L’Economia di Zio Paperone

18 LUG 2022

Introduzione

Non è facile fare divulgazione di qualsiasi argomento – scientifico, storico, tecnico – unendo fumetto umoristico e conoscenze accurate. Guido Martina, il grande sceneggiatore piemontese, realizzò spesso storie che avessero anche una lettura didattica e mai noiosa, come le famose parodie Disney. Abbiamo poi alcuni alcune storie che nascono come una collaborazione con conoscitori della materia, come il ciclo Comic & Science. Ma ci sono anche vere e proprie testate che nascono solo con intenti divulgativi, come l’Economia di Zio Paperone (da qui in poi EZP).

Storia

Nel 1992 Il Sole 24 Ore, storico giornale economico italiano, stringe con The Walt Disney Italia un’inedita collaborazione, su spinta di Gaudenzio Capelli (direttore di Topolino) che da anni covava l’idea di un progetto economico con Zio Paperone, spinto anche dal successo della ristampa di Gottfredson con Il Messaggero.

Lo scopo è quello di realizzare un supplemento editoriale da far uscire in allegato al quotidiano di lunedì (giorno di vendite minori dato che la domenica la borsa e chiusa e ci sono meno fatti da raccontare il giorno dopo). Non solo, l’idea è quella di creare un fascicolo rivolto ad un pubblico più giovane, cui insegnare le basi dell’economia e, sperabilmente, da trasformare in futuri lettori del quotidiano. Tramite analisi di mercato, fu chiaro come i rispettivi target (bambini dai 6 ai 13 anni e giovani dopo i 30) fossero sovrapponibili, anche per caratteristiche socio-economiche.

Immagine promozionale per la prima serie, con in mostra il raccoglitore di cartone.

Bisogna ricordare che dal 1988 la Mondadori aveva ceduto i diritti editoriali a Disney Italia. Era quindi logico che quest’ultima esplorasse nuove modalità per mettere a profitto la licenza. Una di queste era stringere accordi con altre società per usare i personaggi Disney come mezzi di promozione. Qualcosa di simile, ma in maniera molto più ridotta, era stata fatta nel 1970 con una serie di supplementi a Topolino che mostravano Eta Beta raccontare il funzionamento del corpo umano, a cura del Centro Lombardo per l’Educazione Sanitaria del Popolo.

La collaborazione con Il Sole 24 Ore è stata invece una collaborazione complessa, strutturata e piuttosto lunga. Qui di seguito elenchiamo le cinque diverse serie che si sono susseguite, dal 1992 al 1996:

Come si vede le serie sono accumunate dal periodo e dalla durata. Inoltre, anche il formato è lo stesso, ovvero uno spillato 28x20cm, per complessive 24 pagine. Infine, insieme al primo numero veniva allegato un raccoglitore di cartone con linguette, facile da allegare al quotidiano blisterato e poi da montare in casa in modo da ospitare tutti i numeri. La copertina è sempre stata realizzata da Roberto Santillo, che in quegli anni assumeva la direzione dell’Accademia Disney la quale avrà un ruolo principale in questa testata. Ricordiamo come si sia trattata di una scuola, all’inizio diretta da Giovan Battista Carpi, creata da Disney Italia per formare una nuova generazione di artisti pronti a lavorare alle numerose iniziative lanciate in quegli anni.

Immagine promozionale per la seconda serie.

La prima serie, caratterizzata dalla copertina con sfondo blu, è un promettente biglietto da visita e propone tutte le principali caratteristiche che poi verrano usate nelle altre serie. L’albo era diviso in due: nella parte superiore erano presente due strisce di fumetto mentre, nell’altra parte, era ospitato il testo didattico, dedicato di volta in volta ad un tema economico diverso, attorno al quale la storia gira. La copertina, sempre realizzata da Santillo, non può che mostrare Zio Paperone, a figura intera, in abiti variegati, intento a giocare con qualche attività economica. Nell’angolo in basso a destra si trova un riquadro, di forme sempre diverse, in cui appare il titolo della storia e uno dei personaggi coinvolti, in pose comunque dinamiche nonostante il piccolo spazio. Infine, uno strillo giallo sintetizza il tema economico dell’albo.

