Gli anni d’oro di Topolino 11

31 MAG 2010
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Avevamo lasciato Topolino e Eta Beta alle prese con l’atombrello e le spie, ora, forse per allentare un po’ la tensione creata dalle due storie precedenti, arriva l’avventura “Topolino e il processo di Eta Beta” composta per la maggior parte di gags autoconclusive sul problema dell’integrazione dell’alieno Eta Beta nella società americana. Anche in questa storia non mancano caustici spunti d’ironia da parte del duo Gottfredson-Walsh, come nella caratterizzazione dello psicologo austriaco incaricato di decidere sulla sanità mentale di Eta Beta.
La storia seguente, “Topolino e lo strano potere di Flip“, vede il ritorno di Gambadilegno (per l’occasione con la sua vecchia gamba in legno) che tenta di sfruttare a suo vantaggio le capacità di Flip, il cucciolo di Eta Beta, che in seguito ad una malattia (la zizzosi) ha acquistato la capacità di far dire la verità a chiunque gli stia vicino. Questa sua qualità farà sì che la confessione di Gambadilegno alla fine dell’avventura sia piuttosto corposa: dopo tre giorni di interrogatorio il villain sta ancora raccontando di un assalto al treno compiuto all’età di sedici anni…
E veniamo al “pezzo forte” del numero: “Topolino ed Eta Beta nel Pianeta Minorenne“. Quest’episodio fantascientifico, che potrebbe essere giudicato poco originale e basato sulle riviste di fantascienza di “serie B” dell’epoca (le cosiddette riviste pulp), va invece letto tenendo presente il periodo di guerra fredda in cui si colloca. I trigilioni potrebbero essere visti come i russi (del resto sono degli orsi, e l’orso è l’animale simbolo della Repubblica Sovietica) mentre gli umani senza volto potrebbero rappresentare gli americani, minorenni ed incapaci di battersi. Con la chiave di questa metafora, la storia presenterebbe molti aspetti molto interessanti che meriterebbero un maggiore approfondimento: ad esempio quando Topolino ed Eta Beta sono sul punto di essere giustiziati vengono salvati dal ripetersi della storia di Pocahontas, uno dei miti più amati della storia americana, però va notato come anche in questo caso Gottfredson e Walsh non si lascino sfuggire l’occasione di parodiare il mito: la principessa che salva loro la vita è (per usare le parole di Antonio Faeti nel suo fondamentale “In trappola con il Topo“) “un’orsetta lardosa e butirrosa, orrenda e innamorata di Mickey” ben diversa dalla principessa indiana che salvò John Smith.
Nell’episodio successivo, “Topolino e Eta Beta nel Texas“, Mickey torna nuovamente nel west, ma è un west profondamente diverso da quello delle prime avventure, ora ci sono indiani che viaggiano in spider e cow-boys organizzatori di vacanze tutto-compreso che si rivelano truffatori (tematiche già accennate in “Topolino e Billy il Topo”). In compenso i due riescono a scovare un paesino abbandonato che sembra evocare ancora qualche sensazione dei tempi andati, ma anche quello si rivelerà essere il covo di una temibile banda impegnata a sfruttare una miniera di “tredicite”, una prodigiosa sostanza in grado di donare la giovinezza. A capo di questa banda c’è una vecchia donna che, grazie agli effetti della tredicite, si trasformerà in un’affascinante (e mortale) fanciulla, per la quale Topolino nuovamente perderà la testa. Alla fine dell’avventura, però, il crollo della miniera seppellirà per sempre il prezioso materiale e la temibile banda di assassini: il vecchio e selvaggio west è ora stato sepolto per sempre, con i suoi miti ed i suoi misteri.
Chiude questo volume “Topolino e la Banda della Morte“: la storia prende nuovamente spunto dalle mirabolanti capacità di Flip, che ora è in grado di fiutare un crimine anche a chilometri di distanza, anche se in maniera del tutto indipendente dalla gravità dello stesso. Messe in allarme da questa sua capacità diverse organizzazioni criminali decidono di eliminare Flip con ogni mezzo. Investigando su uno di questi tentativi Topolino ed Eta Beta finiscono nella villa di Angelo Agnello, un bellissimo personaggio che sotto la sua facciata di benefattore nasconde la ben più avviata attività di criminale internazionale che ha accumulato nei sotterranei della sua villa un enorme quantitativo di denaro liquido (che ricorda il deposito di Paperon’ de’ Paperoni, realizzato da Carl Barks in quegli stessi anni).
Poco più su ho definito la storia del pianeta minorenne come “pezzo forte” del volume, ma mentre scrivo mi rendo conto che anche la storia del west e “La banda della morte” sono dei veri e propri capolavori… Che meraviglia questa collana!!

Autore dell'articolo: Paolo Castagno

Sono appassionato lettore e collezionista di fumetti Disney sin da quando ho imparato a... guardare le figure. Il Papersera - sia il sito sia l'associazione - sono per me motivo d'orgoglio!