Il Tascabilone (e Gli Albi Tascabili di Topolino)
Introduzione
C’erano una volta Gli Albi Tascabili di Topolino. Poco più di un anno prima dell’epocale cambiamento di formato di Topolino dal cosiddetto “giornale” all’attuale “libretto”, fa la sua comparsa nelle edicole italiane un fumetto dalle dimensioni a dir poco ridotte, se paragonate a quelle delle analoghe pubblicazioni del tempo: Topolino al ballo mascherato, primo numero della nuova collana Gli Albi Tascabili di Topolino, arriva l’11 gennaio 1948 al costo di 15 lire. Largo 17,5 cm e lungo appena 8,5 cm per 32 pagine, l’albetto si caratterizza per l’allora inedito formato orizzontale o “a striscia”: un taglio che successivamente si sarebbe imposto, venendo adottato anche da altri editori per riprodurre le strip di tanti eroi a fumetti.

Immagine promozionale del primo numero della testata, apparsa su Topolino 1623
In realtà, altre collane a diffusione locale avrebbero preceduto di qualche mese Gli Albi Tascabili di Topolino, che può comunque considerarsi come il primo albo a striscia uscito in Italia su territorio nazionale. Un formato nuovo per il nostro paese, ma in realtà già assai popolare negli USA: sono di queste dimensioni, infatti, molti dei cosiddetti giveaways, albi promozionali realizzati da diverse ditte per promuovere i loro prodotti e distribuiti gratuitamente alla clientela nei grandi magazzini. Molti avevano come protagonisti proprio i personaggi della Banda Disney; e alcune delle storie in essi contenute fanno il loro esordio in Italia proprio all’interno de Gli Albi Tascabili di Topolino.
Caratterizzata da una periodicità quindicinale per i primi ventisette numeri, per poi divenire settimanale, la collana avrà in ogni caso vita breve per concludersi dopo poco più di quattro anni, con il numero 195 del 26 marzo 1952. Il prezzo iniziale di 15 lire resta invariato fino al n. 129, per poi aumentare a 20 lire.
La sua importanza è comunque notevole all’interno del panorama delle testate Disney della Penisola. Sulle sue pagine vengono infatti ospitate le prime (e per molto tempo uniche) edizioni italiane di alcune tra le prime ten pager di Carl Barks per Walt Disney’s Comics and Stories. Si pensi ad esempio a Paperino equilibrista, Paperino e il gorilla, Paperino e i corvi e Paperino e l’E.S.S.B., alle quali sono rispettivamente dedicati i numeri 12, 15, 82 e 142: per queste, come per moltissime altre storie dell’Uomo dei Paperi, l’edizione su Gli Albi Tascabili di Topolino resterà l’unica in Italia per circa trent’anni, prima dell’avvento delle ristampe amatoriali o dei primi Oscar Mondadori a fumetti.
Stesso destino per molta della produzione sindacata con protagonista Topolino, adattata spesso per le pagine degli Albi con significativi rimaneggiamenti e improbabili stravolgimenti, ma per decenni disponibile in Italia unicamente in questa veste. Qualche esempio: il settimo numero della collana, intitolato Topolino e il tesoro sommerso mette in sequenza due serie di daily strips di Mickey Mouse del 1946, facendo seguire a dodici strisce del mese di luglio altrettante del maggio precedente; sul numero 37, invece, si riesce in qualche modo a legare la sequenza del giugno 1946 nota con il titolo Topolino e la vacanza all’aperto con quella del settembre e ottobre dello stesso anno, Topolino e il leone, creando per quest’ultima un antefatto completamente diverso dall’originale. Fino agli anni ’80, tuttavia, non esisteranno in Italia altre edizioni di queste strisce.

