Storia & Gloria delle trading cards Disney – Prima parte
Trading cards: cosa sono?
Le trading cards sono, per le nazioni anglofone, quello che per noi italiani sono le figurine, con la principale differenza che queste ultime sono autoadesive – ossia si toglie la carta protettiva dal retro delle singole immagini per poterle attaccare senza utilizzare colla su un album raccoglitore o su una qualsiasi superficie (in inglese la figurina è lo sticker) – mentre le prime non sono autoadesive e non devono (o non dovrebbero) essere “appiccicate” ad una qualsivoglia superficie, ma devono (dovrebbero) essere conservate in album contenenti apposite tasche trasparenti.
Per il resto, il concetto di base è lo stesso: si tratta di immagini di piccole dimensioni (lo standard è circa cm 9×6,5, con l’immagine riprodotta indifferentemente in orizzontale o in verticale), contenute in bustine sigillate consegnate ai rivenditori in scatole. Ogni immagine, diversa dalle altre, è numerata, e ovviamente l’appassionato per completare la raccolta deve riuscire a trovarle tutte comprando le bustine, scambiando i propri doppioni con altri collezionisti, o effettuando acquisti di singole o più cards.
Trading cards (fonte: Wikipedia)
Le trading cards maggiormente richieste negli USA sono, proprio come qui da noi, quelle di soggetto sportivo (Sports Cards): baseball, basket e football (da non confondere con il nostro calcio, lì chiamato soccer) sono le più vendute. Ma esistono anche cards con soggetti diversi da quelli sportivi (ovviamente, Non-Sports Cards), nella cui categoria rientrano naturalmente quelle Disney.
Generalmente, una serie di trading cards è costituita da più sottoserie, la principale delle quali è il cosiddetto Base Set, ossia l’insieme delle cards che verranno sicuramente trovate all’interno del pacchetto, che sviluppa l’argomento della serie, e che generalmente è suddiviso in vari “capitoli”. Esistono poi vari Sub Sets, ossia cards che hanno caratteristiche particolari, un po’ più difficili da trovare rispetto a quelle del Base Set.
Ci sono, infine, le Special Cards, ben più rare da trovare rispetto alle categorie precedenti, perché fatte in maniera particolare: per esempio, le Promo Cards, distribuite gratuitamente per pubblicizzare le raccolte in uscita; le Hologram Cards, stampate con l’effetto ologramma; le Sketch Cards, illustrate manualmente e non stampate; le Autograph Cards, autografate sempre a mano; e altre tipologie ancora. Le Special Cards possono costituire il vero scopo (ed il vero valore) dell’intera raccolta in base alla loro rarità.
Le trading cards, come sopra accennato, non sono autoadesive, e dunque sono illustrate su entrambi i lati. Di solito il fronte della card presenta un’immagine, mentre sul retro si trova una descrizione. Per questi motivi (il non essere autoadesive e l’essere illustrate su entrambi i lati) le cards dovrebbero essere conservate in albi contenenti fogli trasparenti divisi in tasche (per le cards di misura standard le tasche sono nove per ciascun foglio) che consentono di poterle visionare su entrambi i lati, oltre che di conservarle in buono stato.
Questi fogli si trovano tranquillamente anche in Italia, essendo gli stessi che sono utilizzati per le playing cards (Magic, Pokémon, e via dicendo), mentre come albi possono essere utilizzati i classici quaderni ad anelli (i fogli una volta avevano solo tre fori, ed era dunque necessario reperire quaderni a tre anelli, invece di quelli a quattro normalmente da noi in uso; in seguito le case produttrici hanno realizzato fogli con forature universali, e dunque questo problema è stato superato).
Per ulteriori informazioni sulle trading cards in generale, si rinvia a questo articolo disponibile sulla versione inglese di Wikipedia; per le Non-Sports Cards invece, alla presente voce di riferimento.
Trading cards Disney: gli inizi
Ed eccoci dunque all’argomento di nostro interesse. Come sopra accennato, le trading cards Disney appartengono alla categoria delle Non-Sports Cards.
Quella che probabilmente fu la prima serie di cards ad argomento Disney non fu in realtà una serie di trading cards, ma di gum cards contenute nell’incarto delle bubble gum, le gomme da masticare, e risale al 1933 quando, a soli cinque anni dalla nascita di Topolino, la Gum Inc. di Philadelphia ottenne dalla Walt Disney Productions la licenza per utilizzare i personaggi disneyani allora esistenti.
