numeri speciali, come il 763 dell’8 gennaio 1967: a causa della dipartita di Walt Disney, l’albo rende omaggio al creatore di Mickey, il suo «ami public numéro un».

In occasione del Natale 1999 e Capodanno 2000, il JDM raddoppia: il settimanale pubblica insieme i numeri 2479 e 2480 per permettere allo staff creativo di riposare durante le feste. Diventata così una tradizione: ogni anno, nella settimana natalizia, vengono uniti due numeri del JDM in un solo albo con foliazione ampliata.

Il 16 dicembre 2009, il giornale pubblica il numero 3000 e per festeggiare in compagnia dei suoi lettori allega un poster gigante raffigurante 3000 lettori del JDM.

Numero Zero

Lo speciale numero 3000 del 16 dicembre 2009

E non dimentichiamo i gadget! Il primo numero del settimanale francese a veder allegato un gadget – degli occhialini 3D – è stato il 2738 pubblicato l’8 dicembre 2004. In questo albo un’avventura di Mickey e le fotografie dei redazionali sono in rilievo così da leggere il giornale utilizzando gli occhialini. Inoltre, in contemporanea al JDM, dal 2018 vengono pubblicate edizioni speciali con il nome di Les Trésor du Journal de Mickey, in seguito intitolato Le Meilleur du Journal de Mickey.

Insomma, il JDM è una delle testate per ragazzi più longeve e durature della storia editoriale francese, al pari solamente del periodico a fumetti franco-belga Le Journal de Spirou, creato nel 1938.

Negli anni, inoltre, la creazione di altre testate ha ampliato l’universo fumettistico Disney in Francia. Tra le riviste più lette troviamo Picsou Magazine dedicata a Zio Paperone e famiglia con le storie di Carl Barks e Don Rosa e di autori italiani come Romano Scarpa, Giovan Battista Carpi, Giorgio Cavazzano, Marco Rota e così via, inserendo le produzioni olandesi, danesi e brasiliane; Super Picsou Géant nato come supplemento di Picsou Magazine e diventato rivista a tutti gli effetti nel 1983, nel quale sono state pubblicate saghe come Double Duck e Tutti i milioni di Paperone; Mickey Parade Géant, (fino al 2002 Mickey Parade, ora in formato grande 20,5×14) rivista pubblicata in maniera irregolare a partire dal 1966 e poi bimestrale dal 2002, che racchiude storie internazionali dei fumettisti (per lo più italiani) dell’universo Disney: qui è apparso nel 1974 il Paperinik di Carpi e Martina; infine, Mon premier Journal de Mickey (corrispettivo del nuovo Topolino Junior italiano) rivista bimestrale di storie disneyane e tematiche di attualità pensata per i più piccoli.

Ma da dove viene questo successo? Di certo non bisogna tralasciare l’apertura del Club de Mickey a partire da JDM 4, o del parco divertimenti Disneyland Paris nel 1992, un altro modo per avvicinare i lettori ai loro personaggi preferiti, vicinanza rafforzata anche dall’avvento del digitale: per stare al passo coi tempi, infatti, nel 2009 il JDM lancia il suo sito internet ufficiale.

Ma, dopo tutti questi anni, bisogna soprattutto riconoscere il merito a Paul Winkler per aver intravisto il potenziale che si celava in un topolino.


Autore dell'articolo: Valentina Tanzi

Sono un’insegnante giramondo appassionata di letteratura, fumetti e cinema. Topolino è stato il mio primo amore, con lui ho imparato a leggere e così mi si è aperto un universo davanti fatto di comics, manga, BD, graphic novels, historietas, spillati e chi più ne ha più ne metta. Mi piace leggere, scrivere e condividere curiosità letterarie e sul mondo del fumetto nostrano ed estero e la community del Papersera in questo è un’eccellenza.