Zio Paperone e la magica atmosfera di Natale

07 DIC 2021

Gli elementi fiabeschi sono sempre caratterizzanti nelle storie di Fabio Michelini, il cui stile risente anche dell’influenza dei temi narrativi dell’animazione disneyana. Naturalmente l’argomento natalizio non poteva mancare nel mondo fantasioso che è onnipresente nelle sue creazioni.  

L’ispirazione per questa storia proviene dalla fiaba Il gigante egoista di Oscar Wilde, pur se non pedissequa nel suo svolgimento, e naturalmente il protagonista non poteva che essere Zio Paperone. La sua figura burbera è sempre fondamentale quando viene narrata la Festività per eccellenza, sin da quando fu creato da Carl Barks.

La particolarità di Zio Paperone e la magica atmosfera di Natale è la sua costruzione che segue lo schema del metaracconto. L’espediente nasce attraverso il pretesto della lettura di un libro, recuperato in una bottega d’antiquariato nel corso del prologo, e si snoda tra le sue pagine. Non avvengono però due narrazioni separate perché c’è un’interazione tra i personaggi del libro, costituito da illustrazioni a rilievo, e il lettore del volume stesso (Paperone) che sfoglia le pagine in base alle indicazioni dei suddetti personaggi.

Non mancano momenti comici attraverso dialoghi anche abbastanza accesi e serrati che creano situazioni surreali, ma spassose; persino togliere la polvere ad una pagina può generare gag spiritose.

I personaggi presenti nella storia centrale provengono dal mondo dei Paperi, “cattivi” compresi, ma c’è una commistione con i riferimenti fondamentali delle feste natalizie, ossia Babbo Natale e la Befana, che hanno una parte importante nel corso del racconto. Naturalmente è presente anche il gigante cui si fa riferimento nella parodia, anche se in questo caso non è il protagonista, pur ricoprendo un ruolo di peso nel contesto della storia.

A delizioso corollario si colgono qua e là delle citazioni interessanti, sempre frutto della grande conoscenza dell’universo disneyano da parte dello sceneggiatore. Basti dire ad esempio che la scopa della Befana si richiama a quelle che appaiono ne L’apprendista stregone, dal film Fantasia.

Come si addice ad una tradizionale storia natalizia, il lieto fine è d’obbligo per entrambi i livelli narrativi nei quali si sviluppa la trama: è soprattutto la storia di contorno a trarre spunto dallo svolgimento principale, ed è divertente vedere un doppio Zio Paperone che mostra di aver recepito per ben due volte il messaggio che traspare.  

Particolare curioso: nella vignetta conclusiva si vede un gatto che alza le dita della zampa a forma di V come simbolo di vittoria. Si è trattato infatti di un notevole lavoro costituito da ben 85 tavole, opera del disegnatore Luciano Gatto.

Autore dell'articolo: Alfonso Torino

All’età di quattro anni ho iniziato a leggere fumetti Disney e dopo cinquant’anni non ho ancora smesso. Contemporaneamente ho seguito ed amato il mondo dell’animazione, soprattutto frequentando i cinema sin da bambino. Grazie al Papersera ho scoperto il piacere di divulgare alle giovani generazioni la passione per la lettura ed in particolare per l’universo fumettistico a noi più caro.