Paperino e la scavatrice

07 DIC 2021

Nelle storie più importanti di Barks ci sono spesso due livelli di lettura.

Una è immediato. In Paperino e la scavatrice l’apparente protagonista della storia ha un problema fin dalle prime vignette: ha dimenticato di imbucare la lettera di Natale affidatagli dai nipotini. Corre così a chiedere un prestito allo zio, con il quale ingaggia una battaglia al fine di ottenere la riconoscenza dei nipoti. La spunta, nel finale, Babbo Natale stesso, che irrompe sulla scena e regala ai nipoti ciò che volevano: una scavatrice giocattolo, e non la scavatrice scala 1:1 a cui pensavano gli zii.

Poi c’è l’altro livello di lettura, che è più complesso, più adulto.

A Paperone non basta la riconoscenza dei nipoti, c’è qualcosa di più grande in gioco: l’autorità, il potere e, soprattutto, l’orgoglio di essere il più ricco. Lungi dall’essere un macchiettistico personaggio dozzinale, il primo Paperone di Barks basa ogni lato della sua personalità sull’accumulazione di un capitale non in senso valoristico, ma potenziale: non il papero più ricco del mondo, ma colui che, essendo il più ricco, è conseguentemente il più potente. «Cosa me ne faccio di undici ottilioni di dollari, se non ci faccio un po’ di chiasso attorno?», afferma.

La battaglia contro il povero nipote è impari: lui può mettere a ferro e fuoco la città e subito dopo pagare la multa comminata ad entrambi. Non c’è sadismo, ma ostentazione. Quella stessa ostentazione che nel finale viene provvidenzialmente punita da un imponente uomo barbuto.

Sta qui la forza narrativa di Barks: in questa storia non primeggiano i buoni sentimenti spicci, ma una feroce ironia, un disincantato sguardo nei confronti del mondo degli adulti, nelle loro attenzioni e disattenzioni, nelle loro manie e nelle loro turbe.

Un mondo ancora sconosciuto ai giovani paperi, a cui è concessa finanche l’esistenza di un tizio barbuto pronto a rendergli ciò che hanno sempre desiderato, e a cui gli adulti, presi dal loro adulto orgoglio, non hanno proprio pensato: un giocattolo.

Autore dell'articolo: Alberto Biscazzo

Appassionato di fumetto fin da quando non ero ancora in grado di leggere, ho una predilezione per i paperi di Barks e i topi di Gottfredson.