Topostorie
Introduzione
Nell’ottobre 2013 Panini Comics diventa licenziataria dei prodotti Disney, dopo la decisione di Disney Italia di abbandonare le attività editoriali. L’editore di Modena riorganizza il parco testate e chiude la collana per collezionisti Disney Anni d’Oro. In compenso, comincia una complessa creazione di varie nuove opere, tra cui la Definitive Collection con lancio a Lucca Comics, Uack! con lancio a Cartoomics e Topostorie con presentazione al Comicon di Napoli.
Storia
Il rapporto che Panini intesse con le fiere è una novità per i prodotti Disney, fino ad ora abbastanza lontani da iniziative del genere. Per Topostorie, il lancio al Comicon di Napoli del maggio 2014 è a doppio filo con il tema del primo numero, ovvero Amelia la fattucchiera, personaggio creato da Carl Barks nel 1960.
La collana nasce come una nuova versione degli storici Classici di Walt Disney (sia la prima che, in parte, la seconda serie), ovvero volumetti con un titolo sempre diverso, di oltre 200 pagine, con una serie di storie legate tra loro da un prologo e un filo conduttore a fumetti: l’obiettivo è quello di avere un’unica storia, una lunga vicenda che si snoda tra le mani dei più diversi artisti e stili.

Pubblicità per la testata con un efficace claim
La conferenza di presentazione vede la presenza di Valentina De Poli, direttrice di Topolino e promotrice della testata, e di Massimo Marconi, storico autore disneyano che ha l’onore e l’onere di realizzare i volumi, selezionando le storie e sceneggiando le tavole di raccordo. Compito tutt’altro che semplice, come racconta lui stesso non solo in tale conferenza ma anche in dialogo con i lettori nel topic del forum del Papersera dedicato alla ricerca di nuove idee.
Per quanto possa sembrare facile, selezionare un numero di storie tali da rientrare in un determinato numero di pagine e che sia possibile poi collegare insieme con una ulteriore storia inedita ugualmente di precisa foliazione, facendo ruotare i principali personaggi disneyani ed evitando sovrapposizioni con ristampe troppo recenti, si rivela un compito arduo. Un lavoro complesso che infatti, a volte, ha portato a risultati altalenanti.
Nella recensione del primo numero della testata ricordavamo come fossero di tre tipi i fili conduttori degli antichi Classici. Il primo, il più semplice, è quello in cui il tempo del prologo non è contemporaneo alle storie, bensì posteriore. Un caso esemplare è il primo numero, in cui Paperino compra quattro volumi da far leggere al suo ricco zio e tutte le vicende vengono rielaborate secondo gli stilemi martiniani. Ovviamente, i volumi sono i libri originali dei grandi autori Dumas, Cervantes e Daudet. In questo modo, collegare storie in costume ambientate in epoche diverse risulta infinitamente più semplice, seppur il filo conduttore sia labile e scontato.
Il secondo tipo è invece più elaborato: si ha la pretesa di collegare completamente quattro o più storie in un’unica e lunga trama. Il prologo è così contemporaneo e coevo alle trame lì raccolte, e non vi sono flashback o altri stratagemmi temporali. Per fare questo, si è costretti anche a pesanti modifiche nei finali delle storie, dando in alcuni casi delle nuove conclusioni a vicende più che assodate. Famoso è l’esempio della storia di esordio di Reginella, pubblicata in questo classico.

Pubblicità per il nono numero della testata, senza nessuna variazione
Infine, il terzo tipo è quello che mischia entrambi i generi, presentando una storia come flashback e le altre come contemporanee alla nuova trama. In questi fili conduttori, non di rado di trenta e più tavole, appare una gran quantità di personaggi, e spesso si svolge una storia parallela, più o meno solida, ma in qualche maniera indipendente.
Marconi per Topostorie utilizza in maniera massiccia il primo tipo, dato che si presta più facilmente alle richieste redazionali di variare i personaggi e ai ridotti tempi tecnici tra un’uscita e l’altra.
L’autore lombardo non è nuovo a questo approccio, avendolo già sperimentato negli anni Novanta in numerosi albi one-shot. Il problema di questo stile sta nel fatto che, alla fine, la vera caratteristica identificativa della testata – ovvero il filo conduttore – perde di senso e di peso, non risultando mai davvero incisiva. Questo ha portato a variegate critiche, sia nelle recensioni che nel topic generale della testata sul nostro forum.
L’innovazione spesso assente dal filo conduttore è però presente nella scelta delle storie. Marconi realizza indici molto interessanti, che mischiano storie classiche italiane alle inedite del Mega o di Zio Paperone, per proporre danesi e brasiliane o altre storie inedite prodotte negli anni Novanta, in testate come Minni, Giovani Marmotte o Paper Fantasy. Scelte mai banali, capaci di proporre una visione ampia del fumetto Disney e piuttosto diversificata. Sono pochi i numeri privi di inventiva nella scelta delle storie, aspetto che compensa la frequente pochezza dei fili conduttori. Per Marconi il compito è decisamente difficile, perché in media ha a disposizione solo 20 tavole inedite per collegare le storie, che sono almeno sei a numero, se non di più. Inoltre, non sempre è presente una storia in due tempi, che permetterebbe di gestire meglio il filo di collegamento tra le storie.

