Topolino e le macchine ribelli
Cosa c’è di più natalizio della gioia di passare del tempo tutti insieme con gli amici e gli affetti più cari? E però, come mai Topolino per tradizione si reca a Pippsburgh ogni 24 dicembre? E cosa c’entrano le automobili con il Natale?
Quella che Topolino racconta a Tip e Tap è una fiaba moderna, che prende origine nel momento in cui la sua 113 inizia a dare segni di “vecchiaia”.
Come nella migliore tradizione Disney (in fondo non è solo Paperino a tenere alla sua 313), portandola a riparare, Topolino si sente rispondere che ormai è da rottamare e che non ha senso sistemarla, finché riesce a trovare un meccanico che gli indica dove può avere possibilità di trovare i pezzi di ricambio. E quindi, recandosi a Pippsburgh, Topolino affida la sua adorata vettura nelle abili mani del dottor/meccanico O’Pipps, non prima però di aver sperimentato come, alle porte della cittadina, la macchina sembrava quasi aver preso vita.
Pippsburgh è a tutti gli effetti una città di pippidi, tanto che Topolino si chiede se Pippo abbia lì dei parenti, ragion per cui non fa troppo caso alle stranezze sempre più frequenti che riguardano non solo i suoi abitanti, ma anche le loro macchine.
Tornando a ritirare la sua, scopre che anche la 113 ha un nome (Rosetta) e che, come tutte le altre automobili, ha vita propria e non vede l’ora di andare a scorrazzare in libertà al cantiere, perfetto parco giochi per veicoli.
Dopo averle riportate all’ordine, è l’influenza di Gambadilegno e della sua Torpedo a scombinare tutto, scatenando una vera e propria rivolta delle macchine, che, seppur evolute, una volta istigate iniziano a fare dispetti ai proprietari e a comportarsi come perfetti discolacci, con le auto di lusso che snobbano le utilitarie e i camion che fanno i prepotenti sulla strada, fino a giungere ad una insurrezione contro tutti i “senzaruote” che avessero voluto interrompere i loro divertimenti.
Nel momento in cui Gambadilegno si tradisce, lasciando intendere di aver fatto tutto questo per diventare il capo delle macchine mentre invece professava loro libertà totale, ecco svelato il mistero: l’evoluzione è causata da un raggio verde attivato da un “autoide” extraterrestre di nome Erbie (vi ricorda qualcuno?), proveniente da una civiltà avanzata dove le macchine sono diventate sempre più sofisticate fino a soppiantare i loro “creatori” originali.
In un perfetto dilemma di coscienza, le macchine si trovano quindi divise tra il voler essere amiche e compagne dei loro proprietari e la loro genuina voglia di divertimento e gioco, come fossero dei bambini. Il compromesso cui si giunge è infine quello di mantenere la normalità di giorno, mentre di notte le automobili avranno modo di dare libero sfogo al loro divertimento. Tip e Tap si guardano soddisfatti, e solo alla fine hanno la risposta alla loro domanda iniziale.
Questa prima prova da autore completo di Casty ha un animo solo apparentemente infantile, ed è un piccolo sfizioso antipasto ad un’altra storia con un’atmosfera natalizia ben più pregna.
Certo, quello delle macchine che prendono vita è uno dei tormentoni della fantascienza, ma qui è declinato in maniera più fiabesca e bonaria, visto che le macchine risultano sì evolute, ma ancora in uno stato fanciullesco (in fondo si divertono con poco), con un risultato che si sposa a meraviglia con le atmosfere natalizie, che sono evidenti appunto negli spezzoni del presente, l’inizio con i curiosi Tip e Tap e il finale dove tutti gli abitanti di Pippsburgh (macchine e non) si cimentano nella più classica delle battaglie di Natale… quella a palle di neve.
23 DIC 2023