Topolino 3597

15 NOV 2024
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Topolino 3597

A circa un anno dalla conclusione della seconda stagione de Gli evaporati, la coppia Bruno EnnaDavide Cesarello torna sulle pagine del settimanale con una nuova saga che già promette di essere – come si suol dire in questi casi – un “evento”.

D’altra parte, questo numero di Topolino è già di per sé un evento: da diversi anni si è infatti affermata l’abitudine di rendere il libretto in uscita nei giorni del Lucca Comics & Games un’uscita un po’ speciale. Questo numero poi, oltre che per la fiera e per il ritorno di Enna-Cesarello, lo è anche per un’altra ricorrenza, alla quale è dedicata la suggestiva copertina di Paolo Mottura: ma di questo parleremo più avanti.

“Contea di Cedar Topps, Kansas Orientale, tarda sera…” Così inizia il primo episodio di 500 piedi, intitolato Ci sono più cose in cielo e in terra…, la nuova saga di cui parlavamo in apertura, trasportandoci immediatamente in un’atmosfera propria di certo cinema e di certa letteratura, di cui Enna già altre volte in passato ha mostrato essere un intenditore e appassionato. Credo che i suoi punti di riferimento siano la Fantascienza Classica, soprattutto statunitense, ma anche serialità televisiva più recente come X-Files. È indubbiamente un’atmosfera che cattura il lettore, e lo trascina all’interno di quel mondo. E’ pur vero che alcuni elementi rallentano leggermente l’immersione: lo scenario, i personaggi, il loro abbigliamento e altri particolari, non sono infatti quelli a cui siamo abituati. Appaiono in effetti un po’ retro, portando inizialmente a credere che la storia sia ambientata nel passato; tuttavia altri elementi sembrano agganciarla alla contemporaneità… non è quindi chiaro se stiamo leggendo una storia in costume, una storia con i personaggi nella loro veste “standard”, o altro ancora: e questa domanda, tornando ad affacciarsi durante la lettura, interferisce con il completo abbandonarsi alla stessa. Ma tutto sommato, non è certamente un grave difetto.

L'inizio di una nuova grande saga

Un incipit suggestivo, che ci presenta atmosfere di un marcato sapore retro

La vicenda scorre bene, mantenendo la giusta dose di mistero per tutto l’episodio. I personaggi sono ben caratterizzati, sia quelli tradizionali sia quelli introdotti qui per la prima volta. L’unico appunto che mi sento di fare è l’innesco un po’ troppo rapido: in una storia come questa, che promette di essere una nuova “grande storia” di Topolino, una sequenza introduttiva che ci mostrasse Mickey che inizia a interrogarsi su cosa stia accadendo a Orazio prima del suo rapimento, mi sarebbe piaciuta. Ma non sta certo a me suggerire a Enna come scrivere, tutt’altro. D’altra parte, questo primo episodio è nel complesso ampiamente “promosso”, e lascia una grande voglia di leggere il successivo.

In Gli allegri mestieri di Paperino – Una lieve influenza, torna un’altra coppia ormai affiatata: Tito Faraci ed Enrico Faccini. Questa serie sembra aver risvegliato la vena umoristica di Faraci, che qualche tempo fa sembrava un po’ assopita. La storia si presenta come una sequela di simpatiche gag, nelle quali Donald può mostrare il suo lato più pasticcione, con un buon uso dello slapstick in un contesto contemporaneo. Se le brevi umoristiche fossero tutte così, sicuramente la lettura del libretto ne gioverebbe.

 Lo slapstick nell'era dei social

Lo slapstick nell’era dei social

Seguono un’intervista al bravo disegnatore austriaco Florian Satzinger, che ha firmato una delle due variant cover in uscita a Lucca (e che lascia presagire una sua futura storia con protagonista Paperino), e una presentazione di Gabriele Dell’Otto, autore dell’altra copertina variant presentata in fiera, dedicata al numero seguente.