L’involucro della gomma raffigurava Topolino, mentre le cards, la cui serie era chiamata semplicemente Mickey Mouse Picture Cards, rappresentavano sul fronte delle scenette con protagonisti Topolino, Minni, Pluto, Orazio e Clarabella e, in un paio di occasioni, anche Walt Disney in persona, mentre sul retro apparivano delle storielle di cui le scenette illustrate costituivano le battute conclusive.
La serie era composta da 96 cards da incollare su due albi distinti (dalla 1 alla 48 il primo, dalla 49 alla 96 il secondo); per ottenere gli albi bisognava conservare cinque incarti per poi consegnarli al negoziante insieme a 5 centesimi di dollaro.
Una seconda serie di altre 24 cards, numerate da 97 a 120, si chiama Mickey Mouse with the Movie Stars ed è oggi considerata più rara della prima: rappresentava i personaggi Disney insieme ad attori cinematografici dell’epoca ritratti in forma caricaturale. La prima serie è stata riprodotta dalla Applewood Books nel 1995 in un cofanetto, in passato facilmente reperibile anche nelle fiere di settore italiane, contenente le riproduzioni delle novantasei cards ed un unico albo raccoglitore rilegato.
Altre due serie di gum cards che ebbero (o almeno la prima lo ebbe) un notevole successo all’epoca della loro uscita e che oggi sono molto ricercate e apprezzate (in tutti i sensi) sono quelle che nel 1956 vennero dedicate a Davy Crockett. Prodotte dalla Topps, ditta che continua a tutt’oggi a realizzare trading cards, le due serie erano costituite ciascuna da 80 cards che narravano il film Davy Crockett, King of the Wild Frontier e si distinguevano l’una dall’altra, oltre che per le diverse immagini utilizzate, per i differenti dorsi: arancio per la prima serie, verde per la seconda, che ebbe una minore diffusione e perciò è più quotata.
Anni Novanta: il boom
Durante gli anni Novanta, in corrispondenza con il periodo della “bolla” dei comics intesi come investimento, con l’uscita di diverse versioni per quasi ogni albo (differenti l’una dall’altra per le copertine, i contenuti, le tirature o qualsiasi altra caratteristica potesse in realtà solo giustificare prezzi di vendita il più delle volte assurdi), anche l’indotto delle trading cards è stato trascinato da questa febbre.
Ciò ha riguardato anche le Non-Sports Cards, con l’uscita di innumerevoli serie dedicate ai personaggi dei comic books, dei film d’animazione e dal vivo, e così via. Questa moda fu evidentemente inseguita anche dal marketing Disney, se è vero che in questo periodo uscirono quasi tutte le serie che vedremo nel dettaglio qui sotto e in seguito.
Negli anni precedenti al boom (sul quale torneremo nelle tre prossime “puntate” dell’articolo) le serie di trading cards ispirate a soggetti Disney, soprattutto film dal vivo, erano state poche. Le vediamo nel dettaglio qui di seguito, nella gallery dedicata al periodo 1979-1990.
1979-1990
1979
The Black Hole
Serie ispirata all’omonimo film di fantascienza, composta da 88 cards e 22 stickers, pubblicata dalla Topps sia negli USA che in Gran Bretagna.
Nella serie inglese mancano gli stickers e la prima card rappresenta un’immagine del film, mentre negli USA la prima card fa da checklist (cioè l’elenco delle cards che compongono la serie).
1982
Disney Movie Scenes
Serie composta da 5 sottoserie da 18 cards ciascuna dedicate a Mickey Mouse, Donald Duck, Goofy, Snow White e Bambi, pubblicata dalla Treat Hobby.
Tron
Altra serie dedicata all’omonimo film di fantascienza, composta da 66 cards e 8 stickers, pubblicata dalla Donruss.
1985
Return to Oz
Ancora una serie dedicata a un film dal vivo, pubblicata dalla Topps. Sebbene sia composta da 44 stickers, viene comunque considerata dai collezionisti di cards Disney come serie da reperire per completezza; sul retro di alcuni stickers ci sono immagini che, messe insieme a mo’ di puzzle, ne compongono una più grande.
1988
Who Framed Roger Rabbit
Serie relativa all’omonimo film, composta da 132 cards e 22 stickers (queste ultime formanti tipo puzzle una grande immagine), pubblicata dalla Topps.
1990
Dick Tracy
Serie ispirata all’omonimo film con protagonisti Warren Beatty (che è anche il regista) e Madonna, composta da 88 cards ed 11 stickers, pubblicata dalla Topps.
Seconda parte: Gallery 1991-1994
Terza parte: Gallery 1995-1997
Quarta parte: Gallery 2002-2004 e Appendice