Topolino 3466

30 APR 2022
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Topolino 3466

Se è norma di questi articoli analizzare direttamente il contenuto di un albo, è impossibile, a questo giro, non soffermarsi sulla copertina del 3466. Sotto la sapiente matita di Francesco D’Ippolito (nonostante l’errata corrige che riporta, invece, Andrea Freccero) e i colori di Andrea Cagol, esplode la bellezza del remake del Ritratto di Adele Bloch-Bauer I, nota opera di Gustav Klimt.

Al centro del quadro c’è “Adele” Senape, mentre all’esterno Fantomius e Lady Paprika vigilano (o forse ne pianificano il furto). A completare, si affianca la scelta della carta “anticata”: la copertina è stampata su un particolare cartoncino ruvido molto gradevole al tatto. Tra questa, le copertine degli albi precedenti e la variant del Comicon, in tre settimane abbiamo visto ben quattro copertine speciali.

La cover, ovviamente, accompagna la storia d’apertura: La notte di Fantomius, della notoria serie di Marco Gervasio. Primo episodio di una doppia storia in due parti (!), vede come protagonista effettivo l’ispettore Pinko, impegnato a redimersi dell’ennesima strabiliante impresa del ladro gentiluomo. Al centro dell’azione vediamo però un ritorno… dal futuro: Fantomius si è infatti appropriato della Bella Addormentata di Doug Duckan!

Questo doppio riferimento carpiato affonda le radici nella serie parallela di Paperinik dove, proprio di recente, abbiamo finalmente visto il quadro raggiungere la pace nel deposito di Paperone dopo cinquant’anni di vagabondaggio. Spostandoci nel passato scopriamo quindi anche le sue origini. La storia fila liscia e funge da inizio di un giro di danze di cui ancora non si comprende bene il percorso. A valorizzare l’impalcatura, un’affascinante riproposizione della mappa di Paperopoli e dintorni.

Era da molto che un intero numero non era composto solo da storie a puntate. Proseguiamo infatti con il secondo episodio de Gli urbani paperi, Il grande circo. Sempre scritta a due mani da Alex Bertani-Matteo Venerus, la storia continua nel suo ritmo totalmente diverso da quello della prima saga. Sacrificando le molteplici scenette umoristiche tipiche della scrittura di Venerus, infatti, la trama prosegue fitta su ben quattro livelli, uno per protagonista.

Vien voglia di andarci a mangiare

I ripetuti stacchi funzionano bene e non confondono il lettore accompagnandolo da Gastone a Nonna Papera o ai nipotini. E anche Tizio Caio conquista un ruolo da protagonista che non dipende esclusivamente dall’ex socio Paperone. Ai disegni un Emanuele Baccinelli sempre più una gioia per gli occhi, ed ormai saldo nell’Olimpo della generazione moderna. Le sue architetture sono solide, la sua griglia libera, i suoi paperi vivi.

Chiude la prima parte dell’albo il terzo e penultimo episodio di Amelia e le 7 streghe vulcaniche di Bruno Enna. La storia entra nel vivo e si avvia verso la chiusura, con un veloce excursus sulle varie spedizioni papere e la presa di posizione delle varie incantatrici. Ma, soprattutto, col ritorno in campo di Amelia, che finalmente lascia la casa della nonna per intervenire personalmente al fianco di Grilla, e di cui finalmente scopriamo il sogno segreto e che forse era meglio fosse rimasto tale.

Ciò che risulta evidente di queste sette streghe è che la loro fama di potenze della natura non regge davvero nel momento in cui andiamo a vedere le loro azioni, ma soprattutto le loro ambizioni. L’ultima, proprio Grilla, ci rivela infatti di avere una… cotta per Babbo Natale. Si affianca quindi alle altre e la loro funzione di personaggi secondari con gag allegate, lasciando solo Irma ad essere davvero una figura minacciosa per i lettori. Ai disegni Roberto Vian mantiene la qualità mostrata fino ad ora, senza particolari guizzi, se non l’abuso del puntinato, tecnica che se potrebbe dare un valore aggiunto ad alcune atmosfere della storia, inizia ad affaticare la vista.

La seconda parte dell’albo è composta da una sola storia divisa in quattro parti. Pluto e l’inseguimento canino è una storia da magazzino di Gabriele Panini e Libero Ermetti, probabilmente ideata per essere distribuita su altrettanti albi. La storia è lineare, senza particolari inversione di marcia o twist, ma è interessante confrontarla con la più recente produzione di Ermetti, anni luce avanti queste già validissime pagine. Divertenti alcune gag, che rientrano nel generale tono allegro della trama.



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Autore dell'articolo: Andrea Pasti

Andrea Pasti cresce leggendo Topolino per tutta la vita. All'età di diciotto anni appende i fumetti al chiodo, per poi riprendere nel 2019 dopo aver conseguito la laurea in Scienze Geologiche. Come Leo Ortolani non ha ancora trovato una concreta applicazione del suo indirizzo.