Topolino 3646

14 OTT 2025
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Topolino 3646

Dopo le sole tre storie della scorsa settimana, con Topolino 3646 ci troviamo di fronte a un altro numero decisamente peculiare, anche se per ragioni diverse. Questa volta la particolarità non risiede nel numero delle storie, ma nella loro tematica: una tematica che accomuna tutti i racconti presentati, ovvero l’enigmistica.

Come riportato anche nella ultima news rilanciata dal Papersera, infatti, «in occasione del centesimo anno dalla pubblicazione in Italia del primo cruciverba, Topolino diventa 100% enigmistico! Per celebrare questo anniversario così prestigioso, il numero 3646 – in edicola, fumetteria e su Panini.it da mercoledì 8 ottobre – si veste a tema, con storie inedite fatte di indagini, cruciverba, rebus, differenze e rompicapi, e con una speciale cover dedicata realizzata da Corrado Mastantuono».

A spiegare le motivazioni dietro questa scelta ci pensa nel suo editoriale Alex Bertani: «Il fumetto, esattamente come l’enigmistica, sa essere espressione artistica elevata e raffinata e, allo stesso tempo, passatempo fruibile, accessibile e dalle rilevanti ricadute ludiche. Allo stesso modo è capace di fornire importanti stimoli cognitivi, emotivi ed educativi. Una bellissima simmetria che ci ha spinto a creare un numero di Topolino 100% enigmistico in occasione del centesimo anno dalla pubblicazione in Italia del primo cruciverba».

Nel commentare il libretto vorremmo stavolta invertire l’ordine, e iniziare dalla storia in coda al volume. Questo perché, a parere di chi scrive, si tratta della storia meglio riuscita di questa singolare operazione ed è, a ben vedere, anche quella che più se ne discosta. Mi spiego meglio: non c’è nulla da obiettare sulle motivazioni che hanno portato a un tale esperimento. Il direttore lo spiega in maniera convincente, il Fumetto e l’Enigmistica sono in qualche modo accomunati, e in ogni caso è senza dubbio meritorio l’intento di celebrare una forma d’arte (o comunque la si voglia definire) spesso relegata ai margini del mondo della cultura e dell’intrattenimento, poco studiata, e con un ricco background tutto da scoprire (personalmente è un mondo che non conosco e da cui ora sono incuriosito).

Ma, al di là di questo, c’è una riflessione importante che voglio condividere: chi è appassionato di fumetto, e soprattutto chi lo è ormai già da qualche anno, non può non essere solidale con media emarginati e poco considerati dalla cultura “ufficiale”, “accademica”, o che dir si voglia. Ciò che personalmente non mi ha convinto dell’operazione è la sproporzione dell’investire l’intero albo, la ridondanza provata nell’andare avanti con la lettura, la forzatura nella gestione di alcuni elementi.

Topolino 3646 - Finezze letterarie

Finezze letterarie

Dicevamo dell’ultima storia, dunque: affidare per una volta un Mercoledì di Pippo a un autore diverso da Salvagnini ha senza dubbio portato una ventata di aria fresca in questa serie. Infatti, Giovanni Eccher ai testi e Giada Perissinotto ai disegni in Vampiri fascinosi (omaggio al titolo di una bella storia di Gagnor di qualche anno fa?) imbastiscono una divertente parodia di alcuni elementi ricorrenti del genere young adult molto in voga tra i giovani da qualche tempo a questa parte.

Si può dire che le variazioni rispetto agli episodi tradizionali della saga siano risultate efficaci: dall’idea di allargare la platea di ascoltatori rispetto al solo Topolino, all’osare con un genere più moderno, all’evidenziare le differenze tra il punto di vista fra i giovani e Mickey. Anche i disegni contribuiscono a donare frizzantezza alla storia. Il tema enigmistico qui è limitato a una rubrica successiva alla storia e a qualche indizio sparso nella stessa, ma non incide comunque sulla lettura.

