Buon vecchio zio Alfy…
Alfredo Castelli al Martin Mystère Mystery Fest di Bologna 2016
Ci ha lasciati Alfredo Castelli e quasi sicuramente in molti titoleranno “È morto il papà di Martin Msytère”, commettendo due errori: il primo è che Alfredo Castelli non era il papà di Martin Mystère, lui ERA Martin Mystère.
Lo ha detto e rivendicato lui stesso in più occasioni, con una buona dose di autoironia: gli ha dato le sue caratteristiche e i suoi difetti, così che gli fosse più facile scriverne le storie.
Il secondo errore è quello di ridurre una carriera come la sua alla sola creazione di un personaggio, seppure il più famoso tra tutti.
Il problema è che è impossibile spiegare in poche parole l’importanza di Castelli. Personaggio multiforme che ha rivestito praticamente tutti i ruoli immaginabili all’interno dell’industria del fumetto: sceneggiatore, giornalista, curatore, disegnatore persino, grafico, storico, filologo…
Potrei dire che con lui se ne vanno 60 anni di cultura italiana, ma sarebbe un errore anche questo: perché la sua opera, le sue creazioni, le sue intuizioni sono state così pervasive da cambiare radicalmente il panorama e la percezione del fumetto, per cui sono e saranno ancora qui, seppure in forma diversa e/o attualizzata. Se Sergio Bonelli si può considerare in qualche modo il “mecenate” del medium in Italia, Castelli si è impadronito del ruolo di suo divulgatore, ruolo che ha interpretato con assoluta dedizione fino agli ultimi anni.
Una storia professionale così lunga e variegata che la si potrebbe raccontare anche solo con aneddoti:
- Un errore di impaginazione in un giornale che porta alla nascita di una strip, il leggendario “Omino bufo”, disegnata male e scritta peggio, che avrebbe dovuto essere una cosa estemporanea e ancora vive dopo oltre 50 anni;
- Una storia a fumetti realizzata assemblando pezzi di fotocopie di una banconota da 1000 lire (“… il sogno di un vecchio musicista”);
- Un autore Disney, Al Levin, inventato sul momento durante la redazione di una pionieristica fanzine, che diventa vero e reale, al punto che diversi testi fumettistici e pubblicazioni della stessa Disney lo riportano come tale…
Ma ci sarà tempo per analizzare cosa ha fatto e quanto ci lascia, qua mi preme solo dedicare un pensiero all’autore che ho voluto conoscere prima di tutti gli altri, appena ho avuto modo di iniziare a frequentare fiere e mostre. Non è stata una cosa difficile, in realtà: presenza costante e mai scostante in qualsiasi evento fumettistico, non si è mai negato, né ha mai negato alcunché, in virtù appunto del suo essere prima di tutto un appassionato divulgatore.
Soprattutto ho avuto modo di reiterare questi incontri, a volte fugaci perché non sempre si ha il tempo che si vorrebbe, altre molto tranquilli, con lunghe chiacchierate di cui non di rado perdevo il filo!
Chi ha qualche anno in più del sottoscritto probabilmente ricorderà i suoi trascorsi al Corriere dei ragazzi, ma per quelli della mia età è stato Martin Mystère la rivelazione: una miscela irresistibile di avventura, mistero, fantascienza che attingeva a piene mani dalle pulp fiction ma rielaborava il tutto con una scrittura precisa, con ironia, con rigore.
In un tempo in cui non c’era internet, le tv commerciali stavano ancora nascendo e i libri costavano, quella era una finestra spalancata su un mondo affascinante di cui ancora si sapeva poco, popolato da atlantidei, uomini di Neanderthal, piogge di rane e idrometeore…
Castelli era la guida là in mezzo, con i suoi articoli, le sue rubriche, i suoi dizionari: nella prima ristampa (1989) addirittura aveva aperto un filo diretto con i lettori e chiunque avesse un quesito irrisolto, poteva scrivergli e lui si impegnava a trovare la risposta giusta!
Ci sembra infine giusto ricordare le occasioni in cui Castelli ha incrociato i nostri fumetti preferiti.
Lo ha fatto in una doppia veste:
- Come sceneggiatore è l’autore di due storie disegnate da Massimo De Vita: Paperino e il “metodo” di Zio Paperone e Topolino e il triangolo delle Bermude oltre che delle one page delle pubblicità del dentifricio Paperino’s (disegni di Marco Rota)
- Come “critico”, lo abbiamo accennato in precedenza, nel 1965, sulle pagine di Comic club 04 (prima fanzine di fumetti in Italia), non riuscendo a identificare Floyd Gottfredson, si è inventato il fantomatico Al Levin come autore delle storie di Topolino made in USA. Pur trattandosi, come detto, di una fanzine pionieristica che chiuse dopo solo 4 numeri, questa attribuzione si diffuse al punto che in molti libri sul fumetto ma anche su alcune pubblicazioni Disney (almeno fino al 2003) il misterioso Al Levin veniva accreditato come autore.
Ci mancherai BVZA, ci mancherai davvero…
08 FEB 2024