Topolino 3610

Topolino 3610 si apre con una divertente vignetta di Silvia Ziche (i miei complimenti per la non facile gestione di un impegno certamente complesso dopo quasi 20 anni!) e una copertina di Andrea Freccero dal sapore anni Novanta (e anche qui i nostri complimenti per aver usato un grafico finanziario non banale con le candele giapponesi).
La storia d’apertura, Zio Paperone e la controvittoria anaffaristica, vede ai testi Alex Bertani e Vito Stabile. Direttore e sceneggiatore decidono di riflettere sul ruolo di Rockerduck e, una volta di più, mostrare una classica sfida tra i due magnati. In questa occasione, il focus è rivolto all’aspetto caratteriale di Rockerduck, un trend particolarmente presente nella direzione attuale (basta pensare alle storie disegnate da Cavazzano con i testi di Nucci e Fontana, oppure al recente bombetta business).
La figura del miliardario rivale si è fatta sempre più crepuscolare, a tratti melanconica. E, in questa storia, sicuramente riuscita, la conclusione lascia l’amaro in bocca, lasciandoci in sospeso con un sentimento dolente. Apprezzo con gran piacere il lavoro di Vitale Mangiatordi, che realizza disegni efficaci e brillanti, e che sfrutta a dovere la variegata sceneggiatura, tra le prime tavole in 8 bit e il sogno supereroistico con i retini anni Cinquanta.

Anche Corrado Mastantuono utilizza un brillante effetto speciale come fulcro della sua nuova storia con Bum Bum Ghigno: Bum Bum e i denti invadenti. Ho personalmente un debole per il personaggio inventato dall’autore romano, e anche questa volta non sono rimasto deluso. In tempi in cui la chirurgia estetica risulta molto diffusa, grazie a prezzi più abbordabili, non mi stupisco di vedere se una nuova dentatura possa cambiare l’umore. A Bum Bum, con i suoi nuovi, davvero nuovi, denti, accade lo stesso, fin troppo.

Un geniale effetto grafico intelligentemente disturbante
L’effetto straniante, ma sicuramente geniale, dato tra il disegno a matita e un approccio realistico, fatto di una texture grafica particolare, permea tutta la storia, che ci propone spinte caratteriali che, nei fatti, solo Bum Bum come personaggio può mostrare. Il suo approccio pervicace e spesso tracotante, mescolato ad una costante necessità di non ammettere i propri errori, ci porta, una volta di più, a riflettere sulla quotidiana fragilità dell’animo umano.
Paperino e la gara dei guai, storia estera sceneggiata da Aleksander Kirkwood Brown e disegnata ottimamente da Arild Midthun, ci mostra un poco del funzionamento del biathlon, sport invernale che mischia lo sci di fondo e il tiro a segno con la carabina. La storia ha un canovaccio abbastanza classico, ma ci mostra con piacere un Paperino capace di fare disastri e di regalarci un po’ di sano umorismo slapstick.
La storia successiva – Gambadilegno in fragranza di reato – sceneggiata da Marco Bosco e disegnata da Carlo Limido, appartiene a quella categoria di polizieschi leggeri e umoristici, tipica di molta produzione fumettistica Disney. La vicenda risulta gradevole ma senza particolari guizzi, nei fatti monotona e non memorabile. La chimica tra i personaggi funziona, ma se oggi lo spessore di Gambadilegno come villain è ai minimi termini, è anche per essere stato scalfito negli anni da storie come questa.
Il numero si chiude con la quarta puntata, di sei, della seconda stagione de Le isole della cometa, sempre di Pietro Zemelo con i disegni di Nico Picone. A me non era dispiaciuta la prima stagione, che funziona ancora meglio se letta tutta insieme. Il suo muoversi lento, i suoi numerosi personaggi ed eventi, sono assaporati meglio con una lettura complessiva, e patiscono la pausa settimanale.

Credibili drammi interiori
Questo approccio resta anche con la seconda stagione, dove però c’è più concretezza e coesione narrativa. Il presente episodio lo dimostra perfettamente, dato che i fatti sono contemporanei a quanto è accaduto – o meglio, a quanto sta accadendo – nell’episodio precedente. Zemelo risulta molto bravo a coordinare la massa di eventi con abilità, creando una certa tensione. Speriamo che la conclusione attesa nelle prossime due settimane, che dovrà risolvere una materia molto vasta, non deluda le aspettative.
Picone si dimostra eccezionale, decisamente a suo agio in questa suggestiva ambientazione. Sono ormai tramontate le sue prime esperienze legnose e poco significative, e questa serie ne è un ottimo esempio. Aiutato da splash page e da scenari mozzafiato, propone tavole che risultano piacevoli e aggraziate, dando l’atmosfera giusta ai suoi riusciti personaggi.
Prosegue la rubrica Fumettando, e questa volta Andrea Malgeri ci mostra come disegnare Nonno Bassotto. Interessante l’articolo realizzato con il National Geographic Kids sugli inventori che, pur sbagliando, non si sono arresi, come Guglielmo Marconi. Una lezione importante per tutti e, ricollegandoci alle due storie migliori, soprattutto per Rockerduck e Bum Bum, due indomabili combattenti.
Per cui, auguri a chi non si arrende mai e, indomabile, continua nei propri tentativi. La felicitá è dietro l’angolo, non mollate.