La parte didattica è punteggiata da numerose illustrazioni inedite (quelli dei primi due volumi tutti su soggetto di Marconi), in cui i paperi con qualche gag illustrano un concetto economico. Si tratta di uno sforzo importante, dato che in media ogni numero ne presenta una dozzina. In questo impegno si nota la presenza dei giovani artisti dell’accademia, cosi come per le storie. Infatti, tutta la parte grafica è realizzata dalle nuove leve, che possono così fare esperienze in progetti importanti e di rilievo. Infine, a sceneggiare le storie abbiamo Massimo Marconi, un autore veterano che ha per anni fatto il caporedattore per le sceneggiature e si era spesso occupato di storie di carattere promozionale (ad esempio per il WWF, i gadget del settimanale oppure la scherma). Potete anche trovare un’intervista realizzata dal Papersera qui. Insieme all’autore disneyano si affianca Fabrizio Galimberti, responsabile delle iniziative speciali del quotidiano economico, che realizza il piano dell’opera, tutti i testi redazionali e anche gli spunti per le storie, aiutato anche dalla sorella Claudia. Marconi rielabora i soggetti di Galimberti, a digiuno di linguaggio fumettistico, per renderli adeguati al risultato finale.

Immagine promozionale per la quarta serie, con focus sul concorso e il gioco dell’oca allegato.

I disegni sono invece stati affidati ad artisti freschi dei corsi dell’accademia: Andrea Freccero, Silvia Ziche, Paolo Mottura, Claudio Panarese, Fabio Celoni, Alessandro Perina. È molto interessante vedere alcuni dei primi lavori di artisti che raggiungeranno vette eccelse in ambito Disney, e non solo. Ma ancor di più è piacevole leggere vicende che, con la scusa della pensione o del sistema bancario, mostrano tematiche adulte raccontate con una ben dosata serietà. Il fatto che nella parte inferiore si raccontino i meriti e i demeriti dell’economia contemporanea italiana, rende queste vicende un qualcosa molto simile al racconto satirico. A rappresentarlo è anche la presenza del sindaco di Paperopoli, rappresentato come un maiale nelle storie di Carl Barks e spesso intento ad attività politiche sordide oppure grossolane. Proprio Barks chiude la prima serie: una sua storia, non inedita, viene scelta in maniera egregia, per mostrare una volta di più l’attualità del maestro dell’Oregon. Nel fascicolo si approfitta anche di promuovere la coeva testata Zio Paperone.

Per fare un esempio, questa storia mostra con garbo i pregiudizi di genere e sfata giustamente un luogo comune – quello delle donne incapaci a gestire il denaro – che all’epoca era ben più radicato di oggi.

L’operazione si dimostra di successo, e diventa il supplemento del lunedí piú venduto. Risulta logica quindi una continuazione. La serie verde dell’anno successivo mantiene perfettamente inalterata la formula. A parte la scomparsa dello strillo giallo in copertina, l’impostazione editoriale si mantiene identica. Ad aiutare Marconi alle sceneggiature arriva Alessandro Sisti, che firma otto delle dodici storie inedite complessive (in alcuni casi con soggetti dello stesso Marconi). Il team artistico si arricchisce invece di Giuseppe Zironi e Claudio Sciarrone. Ovviamente cambiano i temi economici e, se nella prima serie l’attenzione era rivolta a tematiche generali, la seconda guarda anche a temi ampli come l’istruzione (feroce la critica all’analfabetismo di ritorno combinata al crollo delle nascite) e la sanità pubblica (graffiante il girone dantesco delle strutture statali). Non mancano anche qui temi reali, tra cui l’impatto dell’immigrazione dei poveresi di Poveronia che colpisce anche Paperopoli. I rimandi alle problematiche attuali, sia del 1993 che del 2022, sono evidenti e inediti per un fumetto Disney. Ad esempio, il viavai dell’Iva, a partire dal nome, è una buffa sarabanda delle arzigogolature impositive, in cui il sindaco e Pico complottano alle spalle dei paperopolesi ingannandoli con finti giochi e riffe, al solo scopo di aumentare il prelievo fiscale.

