Topolino 2264

Nel 2019 la redazione di Topolino mette in campo svariate iniziative per i 70 anni del settimanale disneyano nel suo formato pocket: un numero speciale, un libriccino in allegato con un breve excursus storico della testata, le targhe metalliche che riproducevano alcune copertine e un volume che ne riproduceva a sua volta una selezione delle più significative.
Ma anche nel passato si è voluto festeggiare l’anniversario a cifra tonda del pocket; e se nel 2009 si mantenne un basso profilo, il 1999 celebrò invece in pompa magna il traguardo dei 50 anni di pubblicazione topolinesca in formato libretto.
Avvenne con Top1949, pregevolissimo volume speciale che riproduceva in versione fedele i primi tre numeri, con l’aggiunta di una striscia in basso a ogni pagina contenente diverse curiosità e informazioni su autori delle storie e dei redazionali e sul contesto storico, ma anche con un numero di Topolino molto speciale.
Ciò che ricordo mi trasmise chiaramente Topolino 2264 era l’orgoglio: quello che traspariva dalla redazione nel confezionare un albo che rivendicava la sua storia e la sua importanza e quello che provavo io nel sentirmi parte di questa famiglia e di questa lunga tradizione.
Foliazione maggiore (274 pagine), copertina a tema (non eccelsa ma con un concept simpatico) e la riproposizione di cinque vecchie storie, una per ciascun decennio dagli anni Cinquanta ai Novanta, che in qualche modo fosse rappresentativa del suo periodo, con tanto di breve prologo disegnato da Claudio Sciarrone, che introduceva al “viaggio nel tempo” proposto ai lettori grazie all’intervento di Zapotec e Marlin.

Avventure in cattedrale. Tutte le storie vennero ricolorate per l’occasione.
Si partiva con Paperino e l’uomo di Ula-Ula, un grande classico di Romano Scarpa: ricca di gag fulminanti e graziata dalla presenza dell’etereo comprimario citato già nel titolo, l’avventura inquadrava benissimo lo Zio Paperone secondo Scarpa e offriva una struttura narrativa a flashback intrecciati veramente notevole. Conobbi la storia per la prima volta in questa occasione e ne rimasi istantaneamente estasiato, anche grazie al tratto freschissimo e dinamico dell’autore.
Seguiva Zio Paperone e i misteri della cattedrale di Carl Barks nella versione rimontata per Topolino nel 1966: poco importava per il me undicenne, ero contento di seguire la suggestiva vicenda ambientata dentro (e sopra) la gotica Notre Paper in compagnia di Zione e nipotame sulle tracce di una sorta di Belfagor!
Per gli anni Settanta veniva ristampata Paperino e l’avventura sottomarina: Rodolfo Cimino, Giorgio Cavazzano e l’esordio di Reginella, in una storia romantica e malinconica allo stesso tempo, pregna di quella poesia ciminiana rimasta inimitabile e disegnata da un Cavazzano non ancora nella sua “fase techno” ma con un lavoro sulla linea che faceva intravedere la direzione sperimentale che di lì a poco avrebbe intrapreso.

Il romantico volo su Pacificus.
L’ultima, crepuscolare tavola rappresenta uno dei picchi sentimentali e narrativi del fumetto Disney, per la delicatezza con cui è stata impostata.
Qui, Quo, Qua e il tempo delle mele era un classico esempio di storia ben calata nel suo tempo, mentre prima ci si era concentrati soprattutto sulla qualità delle proposte e l’importanza degli autori coinvolti. In questa bella prova di Massimo Marconi e Massimo De Vita ci si richiamava infatti nel titolo all’omonimo film del periodo e si usavano i nipotini con una centralità e una vitalità rare nei decenni precedenti, affrontando in maniera simpatica e spigliata il tema dell’innamoramento giovanile.
Infine, Topolino e il mistero della voce spezzata traghettava il numero negli anni Novanta, con uno dei gialli per eccellenza con Mickey a firma di Silvano Mezzavilla e Giorgio Cavazzano. Indagine in due tempi su una misteriosa telefonata e un possibile rapimento in una Topolinia bagnata di pioggia che impregnava strade e abiti. Un capolavoro di atmosfera, non solo per la sceneggiatura geniale ma anche grazie al segno intrigante di Cavazzano.
Ogni storia era preceduta da una paginetta che la introduceva in maniera molto stringata, indicandone gli autori e mostrando la copertina del numero di Topolino in cui esordì.

Un mistero travolge tutta Topolinia.
Oltre a queste schede, l’albo era ricco di articoli sui cinque decenni in esame dal punto di vista sociale, culturale e tecnologico, identificando ciascuno con una caratteristica-cardine e spiegando sostanzialmente com’era la vita degli italiani negli anni Cinquanta o nei Settanta, tra innovazioni e stili di vita completamente diversi da quelli del 1999. Si parlava di nomi del cinema, della TV e dello sport, di scoperte scientifiche e di imprese e non si mancava mai di allacciare a queste informazioni il ruolo di Topolino all’interno di questi avvenimenti, con lo scopo di mostrare quanto sia sempre stato un elemento importante nella società italiana dal secondo dopoguerra in avanti. Erano approfondimenti ricchi peraltro di immagini e fotografie d’epoca, elemento non di secondaria importanza.
A completare il sommario, anche le Ciak (le one-pages dell’epoca) erano a tema: inedite, ognuna di esse era calata nel contesto di uno dei cinque decenni in esame, più una bonus a immaginare l’anno 3000.
La modalità scelta per festeggiare i 50 anni di Topolino libretto fu per me assolutamente vincente: al contrario degli anniversari dei personaggi, creare storie ad hoc sui traguardi raggiunti dalle riviste è sempre complicato e assai rischioso (non mancano le eccezioni: quanto fatto sul n. 3000, per esempio, è stato un ottimo lavoro).
In questi casi, celebrare la propria gloriosa storia tramite la riscoperta di alcuni tasselli che ne hanno formato la fama, costruendo attorno ad essa un contesto e arricchendo l’operazione con note e approfondimenti, offre un ottimo servizio sia all’esperto che al neofita, raggiungendo con successo entrambi i tipi di pubblico.
Bonus track: vi proponiamo le due tavole del prologo disegnato da Sciarrone (lo sceneggiatore non si conosce, chi lo sapesse ci scriva) che invitava, in maniera inaspettata, i lettori ad un viaggio nel tempo. Un prologo decisamente meta-fumettistico, vicino a quanto succedeva nello Speciale Topolino 2000, tanto per restare in tema di ricorrenze.
14 AGO 2022