Immagine promozionale del primo numero leggermente diversa, dai Grandi Classici Disney 25
Oltre ai quotidiani e ai comic books d’oltreoceano, Gli Albi Tascabili di Topolino attingono, come detto, anche alle pagine di quei giveaways dai quali mutuano il formato. Ne sono un esempio Paperino e i pirati (numero 74), versione breve della prima storia di Carl Barks disegnata dal solo Jack Hannah e pubblicata in origine nel primo albo omaggio Cheerios Premium, o Paperino e la bomba atomica, storia che successivamente ha avuto un destino editoriale particolare, ridisegnata integralmente dal cartoonist olandese Daan Jippes nel 1975 e riproposta più volte anche in una terza versione con parte delle vignette riprese da quella originale e parte da quella ridisegnata.
Al termine della sua breve vita editoriale, Gli Albi Tascabili di Topolino lasciano un’eredità di tutto rispetto. Già dal 1949 l’editore Mondadori inizia a proporre delle vere e proprie raccolte tematiche, mettendo insieme sei, sette o otto albi in un’unica pubblicazione. Un altro ciclo di ristampe, questa volta pressoché anastatico, prende il via nel 1953. Negli anni Sessanta, invece, in pieno boom economico, l’Italia dimostra di aver acquisito appieno le logiche pubblicitarie d’oltreoceano, con due tra i più noti marchi dell’epoca (la Persil e la Prealpi) che distribuiscono gratuitamente come materiale pubblicitario due cicli di Albi Tascabili di Topolino, riproposti con i loro marchi in bella vista. Una ristampa più corposa e fedele all’originale, ma limitata al sempre più fiorente mercato dei collezionisti, arriva infine nel 1977 grazie all’editore fiorentino Luigi Olmeda che realizza due piccoli box in cartone rigido: uno con all’interno le riedizioni anastatiche dei venti albi con protagonista Buci; l’altro, più grande, con i quarantatré albi con le storie di Paperino realizzate da Carl Barks.
Altre, quali Topolino e il tesoro di Pippo, Topolino e l’elicottero e Topolino e gli elefanti bianchi, pubblicate rispettivamente sui numeri 95, 100 e 106, provengono tutte da Boys’ and Girls’ March of Comics 8 del 1947, albo promozionale dal formato invece tipico dei comic books USA. Non sono assenti neanche i personaggi provenienti dai classici d’animazione. Sono versioni italiane di altrettanti albi Cheerios Premium i numeri 70 (Dumbo e il mistero del circo), 73 (I Sette Nani e la montagna incantata) e 81 (Fratel Coniglietto va in società).
Storia

Editoriale di benvenuto presente sul numero 1
Nel 1987, su iniziativa della redazione di Topolino guidata da Gaudenzio Capelli, Gli Albi Tascabili di Topolino si apprestano a tornare in grande stile nelle edicole della Penisola. Lo fanno con un albo speciale, atipico nel formato e dall’ampia foliazione: ben “340 pagine” per “20 storie” come recita lo strillo in calce alla copertina di fianco ad un rosso numero 1 all’interno di un tondo giallo. Numero 1 riportato anche nella parte alta dell’ampia costina, a lasciar presagire l’inizio di una nuova serie periodica, benché il giornalino risulti ufficialmente un supplemento ai Classici di Walt Disney n. 121.
Il Tascabilone, questo il nome del nuovo albo, si presenta quasi come un numero dei Grandi Classici Disney ruotato di 90°. La sua particolarità è tutta, come dichiarato nella presentazione pubblicata in seconda di copertina, nella fonte alla quale attinge: «Le avventure che vi presentiamo nel Tascabilone apparvero nella collana Gli Albi Tascabili di Topolino e abbiamo deciso di riproporvele come erano… Alcune espressioni oggi sono probabilmente poco usate e la “fumettatura” non è molto curata, ma in quell’epoca si usava così. Sono avventure vecchie, dunque, ma anche nuove. E non soltanto perché probabilmente non le avete mai lette, ma perché molti contenuti sono di una curiosa attualità ancora oggi. […]». Il lettore viene quindi subito avvertito ed in qualche modo condotto in un contesto lontano dalla sua quotidianità: certamente uno sforzo inferiore rispetto ad un giovane fruitore contemporaneo che oggi, a distanza di quasi ulteriori quarant’anni, approcciandosi alla pubblicazione, si trovasse dinanzi a termini quali “pigione” e “questurini”, o annunci quali: «Signore e signori, militari, ragazzi e cani sciolti! Vi presento il finomino dei finomini! (sic) […]», tratto dalla già citata Paperino equilibrista.