Immagine promozionale per il primo volume che raccoglie tutti i contenuti della prima serie tranne un fasciolo.

L’operazione continua con la serie rossa del 1994 che, al netto del colore, non presenta particolari modifiche rispetto all’anno precedente, a parte la presenza di altri personaggi in copertina, rubando la scena a Paperone (oltre all’assenza dei comprimari nel riquadro che ospita il titolo).

Possiamo però dire che, da un punto di vista grafico, la testata si impoverisce. A parte il bravo Salvatore Deiana, che realizza tutte le illustrazioni a contorno degli articoli, i disegni di tutte e dodici le storie sono appannaggio dello Studio Comicup, ovvero un collettivo di artisti spagnoli. Pur realizzando un buon lavoro nel complesso (specie quando emerge il tratto di Pujol), il risultato finale risulta un po’ anonimo. In compenso le fresche sceneggiature di Sisti (undici su dodici) ci guidano con scioltezza a scoprire i meccanismi dell’economia domestica: beffarda la complessità delle buste paga oppure i rischi dietro lo smodato uso delle carte di credito.

Il 1995 vede un cambio radicale. La testata cambia completamente e, pur essendo parte dell’Economia di Zio Paperone, il nome cambia in ‘Paperino nel labirinto dell’economia’. Il Sole 24 Ore cambia approccio, forse perché gli argomenti economici sono finiti, e quindi vengono riproposti in maniera diversa, visti sotto un’ottica macroeconomica. E chi meglio di Paperino, ideale simbolo dell’uomo medio, può farlo? Fin dalle copertine lo vediamo imbrigliato e inguaiato tra numeri, carte e vicoli economici ciechi in cui il nostro puntualmente finisce, in maniera non diversa dall’italiano alle prese con il 730 e le numerose scadenze fiscali. Con la serie si trova un gioco dell’oca e un concorso.

Immagine promozionale per il secondo volume che raccoglie tutti i contenuti della seconda serie.

La copertina, sempre di Santillo, mostra Paperino alle prese con i numeri progressivi della testata che si rivelano, appunto, dei grossi labirinti. Le tavole delle storie si riducono (da dieci passano ad otto) e non condividono più lo spazio con i testi didattici. Abbiamo quindi prima la storia e poi l’apparato testuale, sempre inframmezzato da disegni inediti tutti realizzati da Claudio Sciarrone. Sisti realizza i testi di tutte e dodici le storie inedite, mentre dal lato grafico si aggiungono Lara Molinari e Lucio Leoni. Insieme a Sciarrone, sono i soli tre disegnatori, con una minor rotazione stilistica rispetto alle prime due serie. I temi scelti sono di carattere generale, permettendo a Paperino e amici di interpretarli in maniera ampia. In questo senso anche la vena satirica si perde un po’. Infatti vengono realizzate anche storie ambientate nel passato (le prime colonie olandesi in America oppure la Venezia dei dogi).

Infine, nel 1996 esce l’ultima serie, con un nuovo cambio. Il tema da trattare non sarà solo economico, ma anche ecologico: Paperino alla scoperta delle ricchezze del mondo. L’idea è quella di mostrare quanto le risorse naturali siano preziose e delicate, e vadano trattate con una visione di lungo periodo. Non solo, ma si affrontano anche temi più strettamente economici, come le risorse umane oppure le trasformazioni tecnologiche, o i movimenti urbanistici. Le copertine seguono l’impostazione di quelle del labirinto, con i numeri che si trasformano secondo il tema dell’albo.

Immagine promozionale per il terzo volume che raccoglie tutti i contenuti della terza serie tranne un fascicolo. Efficace il claim che permette di promuovere anche gli altri due volumi.

