Vent’anni… TOPO: partono le semifinali per la migliore storia di Casty!
Ed eccoci qua, si entra nel vivo. Le “magnifiche dodici” sono pronte. Dodici? Eh sì: due semifinali per ogni categoria, come di consueto: storie standard, lunghe e kolossal. Oggi, e per una settimana, si parte con le storie standard!
Semifinale 1: Topolino e la rivolta delle Didascalie vs. Topolino e la città taciturna
Semifinale 2: Topolino e il cappotto da 1 dollaro vs. Topolino e il caso sottilissimo
Ma… cosa significa “storia standard”? Significa che, con lo stesso numero di tavole con cui di solito si producono fumetti concepiti prevalentemente per intrattenere, alcune di loro riescono anche a rimanere impresse in modo indelebile nella memoria dei lettori. Piccoli capolavori di trama e disegni che, a dispetto della loro relativa brevità, non sfigurano rispetto a storie con un numero di pagine molto maggiore. Ci sono autori, insomma, capaci di rendere grande una “piccola” avventura, e Casty è indubbiamente tra loro.
Queste semifinaliste – oltre alle storie che nel frattempo hanno abbandonato la loro corsa in questa “competizione” – sono insomma la prova provata che una bella esperienza può essere significativa pur durando poco. Talvolta si compiono addirittura dei piccoli miracoli.
La rivolta delle didascalie può essere considerata l’apice della produzione “comica” di Casty. Un capolavoro di umorismo demenziale che sposa il metafumetto e trascende abbondantemente nell’assurdo. Nel farlo non rinuncia comunque a una buona dose di ironia e satira, bersagliando in particolare cliché e banalità che, spesso e per comodità, autori poco ispirati inseriscono in prodotti audiovisivi e letterari di largo consumo. Il lettore solidarizza con un Topolino più spaesato che mai, in un fiorire di citazioni varie e strizzatine d’occhio che non fanno altro che arricchire una trama già di per sé assurdamente esilarante. Se amate ridere e divertirvi, se siete fan della comicità “demenziale”, questa non può che essere la vostra scelta.
Quando un lettore pensa a Casty di solito le prime cose che vengono in mente sono i grandi “kolossal” o i misteri insondabili che Topolino è chiamato a risolvere. In seconda battuta può anche spuntare fuori il ricordo di umorismo e satira sociale, ma quasi mai viene sottolineata la sua capacità di scrivere fiabe moderne, piene di sentimenti e di emozioni. E quale esempio migliore per questo filone se non la splendida Topolino e il cappotto da 1 dollaro?
Qui il fulcro della trama non è tanto il potere del magico cappotto, che è solamente un pretesto narrativo, ma la possibilità di raccontare una novella natalizia potente e bellissima cui molti lettori sono affezionati. Si pensi anche solo allo splendido finale, davvero commovente per lo “standard” di una storia Disney. Se avete la “lacrima facile”, insomma, non potete non votare per questa storia.
Unica avventura di questo lotto non disegnata da Casty stesso (ma dal bravissimo Lorenzo Pastrovicchio), Topolino e il caso sottilissimo è l’esempio ideale di come una storia possa essere assolutamente memorabile senza superare le canoniche 30 tavole. L’autore gioca per tutto il tempo con il concetto di “sottile umorismo”, dandoci sin dal titolo un grande indizio su quale potrà essere la soluzione del mistero. Suggerimenti che si palesano come bigliettini di Macchia Nera, finché non lo vediamo agire di persona. Già dalla prima metà della vicenda sappiamo di fatto qual è il trucco, ma la scrittura serrata e avvincente ci conduce in fondo fino all’imprevedibile finale. Di particolare impatto restano ancora oggi le vignette “bidimensionali”, bei virtuosismi di un Pastrovicchio particolarmente in forma.
Se amate i gialli e il mistero questa è quindi la scelta giusta per la finale.
Avventura, suspense e uno strano paese dalle caratteristiche assolutamente straordinarie: sono questi gli ingredienti alla base di una delle più belle avventure di Casty che, giustamente, trova posto in questa agguerrita semifinale. Topolino e la città taciturna è una summa delle capacità dell’autore di inventare e tratteggiare in poche tavole luoghi e paesi fuori dal comune, come forse solo Barks e Walsh prima di lui. Taciturnia è un posto misteriosissimo, oppressivo e inquietante, eppure la storia ha dei momenti estremamente divertenti, a partire dall’esilarante scena con i cartelli, uniti a una buona base di care, vecchie cospirazioni politiche e a un finale per nulla scontato. Basterebbe l’invenzione dei “Silenziotti” e dei minacciosissimi “Leggiadroni” per convincervi che questa è la scelta adatta per la finale.
20 SET 2023