Perfino l’ultimo numero ebbe la sua pagina pubblicitaria, con il disegno di Perina in rilievo, pronto ad uscire dalla carta.
A livello editoriale, ogni volume presenta 244 pagine al costo di 4 euro. Il formato 19.5x14cm unito ad una flessibile rilegatura permette un’ottima leggibilità. Inoltre, a rendere il risultato davvero curato da un punto di vista librario è la copertina, sempre realizzata da Alessandro Perina con i colori di Valeria Turati. L’autore lombardo è eccellente nel proporre scene dinamiche e che catturano l’attenzione. La grafica di copertina, sempre caratterizzata da colori sgargianti, mette in risalto gli azzeccati titoli (sempre ideati da Marconi) che danno l’idea del tema conduttore. Questo focus sul titolo d’altronde si lega al claim pubblicitario, che appare anche in quarta di copertina insieme all’indice: “La raccolta a fumetti che si legge come un romanzo”.
Invece non sempre all’altezza sono i disegni della storia di collegamento realizzati, alternandosi tra loro, da Lara Molinari e Salvatore Deiana: complessivamente i loro lavori non risultano molto accurati e appaiono un po’ anonimi.
La testata, che esce ogni 5 del mese a partire da maggio 2014, dura fino al novembre 2017, per complessivi 43 numeri. Tra alti e bassi, ha presentato selezioni molto interessanti, anche se non sempre correttamente valorizzate dalla storia di raccordo.
Ad esempio, l’operazione che univa Topolino a Paper Kid si è rivelata gustosa, cosi come davvero coraggiosa è stata la scelta di ristampare in maniera integrale le corrosive cronache sui tacchi a spillo. Molto buono il numero dedicato a Pippo e ai suoi parenti, come anche quello veneziano: in entrambi i volumi, il filo conduttore ha qualcosa da dire e la selezione è particolarmente indovinata.
Il volume su Macchia Nera risulta ottimo, così come appaiono riusciti altri volumi dedicati a personaggi secondari come Archimede, Brigitta, Gastone, Pluto, i Bassotti, Indiana Pipps e la coppia Manetta – Rock Sassi. Il lavoro fatto da Marconi sulle seconde file è assai positivo anche perché utilizza pure l’autore americano Don Rosa, fino a quell’epoca appannaggio di testate filologiche. Proprio un numero come il 24 mostra la disinvoltura di Marconi nel proporre insieme storie di Barks, Rosa, Russo e Salvatori con un risultato finale eccelso. Infine, vale la pena di ricordare un numero tutto fatto di Parodie Disney, classiche e moderne.
Conclusioni
A novembre 2017, senza nessun messaggio, con il quarantatreesimo numero, la testata chiude.
A conti fatti, un vero peccato, dato che la selezione spesso eccellente e l’ottima confezione editoriale ne facevano un ottimo biglietto da visita in edicola per il fumetto Disney. La sfida che Marconi ha dovuto gestire – unire molte storie con un risicato numero di tavole – non sempre è stata vinta, ma ha in genere permesso di presentare volumetti solidi, corposi, mai banali, anche aiutato dal poter scegliere tra testate differenti. Il concetto di prologo è però caro a Panini, tanto da essere riproposto per la nuova serie dei Classici Disney che, ripartiti dal numero uno nel giugno 2019 e diventati bimestrali, riporta il prologo in edicola.
Cambia la testata, ma il prologo resta.