Ritornando all’inizio del libretto, invece, la storia d’apertura è Newton Pitagorico e l’enigma della stanza bianca, di Marco Nucci, Niccolò Testi e Stefano Intini. Buono lo spunto di partenza, ma abbastanza piatto lo svolgimento, e stranamente aulici i dialoghi. Anche le battute a mio parere non risultano particolarmente riuscite.

La seconda storia, Le Indagini di Topolino – La sorpresa scomparsa dei veterani Tito Faraci e Valerio Held, è un’avventura simpatica, certamente senza troppe pretese, ma che mi ha ricordato alcune storie-gioco simili incontrate in passato in altri contesti, per esempio alcune storie di Ric Roland.

C’è poi Paperi palindromi – Prigionieri del deposito, disegnata da Lorenzo Pastrovicchio. Lo sceneggiatore Marco Bosco non è nuovo a questo tipo di operazioni, dunque affidargli una storia del genere da inserire nel numero enigmistico è stata un’idea azzeccata.

Andiamo più sul poetico invece con Pippo unisce i puntini, disegnata anch’essa da Lorenzo Pastrovicchio. Qui Francesco Pelosi parte dall’originalità del copricapo di Gilberto (uno spunto – bisogna dire – molto in linea con la gestione bertaniana), per diventare poi una delicata celebrazione del “pensiero laterale” dei pippidi.

Topolino 3646 - Inaspettatamente, un cruciverba

Inaspettatamente, un cruciverba

Arrivati a Lord Quackett contro le parole mascherate, si inizia a sentire un po’ la “fatica” della tematica ricorrente in tutto il libretto. Trovare un altro “cruciverba che esce dalla pagina”, simile a quello della prima storia, leggere un’altra celebrazione della bellezza dell’enigmistica (che si ritrova oltre che nelle storie anche nelle rubriche), inizia a diventare un po’ stucchevole. E questo non per mancanza di bravura da parte di Alessandro Sisti o di Marco Gervasio, che invece realizzano un buon lavoro.

Sulla stessa falsariga la one page finale Il Commissario indaga – Il bell’addormentato (di Marco Bosco e Valerio Held). Qui vale un po’ lo stesso discorso fatto per la storia di Faraci; è comunque una iniziativa simpatica, per la quale può essere divertente provare a scoprire la soluzione.

Le rubriche, come dicevamo, sono anche loro tutte incentrate sull’argomento enigmistica, e alternano approfondimenti e giochi. Da segnalare in particolare l’intervista di Alex Bertani ad Alessandro Bartezzaghi, molto interessante, che racconta anche un aneddoto legato al “disneyano” Michele Gazzarri.

Per tirare le somme su questo numero sperimentale, non ritengo del tutto riuscito il risultato ottenuto dedicando un intero numero a una tematica extradisneyana. Forse si sarebbe potuta usare la classica formula di dedicarle la prima storia, oltre a qualche rubrica. Si è fatta sentire in me come lettore la “fatica” di ritrovarla in ogni storia del volume. Inoltre, la quasi totalità delle storie è a mio parere di livello non molto alto, fatta eccezione per l’ultima storia.



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Autore dell'articolo: Francesco Grilli

Francesco Grilli è nato a Fondi il 20 agosto 1993, giusto una settimana prima del famoso numero “da record” del milione di copie di tiratura. Ed è cresciuto a “pane e Topolino”. Sui fumetti e i cartoni Disney ha imparato a sognare, e poi all’età di quattro anni anche a leggere. Una volta cresciuto, sempre grazie a quel mondo e a quei personaggi, ha imparato anche a scrivere. Cosa che lo porterà a laurearsi in Editoria e Scrittura presso “La Sapienza” di Roma con 110, e a conseguire il Master di II Livello Professione Editoria Cartacea e Digitale alla Cattolica di Milano. Dopo uno stage alle Librerie.coop, ora è nel mondo della scuola come docente di Lettere (ma ai suoi alunni parla anche di fumetti…) Il suo sogno però resta legato al Fumetto Disney e non solo, sperando di insegnare ad altri a leggere e sognare come fu per lui a suo tempo, e ripagare così i suoi “debiti” (al contrario di Paperino…)