I Grandi Classici Disney 114

02 LUG 2025
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I Grandi Classici Disney 114

I Grandi Classici Disney 114, in uscita nel mese di giugno, si aprono, coerentemente con l’inizio della stagione estiva, con Zio Paperone e la sabbiatura funesta, il piatto forte di questo fascicolo. La sceneggiatura di Rodolfo Cimino è frizzante: partendo dall’ennesimo arresto dei Bassotti, stavolta costretti – in maniera originale – ai lavori forzati in campagna, la storia scorre dinamica per 29 tavole, regalando al lettore risate genuine con situazioni mai banali e personaggi perfettamente caratterizzati. Nota di merito per Romano Scarpa, coadiuvato alle chine da Giorgio Cavazzano, per i disegni curati e particolareggiati, che consentono di visualizzare graficamente le gag, e per alcune trovate originali (come la posizione della parola Fine).

Segue un redazionale che appare come un inno alla versatilità disneyana e alle molteplici forme del fumetto di Paperi e Topi; indubbiamente ben scritto, ma viene da chiedersi quale sia l’attinenza al sommario del numero in esame.

Troviamo poi un’altra storia dal sapore vacanziero, Topolino e il propellente ultrapotente. Topolino in vacanza dovrà vedersela con le prodezze di due “chimici” improvvisati, Pippo e Gilberto (pure quest’ultimo in veste insolitamente “pasticciona”). La vicenda è piacevole e lo spunto del propellente è originale; la storia è sostanzialmente una cascata di gag ideate dai fratelli Barosso che divertono il lettore. Pure qua i complimenti vanno al duo Scarpa-Cavazzano per la componente grafica.

Un esempio delle frizzanti gags grafiche di Scarpa

Paperino e la perla azzurra, scritta da Ennio Missaglia, culmina in un finale classico e piuttosto prevedibile, ma si regge bene sulle vicende che conducono a tale conclusione: l’ambientazione è dapprima tipicamente da storia quotidiana tra zii e nipoti, per poi prendere una piega più avventurosa. I particolarissimi disegni di De Vita padre possono piacere o meno a seconda dei gusti, ma la trama intrattiene, adempiendo al suo dovere.

Non altrettanto riuscito è il compito di Topolino e la via carovaniera (Gazzarri/Rota), che nello spunto dei ferri ricoperti d’oro ricorda fin troppo Paperino e l’oro rubato, presente nello scorso numero della testata; la vicinanza della ristampa delle due storie contribuisce alla sensazione di “già visto” di una vicenda che non è più di una riempitiva. 

Paperino e la psicologia s’inserisce nel fecondo filone di storie che prendono di mira, con fine satira, certi fenomeni di costume. La psicologia comune è l’obiettivo di questa storia, che risulta divertente e ben scritta da Carlo Chendi, ma che avrebbe forse potuto spingere ancora di più l’acceleratore sulle gag. Piacevolissimi i disegni di Giorgio Bordini.

La sezione Superstar è interamente dedicata all’esperienza di Jerry Siegel come sceneggiatore disneyano: Siegel, creatore di Superman, approdò negli anni Settanta su Topolino e confezionò diverse decine di storie. Due delle storie della sezione SuperstarPaperino e la macchina dell’eroismo Topolino e la guerra degli universi, toccano uno dei temi principali della poetica di Siegel, influenzata anche dal fumetto supereroistico: la fantascienza

Un bizzarro trio e uno strano animale

Quest’ultima, in Paperino e la macchina dell’eroismo, con Cavazzano alle matite, prende la forma di strani marchingegni e scienziati pazzi, con Paperino che diventa improvvisamente coraggioso per effetto del bislacco macchinario del titolo; qualcosa di simile accadeva in altre storie di Siegel, perciò si può affermare che questa avventura sia paradigmatica di suoi certi schemi narrativi e dunque meritevole di occupare un posto in una selezione siegeliana, anche per il fatto che si tratta della sua prima storia per il settimanale

Topolino e la guerra degli universi, con i disegni di Gino Esposito, è ancora più ricca di stramberie, che come si può intuire dal titolo coinvolgono anche alieni e bizzarri animali extraterrestri; la vicenda ha chiaramente un filo logico, ma il tasso di stranezze si alza: tra queste, figura anche la presenza di Archimede a Topolinia.

La lettura di Zio Paperone e l’odissea della memoria perduta è invece meno piacevole: gli sbalzi logici aumentano e rendono più difficoltosa la lettura. Il lettore non è agevolato nemmeno da un nuovo caso di scambio di tavole: anche grazie a un confronto con un’altra edizione in mio possesso, è evidente che le pagine 200-201 dovrebbero precedere le 198-199, così che il corretto ordine di lettura risulta essere 197-200-201-198-199-202. I disegni di Giancarlo Gatti segnano a loro volta la storia con trovate grafiche non sempre efficaci. L’aspetto probabilmente più interessante della storia è il lessico ricercato, non esente anche da giochi di parole (come depauperatore di paperi), merito di chissà quale anonimo traduttore.

L’audace combinazione data da Siegel ai testi e Gatti ai disegni

Chiude il numero Topolino giubba rossa, la meno bizzarra della selezione e, forse proprio per questo, la meno particolare. La vena bislacca di Siegel si frena un po’ in un racconto in cui il debole di Minni e Clarabella per le uniformi induce Topolino e Pippo ad arruolarsi nelle Giubbe Rosse. La storia prosegue come un giallo tipico di quegli anni e si lascia leggere, per merito anche dei disegni di Giulio Chierchini

La selezione siegeliana risulta comunque rappresentativa dell’opera dell’autore, bilanciata tra Topi e Paperi, e segnata dalla bizzarria generale. 

Assegno al numero tre stelle e mezzo, in parte per la qualità non sempre eccelsa delle storie della prima parte del numero, in parte perché il godimento delle storie Superstar dipende strettamente dall’apprezzamento che ognuno può avere per Siegel, rendendo difficile dare un voto univoco. Ferma restando, in ogni caso, la qualità del lavoro di selezione, più coerente di altre sezioni Superstar viste ultimamente.

Autore dell'articolo: Claudia C.

Ho imparato a leggere con "Topolino" e non l'ho mai abbandonato, cercando di esplorare sempre territori nuovi, dai Maestri stranieri alla scuola italiana classica, dagli esperimenti più recenti agli universi più particolari come PKNA. Classicista nelle varie accezioni del termine, le altre mie passioni sono i fumetti anche extra-Disney (ma i Disney rimangono i miei prediletti), il cinema, la musica, l'enigmistica, la cucina e la letteratura. Mi piace guardare, leggere o ascoltare le opere anche nelle loro lingue originali, nella speranza di imparare quante più lingue straniere possibili, ma nella consapevolezza del mio immenso amore per la lingua italiana, un amore che ha basi assolutamente riconducibili a "Topolino".