Topolino 3648

26 OTT 2025
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Un poliziotto integerrimo accusato di un crimine infamante, che, qualora fosse provato, ne lederebbe la dignità umana e professionale. L’immediata sospensione dal servizio, e dunque l’impossibilità di procedere con le indagini che potrebbero scagionarlo. Le prime pagine dei giornali che lo inchiodano alle sue presunte responsabilità.

Per il tenente Sheriduck sono giorni difficili. La tentazione di lasciarsi andare è forte. Non è un caso che di sera se ne resti a casa, con la barba non rasata, mollemente spaparanzato sulla poltrona, attorno a sé i resti di una pizza lasciati con noncuranza nel cartone sul pavimento, accanto al telecomando e a un paio di lattine vuote.

È così che, entrando dalla finestra nel suo appartamento, Paperinik se lo trova davanti. Ed è in tal maniera che ha inizio l’imprevista collaborazione tra due personaggi più avvezzi a contrapporsi che a sostenersi. Ad accomunarli sono la profonda onestà e il desiderio che la giustizia trionfi. I modi di agire, però, divergono nettamente: Sheriduck è legato alle ferree procedure standard della forza pubblica, cui si attiene con meticolosità, mentre il Diabolico Vendicatore non si fa remore a infrangere qualche norma pur di raggiungere lo scopo prefisso.

La premessa di Paperinik: dalla parte di Sheriduck, che apre Topolino 3648 (guadagnandosi anche l’onore della copertina di Giuseppe Facciotto), è stimolante. E, in effetti, la storia scritta da Alex Bertani e Marco Gervasio, disegnata da quest’ultimo, non tradisce le attese.

In diverse pagine, specie in quelle ambientate nell’oscurità della notte, si respira un bel clima noir (ciò è dovuto anche ai funzionali colori di Irene Fornari) ed è interessante seguire come il tenente recuperi gradualmente l’abituale determinazione. Le indagini condotte dal papero mascherato sono logiche e serrate, seppure la risoluzione pecchi un po’ di originalità. Non mancano momenti di tensione e frangenti decisamente pericolosi per l’incolumità del protagonista.

Patti chiari, amicizia lunga…

Alla fine, come ovvio, tutto si risolve, ma chissà che i rapporti tra Paperinik e il tenente non siano un po’ cambiati. Almeno entro certi limiti, qualche lato spigoloso del carattere di Sheriduck sembra smussarsi, lasciando emergere una stima che può dirsi reciproca. Con ogni probabilità, scavare maggiormente a fondo in questi aspetti, delineandoli ancor meglio (magari con l’ausilio di qualche mirata tavola in più), avrebbe giovato alla trama.

Da segnalare come, nei quotidiani che riportano la notizia delle disgrazie di Sheriduck, sia menzionato anche Quacknik Spinner, alter ego paperopolese del fuoriclasse azzurro Jannik Sinner. Il quale, come leggiamo nell’editoriale del direttore, avrà a che fare proprio con Paperinik tra un paio di settimane.

Nella prima delle tre brevi che seguono, dal titolo Poco da ridere… con Paperoga!, Tito Faraci ci fa vivere l’unica giornata dell’anno in cui Fethry Duck è malinconico. A cercare di consolarlo e distrarlo sono Paperina e Paperino, con i risultati immaginabili. Seppure non sia una novità assoluta, avere a che fare con un Paperoga tendente al depresso, in maniera a tratti sorprendentemente realistica, è spiazzante. La chiave ironica viene sovrastata, stenta a emergere, e talvolta si rimane un po’ interdetti. D’altronde, il titolo ci aveva avvertito… sono perfettamente centrati, a ogni modo, i disegni di Carlo Limido, abilissimo nel ritrarre i diversi stati d’animo con primi piani assai convincenti.

Un’illusione?

