Paperinik Appgrade 4

05 GEN 2013
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Introdotto da una bella copertina di Andrea Freccero – una sorta di soggetto “tecnofantasy” – questo quarto numero della testata si apre con l'inedita Paperinik e il rifugio sottozero (Sisti/Gervasio), storia molto “invernale” e dal ritmo sostenuto: tutta la vicenda si snoda infatti in appena un paio d'ore, e tutto ruota attorno al mitico rifugio sotterraneo di Paperinik, ove lo stesso rimane… bloccato; anche se molto lineare nello sviluppo, la storia appare di buon livello, e graficamente Gervasio non delude affatto. Da notare, peraltro, l'articolo di approfondimento pubblicato a termine dell'inedita e dedicato proprio al rifugio sotterraneo del protagonista.

A confermare la sensazione che il rifugio sotterraneo sia una delle tematiche portanti del numero troviamo anche altre storie, come Paperinik e lo sfratto rovinoso (Panaro/Gatto) e la breve Paperinik e l'imprevisto sotto casa (Enna/Gula): la prima tratta del non innovativo tema di Paperino sfrattato da casa ed in ansia per la segretezza del suo rifugio, a rischio di esser scoperto dai nuovi affittuari della villetta; storia ottimamamente disegnata da Gatto, dalla trama piuttosto semplice e lineare ma, al contempo, verosimile e che mette in mostra un Paperinik quasi “detective”. La seconda del duo, invece, ripercorre – seppur con ambientazione estiva ed incipit differente – la stessa tematica dell'inedita, ovvero Paperinik bloccato suo malgrado nel rifugio segreto: seppur consti di appena 12 tavole, risulta gradevole e divertente. Anche Paperino e la vera identità di Paperinik (Mainardi/Pastrovicchio) rasenta la tematica del rifugio segreto, anche se questo serve solo da incipit per una storia che si spinge ben oltre, tentando di approfondire il rapporto fra Paperino ed il suo alter ego da una prospettiva alquanto originale: cosa farebbe Paperino se non ricordasse di essere Paperinik? La storia fornisce una risposta interessante e risulta davvero di buon livello, per quanto molto “sui generis” come storia del papero mascherato.
In mezzo alle storie sul rifugio si colloca Paperinik e i problemi della “duplicità” (Panaro/Arcuri), che mette in evidenza le difficoltà e la pesantezza del vivere la doppia vita di un supereroe: Paperino risente della fatica delle notti passate di ronda, mentre Paperinik degli impegni diurni di Paperino; il solito Archimede sembra risolvere il problema, ma… la storia insegna che l'abuso non è mai la soluzione.
Ultima delle ristampe è QQQ e il super zio (Secchi/Perina), che riprende il tema dell'identità segreta già affrontato in Paperino e la vera identità di Paperinik: a differenza dell'altra, però, qui lo spunto iniziale appare alquanto banale e non certo innovativo, con i tre nipotini che scoprono – o pensano di aver scoperto – la verità sul loro zio; di fatto la storia si snoda sui binari dell'impegno di Paperino nel tentare di smentire la convinzione dei nipoti, e Paperinik fà solo da sfondo alla vicenda.
Si giunge, cosi, alla storia cult Il doppio trionfo di Paperinik (Martina/De Vita): pur monca della prima tavola della seconda parte, la prima storia del “professore” disegnata da De Vita appartiene intimamente al ciclo di storie che caratterizzano il primo periodo del personaggio. Vendicatore e alquanto scorretto – rendendosi responsabile di un vero e proprio furto – Paperinik agisce in favore di Paperone a danno di un Rockerduck questa volta incolpevole; a ben vedere, tuttavia, egli non è l'unico a non far bella figura: da Paperone che approfitta della situazione, a Gastone che brinda alla carcerazione del ricco zio, ai cittadini banderuole, in tanti non brillano per onestà – eccezion fatta per gli irreprensibili nipotini – e la vera vittima finisce per essere proprio quel Rockerduck ingiustamente privato di un cimelio che aveva tutto il diritto di detenere, e con esso tutto il prestigio derivantene. Questa connotazione del protagonista durerà ancora per poco, il suo essere “vendicatore” si diluirà pian piano in un più blando “giustiziere”, e ciò rende questa storia davvero meritevole di esser letta ed apprezzata.
In conclusione: si tratta di un numero di ottima fattura, a cominciare dalla cover spettacolare e proseguendo con una buona inedita, una selezione dove nessuna storia si colloca al di sotto della sufficienza ed un cult veramemte tale, con un protagonista epico nelle sue gesta.

Autore dell'articolo: Gancio