Le immagini a corredo degli articoli sono tutte a cura di Salvatore Deiana (come nella terza serie), mentre al team grafico si aggiungono Anna Marabelli, Laura Bozzano, Danilo Barozzi e Carlo Limido. Sisti, che ha ormai preso il testimone di Marconi, realizza tutte le sceneggiature tranne una, realizzata da Augusto Macchetto. Anche questa serie ha un concorso, un gioco da tavolo e degli stereogrammi per risolvere un enigma con cui vincere vari premi.

In sintesi, l’intera testata funziona egregiamente e fornisce un perfetto spaccato della teoria economica e anche dell’Italia degli anni 90. Svariati tormentoni come la burocrazia asfissiante, la tassazione esagerata, le creative trovate fiscali sono specchi evidenti della politica economica italiana di quegli anni (e non solo). I personaggi diventano maschere perfette, dal sindaco maiale di cui abbiamo già parlato alla frequente presenza di Pico De Paperis, tecnico cui si demanda di trovare soluzioni rognose, e non sempre funzionali, a problemi complessi. Paperino esemplifica alla perfezione l’italiano medio, ignaro delle più elementari regole economiche ma sempre pronto a farsi abbindolare dal truffatore di turno. Solo Paperone e Qui Quo Qua mantengono la necessaria lucidità per non farsi travolgere dalle manie estemporanee di una Paperopoli che segue la novità di turno.

Sisti continuerà ad occuparsi di economia per il quotidiano Milano Finanza tra il 1999 e il 2000, in un progetto che ammicca a EZP ma con un taglio differente, rivolto ad un pubblico meno generalista e più esperto. Lo sceneggiatore milanese realizza strisce o tavole autoconclusive, disegnate da Stefano Mirone e da Massimiliano Narciso, utilizzando due personaggi inediti creati da Bruno Enna nel 1998 per il primo ciclo di 24 fascicoli: Bones e How, ovvero due novelli promotori finanziari desiderosi di sfondare in borsa. Si tratta di un approccio molto diverso da EZP, in cui la satira sull’economia risulta prevalente rispetto all’aspetto didattico. Gli autori strizzano l’occhio a classici umoristici come Dilbert di Scott Adams, in cui il luogo di lavoro diventa un labirintico inferno, fatto di paranoiche leggi non scritte e assurdi teoremi motivazionali.

Bones e How cercano di imparare da Paperone, ma troveranno quasi esclusivamente guai. Lo sguardo dissacratorio di Enna e Sisti si rivela decisamente gustoso e molto adatto a mettere in burletta il mondo del trading.

Vale la pena di sottolineare come la testata non inventi nulla di nuovo, pur proponendo questi concetti ad un pubblico diverso ed economicamene edotto. Come abbiamo detto, già Barks faceva sottile satira sulle tendenze contemporanee, mentre in Italia soprattutto Giorgio Pezzin ha realizzato decine di storie in cui elementi economici o tecnologici reali travolgono la città. Esempi perfetti sono sicuramente la valanga dei BOP oppure la new economy.

Due immagini promozionali dallo stesso claim per promuovere la breve omonima testata edita da Panini. Si noti come erano previsti almeno sei numeri.

Anche altri autori hanno affrontato il tema, e ci piace ricordare un pugno di altre storie. La scalata in borsa (1992) della meteora Paolo Crecchi potrebbe essere tranquillamente considerata un preambolo dell’intero progetto realizzato con il Sole 24 Ore, vista la ridda di definizioni e di descrizioni sui funzionamenti borsistici. Oppure l’indi-gestione telefonica (1999), in cui un graffiante Sisti, esperto della materia vista la sua esperienza con questa testata, ci mostra le bizzarrie del sistema telefonico, all’epoca appena agli albori. Lo stesso Sisti ritorna sul tema con una nuova serie – Zio Paperone e l’alta finanza (2020 – 2022) – con i disegni di Vitale Mangiatordi, nella quale tratta svariati argomenti economici contemporanei, strizzando l’occhio all’esperienza di EZP.

