L’opera omnia di Romano Scarpa vol. 27
Un numero che riserva una mega scorpacciata di storie dello Studio Disney, per cui, chi ne fosse indigesto, è meglio che eviti come la peste questo numero. Nei primi anni ’70 Scarpa era davvero abbonato a questo tipo di storie, sarebbe interessante capire come mai. In ogni caso, per quanto la qualità sia un po’ ondivaga, qualche aspetto meritorio c’è.
Nei pirati dell’aria ritorna il professor Zantaf, mentre nel figlio adottivo assistiamo alla rara tematica di padre e figlio, quasi inesistente in Disney. Un po’ di intriganti sfide tra Paperone e Rockerduck, nel campo edilizio e in quello venatorio, fanno divertire grazie al vulcanico Dick Kinney.
Passando al territorio italiano, ci scontriamo con la storia di Martina che intitola il volume. Il Pesce robot è importante per la sua stringente correlazione con l’attualità dell’epoca, fatta di rapimenti, figli dei fiori e miliardari in scacco da crudeli criminali. L’inedita componente è data dal fatto che il rapito sia un personaggio piuttosto fastidioso, avversato anche dai buoni Topolino e Pippo.
Uno sconclusionato, come al solito, Fanton non aggiunge molto. Più interessante è l’unica storia da autore completo di Scarpa del volume, ovvero il ricettario abbuffatorio. Non è solo un’altra occasione per utilizzare Paperetta Yè-Yè, ma un modo per orchestrare con efficacia un’avventura quotidiana molto corale, in cui Scarpa sa usare con destrezza tutto il cast paperopolese. Memorabile poi la gag di Sganga che rischia di esplodere.
Per quanto riguarda le versioni la Caccia al Puka, l’Alligatore d’oro, i Depositi gemelli, la Grande bicchierata e il Ricettario abbuffatorio sono edizioni tratte da Zio Paperone, con colori sfumati e lettering rifatto. Il portfolio è dedicato a Marlene Duck.
Grazie come sempre a Sprea e al suo sito per le utili precisazioni.