Paperinik Cult 51

Numero di Paperinik che offre davvero molto poco fin dalla copertina, banale come idea e piena di “strilli”. L’albo è costellato da storielle incredibilmente scialbe, tutte prodotte agli inizi del nuovo millennio, le quali, una volta letta la parola “fine”, vengono subito dimenticate. Si inizia con una inedita disegnata dal gradevole Giampaolo Soldati, “Paperinik eroe in miniatura” e, difficile a credersi, questa può essere considerata una tra le migliori dell’albo, insieme a Paperinik per un giorno e Paperinik e la smemoratezza perniciosa, storielle molto semplici, entrambe sceneggiate da Marconi, che riescono però a strappare qualche sorriso. Ci sono poi Paperinik e il nemico burocratico e Paperinik e l’impresa a tassametro, le storie peggiori del numero, tutte due con trame inconsistenti, schiocche e a tratti confusionali. La cosa che più dà fastidio è il vedere Paperinik impegnato in storielle come queste, quando “solo” undici anni prima si trovava a combattere contro “Inquinator”, o tornando ancora più indietro nel tempo, sventava gli imbrogli dello zio Paperone. E allora, direte voi, per quale motivo hai speso due euro e ottanta, ben sapendo che non ti potevi aspettare molto dagli anni in cui sono state prodotte le storie? Per le storie finali: Toyland (seguita dalla breve “Primo appuntamento”) e Un mondo perfetto (presentata insieme a “Questione di fiuto”). Queste quattro storie provengono dalla terza serie di Pikappa, e la scelta di vedere pubblicate le storie di due numeri della vecchia rivista mi ha favorevolmente colpito… si spera si continui così anche nei prossimi numeri, vista la qualità delle storie che compongono il resto dell’albo. “Toyland”, pur avendo buoni spunti, non riesce a coinvolegere più di tanto, al contrario di “Un mondo perfetto”, supportato anche dagli ottimi disegni di Sciarrone. Insomma, numero questo da lasciare assolutamente in edicola, per chi non avesse deciso di seguire la saga della terza serie di Pikappa.

Autore dell'articolo: Duck_Fener