Infine, proprio in Italia è stato creato un personaggio perfetto per rappresentare pregi e difetti del sistema economico: Filo Sganga. Creato da Romano Scarpa nel 1961, è la versione papera di un personaggio di Alberto Sordi, un traffichino che cerca di sbarcare il lunario con imprese al limite della legalità. Figlio esemplare di un’Italia appena uscita dalle macerie belliche, Filo è stato usato in molte storie con un piglio imprenditoriale sicuramente peculiare. In EZP appare come difensore del popolo (ad esempio i consumatori turlupinati dalle multinazionali) oppure come organizzatore di imprese improbabili. E il ciclo della Premiata Ditta Filo & Brigitta, inventato da Gaja Arrighini, interpreta con efficacia, e con un pizzico di moralismo, le disfunzioni della società capitalistica contemporanea.

L’iniziativa di successo con i quotidiani porterà la redazione a stringere un accordo con il Corriere dello Sport e realizzare Topolino Sport, dalle caratteristiche editoriali molto simili. In contemporanea Disney Libri, braccio librario di Disney Italia e che aveva realizzato la prestigiosa Walt Disney Presenta…, porta in libreria tutte le serie di EZP, in cinque eleganti volumi cartonati. Con copertine inedite, contiene sia le storie a fumetti che gli articoli (con dati e grafiche aggiornate) e quasi tutte le illustrazioni. Stranamente, il primo e il terzo volume non hanno ristampato una delle dodici storie originali ciascuno.

Il successo della testata ha portato la direzione di Valentina De Poli a recuperare il nome per creare un nuovo mensile, che a storie economiche affiancasse articoli sull’argomento realizzati da Fausto Vitaliano. Il progetto non risultò molto solido, dato che si concluse in soli cinque numeri (e almeno sei erano previsti, a vedere le immagini promozionali). Purtroppo si perse l’occasione di ristampare le storie realizzate anni prima da Marconi e Sisti che, ad oggi, risultano mai ristampate.

Conclusioni

Il sucesso di EZP è la dimostrazione di come si possa fare buona didattica con i fumetti, insieme alla possibilità di portare ad un pubblico diverso, come quello di un blasonato quotidiano economico, del sano fumetto Disney. Il prodotto è stato anche il banco di prova per numerosi artisti che hanno rivelato appieno la loro bravura. La generale cura data alla testata permette alle storie di essere ancora fresche ed attuali, e spiace che non siano mai state ristampate. Forse la carica, a volte eccessivamente satirica, e la rappresentazione sociale troppo vivida avrebbe bisogno di un contenitore adatto, che al momento non c’è ancora. Resta comunque materiale decisamente interessante, ancora capace di raccontare il nostro rapporto con l’economia.

Curiosità

La prima serie di dodici fascicoli è stata anche proposta in un cofanetto numerato in 2000 copie a 50mila lire per raccogliere fondi in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Venduto in occasione del salone del libro di Torino del 1992.

Alcune delle serie di EZP sono state ristampate in alcuni paesi stranieri, ovvero Grecia (tutte le serie), Portogallo (una miscellanea delle prime tre serie), e Spagna (la seconda e terza serie).

Il primo numero della seconda serie è uscito anche come allegato a Epoca del 3 marzo 1993. In copertina si vede una fascia gialla che promuove l’albo per i lettori del settimanale.

Dai dati dell’epoca sappiamo che la prima serie ebbe un grosso successo, spingendo la tiratura del Sole 24 Ore del lunedì con un aumento della diffusione da 290mila a 420mila copie, con vendite passate da 180mila a 310mila copie. La tiratura media era di circa 500mila fascicoli a settimana.

Il Sole 24 Ore ripropone nel 2024 il brand di EZP, creando quattro albi da un rapporto prezzo/numero di pagine decisamente non vantaggioso. Non consigliato a chi vuole risparmiare come Zio Paperone.

Le nostre recensioni

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L’Economia di Zio Paperone 1 11.7

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Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.