Disney Collection n°3 – Horrifikland

28 APR 2022
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Horrifikland

Il terzo numero di Disney Collection, l’edizione italiana delle storie inedite prodotte da Glénat, presenta Horrifikland, una terrificante avventura di Mickey Mouse, racconto smaccatamente retrò dalle tinte horror che rievoca e celebra uno dei più famosi cortometraggi che hanno visto protagonisti Topolino, Pippo e Paperino.

Il punto di partenza per l’ispirazione di Lewis Trondheim e Alexis Nesme è il cortometraggio del 1937 Lonesome Ghosts, che pare aver offerto lo spunto anche a Dan Aykroyd e Harold Ramis per la sceneggiatura di Ghostbusters. Questo splendido riferimento cinematografico fa da pretesto per costruire una storia ricca di tributi e riferimenti ad un vecchio modo di raccontare tipico della vecchia scuola Disney americana, che viene omaggiato di pagina in pagina.

L’agenzia investigativa di Topolino, Paperino e Pippo ha finalmente un cliente: una dolce vecchietta che si rivolge ai professionisti per ritrovare Blacky, il suo gattino. Peccato che la bestiola sia stata vista nei pressi di Horrifikland, il sinistro luna park abbandonato da anni! Allo sgangherato trio di investigatori non resta che recarsi sul posto e, attraverso un tour da brivido fra lupi mannari, ragni giganti e clown terrificanti, risolvere un mistero che ha molto di più da offrire rispetto al semplice ritrovamento di un gatto smarrito.

Il semplice plot della trama si dipana attraverso le stupende illustrazioni di Nesme che, approfittando dell’ambientazione cupa gioca con i colori, l’illuminazione e le forme per donare ad ogni vignetta atmosfere incredibili, che fanno spiccare ciascuna tavola come un quadro degno di essere esibito in una galleria d’arte.

Purtroppo la cornice che fa da contorno alla trama non è sufficiente a elevare l’eccessiva semplicità con cui il racconto si va dipanando, carenza così evidente da lasciare, per lo meno inizialmente, un po’ di amaro in bocca al lettore.

La delizia per gli occhi offerta dal solo spunto grafico, che permette di perdersi in un tripudio di dettagli e sfumature oltre che in una continua ricerca di citazioni con cui ciascuna scena è stata sapientemente condita, porta ad una continua “caccia all’easter-egg che non tutti possono apprezzare e che in ogni caso non riesce a supplire all’eccessiva semplicità di una trama in cui vengono incollate qua e là improvvise comparsate di personaggi celebri, ma anche improbabili (e telefonatissimi) plot twist che più che sorprendere il lettore strappano solo qualche sorriso per l’ingenuità con cui vanno susseguendosi senza un vero e proprio legame con gli accadimenti precedenti, ma solo per cercare di dare giustificazione all’altrettanto prevedibile epilogo del racconto.

L’arte di Alexis Nesme

Se si dovesse dare un giudizio sbrigativo, basato sull’impressione residua dopo una veloce lettura dell’albo, Horrifikland si potrebbe definire un’enorme occasione sprecata. Nonostante la dovizia di stile delle illustrazioni di Nesme e l’inedita ambientazione horror in cui i personaggi sono calati, la sceneggiatura di Tronheim non spicca per originalità.

Se però non ci si ferma alla sola apparenza si può finalmente comprendere come l’enorme contrasto tra trama e illustrazioni sia una scelta ben precisa e non un difetto. L’ingenuità con cui gli accadimenti si verificano è tipica del lavoro artistico che Trondheim e Nesme vogliono omaggiare, ed è solo con questa consapevolezza che il loro lavoro può essere pienamente apprezzato. Ciò non toglie però che questa scelta di stile possa ugualmente deludere chi da una veste così curata e inusuale per un prodotto Disney si aspettava qualcosa di più.

Al di là di tali aspetti, l’edizione italiana si presenta eccellente, con pagine patinate e copertina cartonata con vernice selettiva lucida che meriterebbe di essere incorniciata. Il supporto cartaceo permette di restituire al lettore un feeling incredibile con le atmosfere che Nesme ha creato con maestria. Peccato per il ridotto numero di pagine e per la totale assenza di contenuti extra che rendono il prezzo del volume leggermente alto nel complesso. Dinanzi a un prodotto che fa della veste grafica il suo prevalente punto di attrazione ci si sarebbe aspettati un minimo di redazionali speciali per dare giusto merito a chi ha speso la sua creatività sull’opera.

Al di là della seconda e della terza di copertina, deliziosamente decorate con sketch a matita, non è presente neanche una semplice postfazione che dia spiegazione delle numerose citazioni e riferimenti sparsi per tutto il corso dell’avventura vissuta dai protagonisti, una scelta quest’ultima che probabilmente avrebbe reso l’opera apprezzabile anche da chi non è immediatamente capace di coglierne il senso.

In definitiva il lavoro di Nesme e Trondheim, si apprezza nel costante gioco citazionistico che si alterna di pagina in pagina e che pur non riuscendo a colmare una storia volutamente ingenua e smaccatamente ispirata ai cortometraggi animati di un tempo, può ugualmente appassionare il lettore portandolo a riprendere più volte la lettura per cercare di individuare qualche dettaglio o citazione sfuggita.

Non adatto a chi cerca qualcosa di più profondo ma sicuramente in grado di soddisfare gli occhi di molti e, in particolare, il palato di chi riuscirà ad affrontare il volume con un approccio nostalgico verso l’animazione Disney degli anni Trenta in modo da comprendere al meglio la semplicità con cui la trama si va dipanando attraverso i vari colpi di scena tipici del più classico stile dei cortometraggi dell’epoca.

Autore dell'articolo: Alessandro Mercatelli

Ho iniziato a “guardare le figure” dalle pagine di Topolino quando non sapevo ancora leggere. Le vignette di Scarpa, Carpi, Cavazzano e De Vita accompagnano la mia vita da sempre e mi hanno portato ad affrontare la lettura del fumetto sotto molteplici punti di vista. Amo alla follia la nona arte e adoro analizzarla in tutte le sue sfaccettature. Questa passione mi ha permesso di diventare giornalista e di collaborare con svariate emittenti e testate: dopo diversi anni passati a scrivere per alcuni quotidiani locali, da 11 anni scrivo su Leganerd, e da 25 faccio lo speaker radiofonico. Sono sempre pronto a mettermi in gioco per cercare di analizzare, condividere e confrontare le mie idee riguardo il meraviglioso mondo Disney e tutto il panorama di artisti che vi ruota attorno. Il mio sogno? Una casetta in Via dei Platani e una bella amaca in giardino!