L’opera omnia di Romano Scarpa vol. 47

08 DIC 2014
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La copertina indica l’importanza di questo volume. Per la prima volta, dopo 22 anni, viene pubblicata Ciao Minnotchka, ultima delle quattro strip stories di Scarpa e, per certi versi, il suo testamento artistico. Omaggio in parte al film con la Garbo, in parte accesa satira politica (e fu questo a determinarne il limbo per anni), nei fatti si tratta di una spy – story con venature thriller e drammi storici, in cui i personaggi, soprattutto quelli secondari, sono costruiti con cura e garbo, risaltando e rimanendo impressi nella mente del lettore. Il re Ilja Topovic e il suo trono, Sberleff e la sua avidità, la fedele Minnotchka ovviamente: tutte tessere di un mosaico prezioso, in cui Topolino si presenta come integerrimo occidentale, cittadino onesto e sincero che vede nella democrazia e nella libertà personale i valori più importanti. Gli intrighi di corte, già presenti nel Re Sorcio e nel Tapioco VI, e il tocco sentimentale e dolce con cui Scarpa lievemente condisce la storia permettono alla vicenda di correre veloce, tra analisi psicologiche, flashback affascinanti e veri rapporti interpersonali. La critica al comunismo, vero motivo della mancata ristampa, è in effetti un centro della vicenda, specialmente nella maturazione del personaggio femminile co – protagonista. Il finale, forse troppo “americano” nell’amata Eurodisney, possiede però quelle caratteristiche che molte produzioni cinematografiche disney avevano, tra cui il fine di esaltare l’identità americana. Resta però una grande storia, memorabile per costruzione e ritmo, in cui il saluto con l’indice è solo una parte.
Il resto del volume prosegue con storie di altre sceneggiatori, tra cui la lunga e particolare ricerca della copertina di Topolino 2000. Storia corale e promozionale ben gestita da Panaro, si fa apprezzare per il lato metafumettistico e per la felice commistione di generi, con episodi autonomi ambientati in varie città italiane. L’ultimo in particolare è un vero gioiellino, con miraggi e visioni hitchockiane. Notevole la vicenda con Brigitta, mai banale e per nulla scontata, capace di far credere ad una svolta inaudita. Gli scherzi a parte, pur legati alla trasmissione televisiva, sanno essere indipendenti, oltre a creare efficaci momenti divertenti. Infine, il ritorno di Topolinda, pur ben servito dalla brava Claudia Salvatori, non contiene quegli aspetti di mistero e di azione che invece erano presenti nella collana Chirikawa.
Proseguono le storie di Angelino, interessanti per completezza ma nulla più. Completano il volume le immagini legate alla strip – story e le schede per Giorgio Ferrari, Sandro Zemolin e la stessa Salvatori.
In definitiva un numero importantissimo con buonissime storie, più una vicenda che si pensava sepolta nel tempo e che invece, pur con un’inevitabile versione scansionata, riemerge più forte, bella ed attuale che mai.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.