L’opera omnia di Romano Scarpa vol. 10
Continua la cronologica dedicata a Romano Scarpa, e in questo volume vengono pubblicate cinque storie da autore completo, un paio di Cimino, e poi l’usuale presenza dei Barosso, di Martina e di Pavese, veri mattatori in quegli anni ’60. Gli articoli trattano in maniera molto interessante il rapporto tra Barks e Scarpa, le vicende americane di Filo Sganga e un focus su Ben Bubbola e Giorgio Bordini.
Le trame di Scarpa in questo numero sono piuttosto interessanti, specialmente le tre che riguardano Gancio il Dritto. L’autore veneziano rilancia il personaggio creato per le tavole domenicali da Bill Walsh e Manuel Gonzales utilizzando lo stesso sistema che Guido Martina aveva utilizzato anni prima per adattare e unire tutte insieme le Sunday Pages, in modo da creare un’unica storia. Così Scarpa scrive storie in cui Gancio incontra e vive avventure con diversi personaggi: da Pippo e Orazio e Topolino e Pluto, da Minni e Clarabella a Eta Beta e Gilberto, fino ad arrivare ad Atomino Bip-Bip e Gambadilegno. Tutto questo in appena 20 tavole. Una costruzione solida della storia permette a Gancio di non annoiare e di costruire una sua precisa personalità. A questa modalità di storia ad incastrarsi si ispirerà, in maniera aguzza e convincente, anche Luca Boschi con un paio di riuscite storie.
Ancor più riuscito è però l’avvincente giallo del Vortice ipnotico con la mitica coppia Topolino-Pippo, ambientata in un claustrofobico hotel, degna ambientazione alla Agatha Christie. La competizione culinaria poi (ambientazione piuttosto attuale) mette in scena tutte le invidie e le ambizioni personali, con un Pippo al solito capace di strabiliare. Storia meno nota, ma avvincente e intrigante, con uno Scarpa capace di gestire bene l’aspetto thriller e quello di humor.
Cimino è al solito un fuoriclasse, mentre i Barosso mettono su delle buone trame. La breve storia dello Studio Program mette in scena un avido Filo Sganga, e la presenza di Biancaneve rende tutti più lieti.
Per quanto riguarda le versioni abbiamo la maggior parte delle storie con i colori originali (o rifatti appositamente, ma correttamente piatti), le eccezioni (con i colori da Paperino) sono “Il pallone diamantifero”, “Sorvegliante a vista”, “L’affarone d’occasione” e “La pesa dei gioielli” (con colori e lettering da Zio Paperone).
Un buon numero, che ben bilancia le diverse anime della produzione disneyana di Scarpa. Il buon apparato editoriale fa il resto.