Piccoli redazionali del numero 1
Nell’indice molte storie di Carl Barks, autore che il grande pubblico dell’epoca inizierà a conoscere meglio alla fine dello stesso anno con l’avvio delle pubblicazioni di Zio Paperone, inframmezzate con storie ricavate da cicli di strisce giornaliere di Mickey Mouse e due avventure di Topolino completamente dimenticate in Italia come in USA (Topolino e la stanza segreta e Topolino guardiano notturno). Date le dimensioni pressoché doppie rispetto a quelle degli Albi, ogni storia è qui riproposta con due strisce per pagina, introdotta quasi sempre dal disegno di copertina originario. Ad impreziosire ulteriormente l’albo una galleria di personaggi (distribuita a più riprese tra una storia e l’altra) intitolata “Vecchi amici”, realizzata allo scopo di far conoscere ai lettori più giovani tanti protagonisti delle daily strips (da Giuseppe Tubi a Musone, da Eli Squick al Gatto Nip) o delle sunday pages (da Max Leprotto a Tobia Tartaruga, da Penna Bianca a Tuffi, Muffi e la bianca Fuffi).
L’esperimento può certamente dirsi riuscito visto che sei mesi dopo, nel luglio dello stesso anno, arriva in edicola un secondo Tascabilone. Questa volta l’indice si arricchisce con la notazione, per ogni storia, del numero e della data di pubblicazione dell’Albo di provenienza. Il testo introduttivo annuncia che tutte le storie proposte appartengono ad Albi del 1949 e presentano, oltre ai personaggi più ricorrenti, anche avventure di Dumbo, Pinocchio, i Sette Nani e Josè Carioca.

Pubblicità del secondo numero, da I Classici Disney 129
Il 1987 si conclude con un terzo numero pubblicato a novembre. Le storie continuano ad essere pubblicate senza un apparente ordine: in questo caso una del 1948, quattordici del 1949 e sei del 1950. Anche l’anno successivo vede l’arrivo in edicola di altri tre numeri della collana distribuiti a breve distanza l’uno dall’altro (il quarto in marzo, il quinto in aprile ed il sesto in giugno), sempre come supplementi ad altre testate regolari. A partire dalla quarta uscita il Tascabilone subisce inoltre un rincaro di 200 lire, con una foliazione sempre stabile di 340 pagine. Si attinge totalmente al 1950 per il quarto numero; lo stesso per il quinto con l’eccezione di due storie del 1951; sul sesto numero, per il quale si abbandona il tradizionale colore rosso in copertina in luogo del blu, solo storie del 1951 con l’eccezione di due dell’anno precedente.
L’esperienza della testata si conclude nel 1989. A gennaio, a distanza di sei mesi dal precedente, esce il settimo numero, il primo edito da The Walt Disney Company Italia (subentrata a Mondadori nel luglio dell’anno precedente) e il primo pubblicato come testata indipendente: Il Tascabilone diventa ufficialmente un trimestrale, subisce un rincaro di ulteriori 300 lire e torna al tradizionale colore rosso di copertina; inoltre, per la prima volta si inizia a rispettare l’ordine cronologico delle storie, proponendo quanto originariamente pubblicato su Gli Albi Tascabili di Topolino dal numero 159 al numero 180 del 1951. La periodicità annunciata viene appieno rispettata: l’ottava uscita, che si fregia, come la successiva, di una cover verde, arriva in aprile e ripubblica, oltre alle storie dei numeri dal 181 al 195, alcune di quelle degli Albi lasciati per strada nel corso di questi tre anni, tra i quali proprio Topolino al ballo mascherato ovvero la storia che dava il titolo al primo storico Albo tascabile. Con il numero 9, distribuito nel giugno del 1989, contenente ulteriori ventidue storie appartenenti all’intero arco di vita della testata di riferimento, l’opera di ristampa può così dirsi completa.