A questa storia, per la tematica trattata, si collega l’ultima breve del lotto, Filo, Brigitta e la giornata spaperonizzata. Anche qui i due protagonisti cercano per ventiquattro ore di non pensare alle rispettive disgrazie, in entrambi i casi legate a Paperone. Sarà dura, però, evitare le mille diramazioni del marchio PdP… le nove pagine sceneggiate da Marco Bosco, nobilitate dagli inconfondibili disegni di Francesco Guerrini, sono godibili e regalano un azzeccato finale beffardo.

Tra le sventure di Paperoga e quelle del duo Filo – Brigitta, troviamo un nuovo episodio della serie Topolino visto da Pluto, La logica dell’amicizia. Qui Chantal Pericoli racconta una versione inedita del primo incontro fra Topolino e Pippo, nella quale non mancano umorismo e tenerezza. Un Marco Mazzarello in ottima forma si diletta con una gabbia non troppo rigida e la particolare colorazione di Francesca Dramis fa il resto, plasmando una simpatica e innocua gag allungata, nella quale ciò che importa è lasciarsi avvolgere dai buoni sentimenti senza ricercare la continuity a tutti i costi.

Gamba comincia ad averne abbastanza…

Abbiamo poi il ritorno di Wizards of Mickey, con l’avventura in due parti Il Guardiano della Fenice, pubblicata a mo’ di lancio per il primo volume dell’Omnibus dedicato alla saga e preceduta da cinque pagine di utile recap curate da Jacopo Iovannitti. Nel corso degli anni, l’epopea fantasy ha raccolto, probabilmente in egual misura, estimatori e detrattori. Se daranno una chance al nuovo capitolo, questi ultimi potrebbero trovarvi qualcosa di meglio rispetto alle (basse) aspettative.

È vero, seguitano ad abbondare snervanti incantesimi e contro-incantesimi, ma, al netto di qualche situazione apparentemente complessa liquidata nello spazio di poche vignette e dello straripare di didascalie in alcuni passaggi (vedi pag. 114), la storia di Francesco Testi si dipana in modo piuttosto gradevole.

Efficace l’idea di coinvolgere re Paperone, che arricchisce la narrazione, creando varie dinamiche stuzzicanti. Poi, l’anziano e imponente ex sovrano Valiant Firefeathers, a caccia del medaglione che lo renderebbe pressoché invincibile, si rivela villain dotato di carisma e presenza scenica. Le sue interazioni con Gambadilegno sono ben congegnate e suscitano curiosità per capire dove si andrà a parare. Fino a un epilogo choc, che, per alcuni versi, rievoca certi accadimenti verificatisi tempo fa in quel di Ducktopia.

Una citazione? Non l’avevamo considerata!

Validi i disegni di Marco Palazzi, coadiuvato ai colori da Manuel Giarolli, in linea con l’atmosfera magico-medievale in salsa Disney che s’intende riprodurre. Da notare anche uno spassoso riferimento a Triangolo di Renato Zero, buttato lì in modo da scivolare via quasi inosservato.

Si chiude con Il grande pilota, per la serie PP8 mondi fantastici: una tavola in cui Carlo Panaro e Federico Butticè tratteggiano una nuova piccola e riuscita rappresentazione dei sogni a occhi aperti vissuti a Quack Town.

Tra gli altri contenuti, spiccano la rubrica Fumettando, con Giulia La Torre che ci insegna come raffigurare Ciccio di profilo, e un ampio servizio sui modi di dire della lingua italiana realizzato da Beatrice Cristalli.

Immancabile, poi, con la nuova edizione di Lucca Comics & Games ormai alle porte, la preview delle novità disponibili in fiera. Noi ci saremo, come sempre: seguiteci nelle prossime settimane per il nostro resoconto.



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Autore dell'articolo: Fabrizio Fidecaro

A cinque anni cominciai a leggere Topolino, a sette fui travolto dal vento del sud. Da allora il fumetto Disney ha sempre fatto parte della mia vita. Amo lo sport (da spettatore), i libri di John Fante e Simenon, i film di Hitchcock e Wes Anderson. Il Papersera mi ha dato l'opportunità di incontrare grandi autori e nuovi amici.