L’opera omnia di Romano Scarpa vol. 15
Un buon numero della collana, con tanta varietà di storie e di tematiche. Ad aprire le danze è Paperin Fracassa, parodia dell’opera di Gautier. Martina, sempre a suo agio nel parodico, sceglie un approccio contemporaneo, innestando però una serie di comprimari assolutamente fiabeschi, come Biancaneve e i Sette Nani, lo Stregatto e il Gatto e la Volpe, tutti mutuati dai lungometraggi disneyani. Il Professore non disdegna atmosfere forti, proponendo sentimento, debolezze fisiche e psicologiche, e terribili prove, come quella delle celeberrime pere. Una storia molto bella e toccante in più punti, spietata nel presentare il dolore umano e magistrale nel portarci un Paperino epico, eroico e forte, sia in solitaria con la struggente scena del cerbiatto iniziale, che con la dolce Biancaneve.
L’altra prova importante del numero è l’entrata in scena di un nuovo personaggio, Paperetta Yè-Yè, ad opera di Scarpa. Riesumando filologicamente Doretta Doremì, l’autore veneziano omaggia, da un lato, la modernità anni ’60, e dall’altro propone un inedito scontro fra vecchia e nuova generazione, in maniera molto più marcata che con Paperino o i troppo giovani Qui, Quo e Qua. La storia è brillante e Scarpa sa ben gestire un ricco cast.
Anche con un suo altro personaggio, Filo Sganga, Scarpa scrive una buona storia, mentre Cimino serve, come al solito, un paio di ottime sceneggiature, come quella del Soldato di Ventura.
Niente portfolio nel volume, ma un interessante articolo dedicato alla creazione di Paperetta e alla morte di Walt Disney (eventi accaduti nello stesso periodo).
Come colorazione solo il “Concorrente industriale” e il “Poeta sopraffino” utilizzano una colorazione moderna riciclata. Invece i “50 depositi” e il “Soldato di ventura” sembrerebbero avere le pagine "dispari" colorate correttamente appositamente per questa edizione.
Un buon numero, con un buon apparato critico, fra cui quello dedicato al rapporto tra Martina e Scarpa e i retroscena sulla sua presenza in Disney.