Topolino 3629

“L’anima di questo giornale è costituita per buona parte anche da storie dalla differente struttura. Meno articolate. Di più rapida lettura”. Così scrive Alex Bertani nell’editoriale di Topolino 3629, producendosi in un inatteso elogio delle brevi e, in particolare, di A spasso con Pippo, presente in questo numero. Non si può non essere d’accordo con il direttore, sia per quanto riguarda il discorso generale sia nel caso specifico, poiché il nuovo episodio della serie Vita da Pluto, con Francesco Pelosi ai testi e Mattia Surroz ai disegni, risulta davvero ben riuscito.
L’avventura ci mostra, attraverso deliziosi quadretti, il profondo rapporto instauratosi nel corso del tempo fra Pippo e Pluto, che, al di là delle differenze sottolineate nel celebre soliloquio di Claudio Bisio, hanno parecchi aspetti che li accomunano. Pelosi li evidenzia con abilità, miscelando alla perfezione gli ingredienti e proponendo un lavoro divertente, tenero, vivace, dolce ma senza mai scadere nel melenso. Particolarmente riuscite le sei tavole mute in mezzo alla natura, illustrate da un Surroz in ottima forma, nelle quali il feeling tra i protagonisti emerge nitido e coinvolgente.

Si distingue in senso positivo anche Paperina in: peluche e giochi pericolosi. Realizzata da Corrado Mastantuono nelle vesti di autore completo, è uno spaccato realistico di ciò che può accadere nel mondo del lavoro, fra tensioni, soprusi, ricatti ed eserciti di avvocati pronti a qualsiasi mistificazione in nome del vil denaro. Le vicissitudini di Paperina nel grande magazzino Beautiful Game ci ricordano anche di diffidare dalle apparenze, non fermandoci mai alle prime, spesso superficiali, impressioni che una persona suscita in noi. Sottilmente curata la rappresentazione di ogni personaggio, a partire ovviamente da Daisy, papera moderna e vitale, capace di affrontare con il giusto piglio le sfide che le si parano davanti, lontana dai vecchi stereotipi ma anche da più freschi eccessi glicemici. Una storia matura, ricca di sostanza, senza, per questo, peccare in ironia e scorrevolezza.
Meno brillante il resto del numero. Zio Paperone e i sogni tesoriferi, di Danilo Deninotti e Paolo De Lorenzi, collocata in apertura, ha uno spunto potenzialmente interessante, con Paperino che va a caccia di tesori in sogno, guidando Paperone, supportato da un marchingegno ideato da Archimede, a trovarli negli stessi luoghi della realtà. Lo sviluppo, però, non convince appieno e l’epilogo appare un po’ affrettato. Inoltre, il poco giustificato inseguimento finale, che rievoca analoghe chiuse di qualche decennio or sono, lascia l’amaro in bocca per la sorte iniqua toccata a Paperino. Pulite e gradevoli le matite di De Lorenzi.

Seguono cinque pagine d’intervista ad Alessandro Perugini, in arte Pera Toons, il quale cura poi lo spazio divulgativo 6 curiosità sull’intelligenza artificiale, bizzarramente classificato nel sommario tra le storie a fumetti e richiamato anche nella bella copertina di Mastantuono come se fosse l’evento del numero. Una strategia di marketing che speriamo possa pagare, vista la popolarità acquisita sul web tra i giovanissimi dal content creator toscano grazie alle sue freddure, disegnate in modo minimalista. Che, va detto, restringendo il campo all’esordio disneyano con Edi e Archimede, al lettore di una certa età fanno rimpiangere, e non poco, le classiche Risate Boom con Sansone e Isidoro…
L’Intelligenza Artificiale è al centro anche di Un raggio di speranza, terzo e ultimo episodio di Topolino e l’effetto Omega. Alessandro Pastrovicchio conclude il proprio nuovo lavoro, con i nostri eroi che sembrano infine riuscire a domare l’energia oscura evocata dal villain Gamma (e poi ritortasi contro di lui). L’avventura, tratteggiata con stile dinamico da Pastro Jr. e colorata in maniera efficace da Manuel Giarolli, è densa di azione e spiegazioni: per chi non abbia solide basi di fisica, però, queste ultime sono piuttosto astruse, tanto da appesantire oltremodo la fruizione. Il tutto è narrato con toni enfatici e supereroistici, assai lontani dagli standard Disney con cui siamo cresciuti. Al di là delle preferenze personali, comunque, è opportuno essere aperti a imboccare strade alternative, se esse sono in grado di appassionare e soddisfare palati diversi, contribuendo di fatto al benessere della testata.
Capovolgendo il libretto, introdotta dalla copertina rovesciata di Mark Brooks, si resta in ambito supereroi con il nuovo What if…?, in cui Paperino diventa Iron Man. Il soggetto di Steve Behling è stato trasformato in sceneggiatura da Luca Barbieri, con Donald Soffritti che si è occupato da par suo dei disegni e Lucio Ruvidotti a somministrare la particolare colorazione. Rispetto ad altre prove precedenti, questa nuova commistione tra Disney e Marvel sembra funzionare meglio: i personaggi non sono snaturati per adattarli all’universo ideato da Stan Lee, ma mantengono le peculiarità che ben conosciamo (seppure Paperino abbia sviluppato, non si sa come, una perizia tecnica degna di Orazio, se non di Archimede).

Le drammatiche origini di Iron Man – narrate nel 1963 su Tales of Suspense n. 39 e presentate sul grande schermo quarantacinque anni più tardi da Jon Favreau nel film con Robert Downey Jr. – sono rielaborate con un certo acume e una buona attenzione ai dettagli, come spiegato da Barbieri nell’intervista a seguire. Ne viene fuori una storia non troppo approfondita ma, tutto sommato, proprio grazie alla brevità, abbastanza godibile, che, quanto meno, strappa qualche sorriso, attestandosi al di sopra delle basse aspettative.
Nel complesso, si tratta di un numero che non soddisfa in pieno, dalla resa altalenante. A nobilitarlo è una pagina pubblicata in extremis, in sostituzione del consueto Prima della copertina, nella quale Davide Catenacci ricorda e omaggia Massimo Marconi, scomparso di recente. Un professionista esemplare e generoso, “un essere umano eccezionale”, nonché amico sincero del Papersera, il cui ricordo resterà indelebile nel cuore di ogni appassionato.