Conclusioni
O almeno dovrebbe dirsi completa. Senza considerare alcuni brevi racconti in testo pubblicati a partire dal numero 80 degli Albi, sono ben cinque le storie non ristampate sul Tascabilone. Tre di queste erano state originariamente proposte a puntate in calce a diversi numeri degli Albi tascabili. Si tratta di Serafino e il lupo, versione per i comic book di Pierino e il lupo, sequenza animata del film ad episodi Musica Maestro (Make Mine Music, 1946), pubblicata a puntate sugli Albi dal 16 al 25.

Veduta d’insieme della testata
La seconda è Pippo viaggiatore di commercio, storia dell’italiano Pedrocchi, già pubblicata a puntate su Paperino e altre avventure nel 1938 e successivamente nel settantaduesimo numero della collana Nel Regno di Topolino. Sugli Albi la storia viene ripartita in ben trentaquattro uscite comprese dal numero 26 al 59.
Terza storia a non essere inclusa è Piero Pinguino contro il pescecane, pubblicata negli USA nelle tavole domenicali della serie Silly Symphonies e già apparsa in Italia a puntate su Topolino Giornale nel 1934 e in seguito riunita nel quarantaseiesimo numero di Nel Regno di Topolino. Negli Albi la storia viene riproposta dal numero 60 al numero 78.
Se l’ultima di queste tre storie è comunque rintracciabile all’interno del volume Silly Symphonies pubblicato da Mondadori nel 1987, le sole edizioni successive di Pippo viaggiatore di commercio sono le ristampe anastatiche degli albi originali pubblicate dell’editore Comic Art. Di Serafino e il lupo non esiste invece nessuna ristampa italiana.
I casi precedentemente esposti si riferiscono in ogni caso a storie di appendice, proposte a puntate sugli Albi successivamente alla storia che dava al titolo al fascicolo. Sono due invece le storie principali pubblicate all’interno della collana de Gli Albi Tascabili di Topolino e inspiegabilmente tralasciate per la ristampa sul Tascabilone: Paperino e le arance polari e Topolino e il polipo, pubblicate rispettivamente sui numeri 147 e 154. Realizzate negli USA per appositi albi a striscia gratuiti distribuiti dalla Wheaties, nota azienda produttrice di cereali per la prima colazione, nessuna delle due è mai stata riproposta in Italia dopo la sua prima edizione. Tuttavia Topolino e il polipo risulta presente nel sommario del Tascabilone 8 (con la corretta dicitura di provenienza da “Albi Tascabili n. 154 del 13.6.1951”). Ma non si tratta che di un errore, accentuato dalla pubblicazione, a pag. 39 della copertina originale dell’albo contenente la storia, seguita tuttavia da Topolino e i falsari. Il misunderstanding è certamente da rintracciarsi nel nome con cui è conosciuto il capo della banda dei falsari del titolo: il Polipo, appunto, che con i suoi tentacoli sembra aver ingenerato un po’ di confusione nei componenti della redazione dell’epoca. Alla quale siamo in ogni caso estremamente grati per averci consentito di riscoprire una testata significativa e preziosa, custode di tante storie altrimenti dimenticate e di un linguaggio desueto ma ancora oggi ricco di fascino.
Il testo è una parziale rielaborazione dell’articolo “Solo per tasche extra large” di Marco Travaglini, pubblicato nel volume a cura di Paolo Castagno “Gaudenzio Capelli. Più direttore che mai” (La Biblioteca del Papersera, 2017).
23 OTT 2025
