Topostorie 7 – Halloween!

05 NOV 2014
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La solita bella copertina di Perina ci introduce a questo settimo numero di Topostorie, testata curata ma che deve dibattersi tra due problemi: un prologo con troppe poche pagine a disposizione (tra le 20 e le 22) e una marea di storie da collegare (in questo numero sono ben undici). Troppe per poter realizzare un lavoro interessante e Marconi è qui costretto, come spesso è accaduto, a far partire il solito teatrino dei ricordi, tutti legati ovviamente a passati Halloween. E il potenziale sarebbe ampio, perchè la testata non si fa problemi da pescare da svariate provenienze: qui abbiamo storie da Zio Paperone e dal Mega, con Barks pubblicato a quattro strisce e chicche interessanti.
Il perno del volume è questa storia danese dell'ultimo e dinamicissimo Branca, forse il suo periodo più personale. Ciò che lì accade è il motore dell'albo, che costringe i paperi ad un viaggio fino a Topolinia per parlare con Pippo e Nocciola, in una piacevole commistione di mondi. E unico modo, d'altronde, per collegare così tante vicende, che purtroppo non accadono mai in fieri ma solo nel passato della memoria.
Il pezzo forte del volume è chiaramente le forze occulte di Carl Barks, nella sua versione originale non censurata, ormai da anni quella utilizzata. Lo scatenato adattamento del corto americano permette al maestro dell'Oregon di orchestrare una classica battaglia tra Paperino e i nipotini con in aggiunta l'elemento magico. La testardaggine del papero è più che viva e l'atmosfera quasi dark e spiritica coinvolge il lettore. Il mostro Smorgasbord è la ciliegina sulla torta, magnifica rappresentazione di tutti gli incubi. E Nocciola viene utilizzata benissimo, come farà in seguito Bottaro. Qui abbiamo la classica fattucchiera, che proverà a convincere Pippo con i modi più folli. Di questa storia parleremo prossimamente, perchè è stata pubblicata anche nel primo numero della nuova testata “I migliori Anni Disney” in uscita negli stessi giorni (ed è una sovrapposizione assai grave). Mentre invece, su testi di Michelini, c'è la prima ristampa della bella Pippo Halloween, in cui l'autore di Rapallo si concentrava sui suoi amati personaggi con un gusto scatenato per le distorsioni e i meravigliosi colori pastello. Davvero una grande prova, purtroppo una delle ultime.
Dall'America arrivano ancora un'altra scatenata, storia di Barks, una sua classica ten – pages, e una vicenda scritta e disegnata dal grande Don Rosa, per la prima volta ristampata. I pasticci di zucca lasciano che siano le gag slapstick a predominare, in una folle battaglia con il vicino Jones.
Le altre storie non risultano particolarmente memorabili, sia le danesi che le italiane. Si fanno notare il tratto pulito e guizzante di Pier Paolo Rovero, autore completo, e una vivacissima sarabanda festaiola al deposito di Zio Paperone, con un frenetico Andrea Ferraris su testi di Sarda.
Insomma, un numero che ha il pregio di pubblicare storie non scontate, anche se poi si pesta i piedi con pubblicazioni concomitanti. E il prologo va inevitabilmente in secondo piano, annegato da troppe storie non tutte molto valide. Probabilmente un modo per dare più spazio e più senso al prologo non è dargli più pagine (cosa che probabilmente non è prevista perchè economicamente non sostenibile), ma far sì che sostenga quattro o cinque storie di carattere, in due tempi, in modo che ci sia quindi più respiro nei vari intermezzi, magari prendendo in considerazione anche un piccolo taglio del numero complessivo di pagine del volume. La testata avrebbe più forza e davvero sarebbe come leggere un solo romanzo, senza inutili e ripetitive digressioni.
Se Topostorie vuole essere come i primi Classici, dovrebbe scegliere con molta cura le storie da pubblicare, scegliendo il meglio, con un prologo che le valorizzi, lasciando che siano altre testate, Big in primis, a pubblicare non solo da Topolino. In questo modo, il filo conduttore acqusiterebbe più senso, e le ristampe sarebbero più pregnanti, creando qualcosa di memorabile. Le tre stelle sono di buon auspicio per un auspicabile cambio di passo.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.