Topolino 3435

24 SET 2021
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Topolino 3435 - la copertina

Un Topolino nel segno dell’arte, il numero 3435. Ben quattro storie su cinque, infatti, trattano altrettante delle Dieci Arti: musica, cinema, televisione e poesia si intrecciano formando un albo impeccabile. Ma andiamo con ordine.

Cinema e televisione. Ducktopia e Siamo serie!, dopo tre settimane in cui si sono tenute compagnia a vicenda sulla rivista, giungono assieme alle conclusioni, molto valide e in linea con le rispettive narrazioni. L’epico high fantasy scritto da Francesco Artibani e Licia Troisi ci aveva lasciato, la settimana precedente, con un cliffhanger straordinario: la presa di coscienza di Topperalt come Topolino.

Senza entrare nel dettaglio, ed evitando spoiler, questo colpo di mano ribalta tutte le carte in tavola, svelando una trama nascosta, che porterà Topolino a ripercorrere le orme di Frodo e intraprendere un viaggio per distruggere… ops!

Artibani e Troisi imbastiscono un finale capace di coinvolgere emotivamente il lettore e accompagnarlo verso un climax soddisfacente, coadiuvati dai disegni di un D’Ippolito ispiratissimo, soprattutto nei campi lunghi e nelle scene di combattimento, dove la gestione apparentemente confusionaria della gabbia ben s’addice a rendere il caos del campo di battaglia.

Meno, invece, gli straboccamenti dalle vignette dove la narrazione è più lineare, come ad esempio a pagina 53, dove sembra quasi di vedere i paperi cavalcare un drago assieme ad una Eomynn di grosse dimensioni. Ma son piccolezze che impallidiscono davanti a splash page come quella di pagina 42 o l’agguerritissimo Paperone di pagina 60.

A spiccare, tra i personaggi, Pico de Paperis, con un design molto particolare e l’adattissimo ruolo di onnisciente mentore. Un piccolo tocco di classe è la rivelazione dell’ultima vignetta, che scalda il cuore.

Sfasciatore

Canzonando gli stilemi di un genere

L’ultima puntata di Siamo serie! porta a casa invece una conclusione totalmente opposta. Ben fedele a sé stessa e al proprio tema, infatti, il finale porta con sé l’annuncio di una seconda stagione di Un posto a Paperopoli.

Tra sequenze divertentissime e personaggi bizzarri, il ritmo imposto da Sergio Badino non perde colpi e incalza il lettore, non risultando mai noioso o ripetitivo. Una menzione d’onore a Felipe, il personaggio che più di tutti mi ha fatto ridere, complice anche la spassosissima resa grafica di una Ziche in forma come non la si vedeva da anni.

Lasciamo le arti moderne per tornare a quelle classiche. Un duplice Alessandro Sisti ci accompagna per la Pianura Padana, tra Parma e Padova, tra musica e poesia.

Coi disegni di Giampaolo Soldati, Zio Paperone e il tesoro del golfo di Parma vede il ritorno di Giuseppe Verdi al centro di una storia Disney, a quasi otto anni da Topolino e il codice armonico. Stavolta i protagonisti sono la squadra papera per eccellenza: Paperone e nipoti, infatti, si mettono alla ricerca di uno scritto perduto del Maestro.

L’intera trama gira attorno ad un gioco di parole, anzi di parola, che purtroppo qualche altro lettore, come me, si sarà rovinato, già conoscendo la doppia semantica del termine “tuba”. Anzi, ironicamente, il primo significato cui avevo pensato era proprio quello vero. La storia, al netto di ciò, si svolge in maniera lineare e rivelando curiosità sparse a chi non è familiare della città, come l’origine storica della Gazzetta di Parma.

Sulla stessa falsa riga, ma con una marcia in più, continua Zio Paperone e il centounesimo canto, la saga dedicata a Dante Alighieri. A spasso per la città di Padova, i paperi continuano la loro caccia al componimento dantesco, ma mai come stavolta a fare da protagonista è la città stessa. Varie sapienti inquadrature di Alessandro Perina mettono infatti al centro le bellezza architettonica e pittorica (altre due delle Dieci Arti!) della Urbs Picta, riproducendo anche la versione disneyana degli affreschi della Cappella degli Scrovegni.

Per una volta è la storia a fare da sfondo agli scorci e non il contrario. Considerando la natura di questa saga (e dei suoi due prequel Il grande gioco geniale e La pietra dell’oltreblù), un primo traguardo è stato già raggiunto, mentre quello dei nostri eroi deve attendere ancora altri due episodi. Tranquilli, però, mai come in questo numero Paperone si mostra carichissimo, grazie alla scrittura pimpante di Sisti. Prossima tappa: Bologna.

L’onnipresente Anatrieri

Infine, un piccolo spazio lo occupa Marco Bosco, col secondo episodio di Sopravvivi con Indiana, una miniserie discendente diretta di quelle che fino a qualche anno fa affastellavano le pagine del settimanale. Leggermente al di sopra della precedente, ha il valore aggiunto di introdurre il ritorno di Cristian Canfailla, riscaldato e pronto per la saga della Ciurma del Sole Nero che partirà la prossima settimana sui testi di Marco Gervasio.

In conclusione, un albo molto valido, che porta a casa un punteggio molto alto e dove anche una storia breve non delude.



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Autore dell'articolo: Andrea Pasti

Andrea Pasti cresce leggendo Topolino per tutta la vita. All'età di diciotto anni appende i fumetti al chiodo, per poi riprendere nel 2019 dopo aver conseguito la laurea in Scienze Geologiche. Come Leo Ortolani non ha ancora trovato una concreta applicazione del suo indirizzo.