Topolino 3642

Una bella copertina di Paolo Mottura ci introduce alla storia principale del numero, quella su cui si regge l’uscita di Topolino 3642. Bruno Enna prosegue il suo omaggio a Sherlock Holmes con Il gattino dei Bauskerville, dopo aver iniziato la serie con Una salsa in rosso.
L’approccio di Bruno Enna continua ad essere classico e rispettoso, in questo caso del celebre romanzo di Arthur Conan Doyle Il mastino dei Baskerville. Ritorna il famoso metodo della barbabietola, ovvero quello usato nella celebre parodia di Dracula. Si tratta di individuare l’elemento centrale dell’opera originale e di piegarlo ai canoni disneyani. In questo modo, il sangue diventa succo di barbabietola, mentre il temibile cane che si aggira nella brughiera diventa il gattino del titolo.
Questo approccio non risulta limitante, ma esalta proprio il concetto parodistico e gioca con il lettore. Superato il tema principale, la storia prosegue nei binari ben definiti. Sia Topson che Pippo Holmes sono a loro agio nei loro rispettivi ruoli, e la storia mescola bene tensione, umorismo e mistero. Proprio quest’ultimo non risulta mai sottotono, e il lettore, pur ricevendo alcuni indizi, viene coinvolto nella intricata indagine.
Paolo Mottura risulta eccelso nei suoi flashback dipinti, in linea con quanto fatto nella precedente storia. I toni a tempera, seppiati e oliati risultano davvero intriganti, tanto da sovrastare le tavole classiche, che nel confronto risultano meno incisive.

Pittorici flashback
Il finale della storia, e l’intervista allo sceneggiatore, lasciano intravedere futuri nuovi casi, e ne sono molto contento. Risulta quindi forse un peccato pubblicare in contemporanea il volume cartonato con due sole storie, per quanto comunque ben riuscite.
Il numero prosegue con una storia leggera sceneggiata da Rudy Salvagnini e disegnata da Carlo Limido: Paperino, Paperoga e le meraviglie dello 0-0-10. Per chi scrive, il calcio risulta uno sport completamente ignoto, e il fuorigioco una pratica del tutto misteriosa. Mi sono dunque divertito nell’approccio matto di Paperoga, e non ho potuto non ricordare dello stesso autore gli allenatori… super allenati, direttamente dal 1994. La satira sul calcio non cambia molto e resta comunque divertente.
Il direttore Alex Bertani ci svela nell’editoriale che Gastone e la maledizione del pentafoglio è la prima storia sceneggiata da Marco Nucci (una utile informazione per Inducks, ndr), i cui disegni, assegnati all’esordiente Davide Riboni, furono posticipati per esigenze editoriali. La storia breve non presenta nulla di nuovo a proposito delle innumerevoli vicende di Gastone, e anche il finale si dimostra piuttosto affrettato e per nulla incisivo. Nucci ha dimostrato ben di meglio nelle sue prove successive.

Zapotec tiene molto ad Atomino
Viaggio nell’infinitesimo, per i testi di Giovanni Barbieri e i disegni di Cristian Canfailla, è la nuova storia di In science we trust. Ormai la squadra composta da Enigm, Marlin, Zapotec e Atomino risulta decisamente affiatata, e la vicenda è gradevole, anche se l’aspetto scientifico, ovvero il funzionamento degli atomi, non viene particolarmente approfondito. In compenso, ho apprezzato la citazione musicale a Il flauto magico, ovvero la bella aria di Papageno. Il capolavoro di Mozart, ricco di rimandi iniziatici e spirituali, rimanda anche all’amore di Zapotec per il compositore austriaco, e ai suoi battibecchi con Marlin amante del rock, come raccontato nella storia Topolino e l’eredità di Mozart.
Una storia filologica, che presenta anche un velato, ma non meno importante, messaggio contro il razzismo, a causa di un “atomo intollerante”. Canfailla realizza ottimi disegni in cui l’azione non è confusa e i personaggi sono efficaci.

Il tema della nostalgia…
Infine, tornano i disegni vintage di Marco e Stefano Rota in Paperino e l’albero dell’autostima, sceneggiata da Giovanni Eccher. La storia segue un approccio sentimentale, in cui Paperino si riscatta grazie anche ai ricordi del proprio passato da paperotto. Negli anni, questo uso dei “feels” risulta ormai abusato. Nonostante questo, la storia è comunque riuscita, al netto dei disegni che, tra sfondi spogli e occhiali che vanno e vengono, penso personalmente che siano ormai eccessivamente datati e risultare fuori tempo.
Dal punto di vista degli articoli, molto ben fatto l’approfondimento sulle mele da parte di Alessandro Sisti (che offre l’occasione per ricordare la storiella promozionale del Mago Melino), quello sul funzionamento degli atomi e la parte finale sul Gran Mogol disegnato da Vitale Mangiatordi. Il dialogo tra approfondimenti e storie risulta decisamente azzeccato, e la lettura complessiva diventa davvero piacevole.

