Paperino e l’albero di Natale
Don Rosa è famoso per le sue storie lunghe e complesse, ricche di avventura e colpi di scena, e quindi non è un caso che le sue brevi siano rare come le mosche bianche. In una dichiarazione pubblicata sulla DRL, l’artista del Kentucky ricorda come fu la Gladstone a chiedergli di disegnare delle storie in appena due tavole, su testi di Gary Leach, e di realizzarne anche una di quattro pagine, stavolta come autore completo, da pubblicare in un numero natalizio.
Nacque così Paperino e l’albero di Natale (Fir-Tree Fracas), una storia dove Rosa preferisce mettere da parte gli aspetti meno classici e gioiosi del Natale per concentrarsi su quelli più individuali e consumistici. Paperino, infatti, nel più puro spirito competitivo americano, decide di realizzare l’albero di Natale più bello della città, così da impressionare i parenti che si riuniranno per la tradizionale riunione di famiglia.
Nonostante i saggi avvisi dei nipotini, che gli ricordano che il vero spirito del Natale non può essere racchiuso in un albero, per quanto bello possa essere, Paperino non lesina energie e mezzi per raggiungere il suo scopo e quindi lo vediamo scegliere personalmente l’albero (“il più perfetto della Foresta Nera”), ritirare le centinaia di decorazioni in vetro dipinte a mano fatte realizzare appositamente da una vetreria specializzata, con annessa gag per portarle intatte a casa, con i nipotini trasformati in improvvisati vigili armati di palette per prevenire qualsiasi tipo di incidente, e infine farsi recapitare da Archimede delle speciali luci natalizie intermittenti.
Ormai è tutto pronto e Paperino, ignorando l’ultimo avvertimento dei nipotini, che gli ricordano come i suoi grandi progetti non finiscano mai bene, completa la preparazione dell’albero collegando il cavo della corrente direttamente al palo della luce esterno alla casa. L’albero è finito ed è bellissimo, lasciando attoniti gli stessi nipotini, che non riescono a trattenere espressioni di stupore.
Nel mentre, come da programma, arrivano gli ospiti e Paperino è impaziente di far vedere ai parenti il frutto delle sue fatiche. Qui, puntualmente, accade il disastro: un camion trascina via il cavo della corrente, facendo roteare vorticosamente l’albero fino a spogliarlo del tutto del fogliame e degli ornamenti.
La gag è irresistibile e l’effetto comico è ancora più accentuato dagli sguardi stupiti e quasi rassegnati dei parenti, tipici di Rosa, dalle loro osservazioni ironiche e buffe e da un Paperino pietrificato per aver visto un lavoro progettato da mesi svanito in pochissimi istanti. Il risultato finale è un’ottima storia breve, che fa ridere il lettore, cosa non facile con poche tavole a disposizione, e che ci porta a credere che Don Rosa, al netto del suo pensiero (“È la complessità ad affascinarmi”), avrebbe potuto realizzare altre piccole perle come questa.
22 DIC 2023