Troviamo quindi Giovanni Eccher, alla sua seconda prova disneyana, affiancato dal veterano Blasco Pisapia in Manetta il procrastinatore. Lo sceneggiatore milanese sforna una storia prettamente umoristica, di sapore faraciano, complice anche il protagonista, Manetta, che deve redigere un rapporto ma che continua a procrastinarlo. La storia scorre bene e diverte, anzi ci restituisce un ispettore spassoso come non lo si vedeva da un po’ sulle pagine del Topo; quando non è inflazionato, fa piacere ritrovarlo in questa forma.

Nell’ormai tradizionale spazio dedicato a come disegnare i personaggi Disney, Paolo Mottura ci insegna a tratteggiare il tenebroso Macchia Nera.

Ed ecco che dopo questa rubrica, arriviamo alla storia a cui si riferisce la copertina: Zio Paperone e l’opera inattesa, dedicata a una ricorrenza lucchese. No, non stiamo parlando ancora di Lucca Comics & Games (o forse sì, visto che molti sono stati gli eventi a lui dedicati durante la manifestazione fumettistica), ma di Giacomo Puccini, compositore originario della città toscana, per i 100 anni dalla sua scomparsa. Così Alessandro Sisti, affiancato ai disegni da Simona Capovilla, si occupa di imbastire una storia celebrativa, nella quale zio Paperone e compagnia tornano nuovamente in Italia con l’ormai consolidata presenza del Professor Quagliaroli. La vicenda, purtroppo, nonostante l’indubitabile perizia dello sceneggiatore, risulta un po’ piatta, e l’espediente dei retrocchiali messo in atto dallo Zione non riesce a donare smalto alla trama. Si risolleva però nel finale, con una certa “fanciulla” che a suo tempo ispirò Paperone ma non solo. Strappa senza dubbio un sorriso, per quanto resti mia opinione che di quel personaggio andrebbe fatto un uso più parco.

 Paperone ispiratore di Puccini?

Paperone ispiratore di Puccini?

Il menu, infine, ci propone un tradizionale scontro tra Paperone e Rockerduck. Dopo aver visto in scena questa contrapposizione nella storia precedente, la scelta rischia di risultare un po’ ripetitiva. Zio Paperone alla ricerca della melaurea perduta (Venerus/Perissinotto) parte da uno spunto originale per dare vita a un’avventura dal sapore classico. Lasciano forse qualche perplessità le dinamiche tra i personaggi sul finale, e in particolare l’atteggiamento di Zio Paperone; ma nel complesso la lettura appare senza infamia e senza lode, il che tutto sommato significa che può considerarsi riuscita.

Conclude il numero un’intervista a Enrico Faccini, che si è occupato di disegnare delle carte da gioco piacentine decorate a tema disneyano, allegate a Topolino 3598.

Tornando invece a Topolino 3597, l’albo supera ampiamente la sufficienza, soprattutto grazie alle due umoristiche e al primo episodio di 500 piedi: mi piacerebbe trovare ogni settimana un Topo almeno di questo livello.



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Autore dell'articolo: Francesco Grilli

Francesco Grilli è nato a Fondi il 20 agosto 1993, giusto una settimana prima del famoso numero “da record” del milione di copie di tiratura. Ed è cresciuto a “pane e Topolino”. Sui fumetti e i cartoni Disney ha imparato a sognare, e poi all’età di quattro anni anche a leggere. Una volta cresciuto, sempre grazie a quel mondo e a quei personaggi, ha imparato anche a scrivere. Cosa che lo porterà a laurearsi in Editoria e Scrittura presso “La Sapienza” di Roma con 110, e a conseguire il Master di II Livello Professione Editoria Cartacea e Digitale alla Cattolica di Milano. Dopo uno stage alle Librerie.coop, ora è nel mondo della scuola come docente di Lettere (ma ai suoi alunni parla anche di fumetti…) Il suo sogno però resta legato al Fumetto Disney e non solo, sperando di insegnare ad altri a leggere e sognare come fu per lui a suo tempo, e ripagare così i suoi “debiti” (al contrario di Paperino…)

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