Paperinik Appgrade 30

05 MAR 2015
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Il numero 30 di Paperinik AppGrade si apre come al solito con una bella e dinamica cover, evidentemente ispirata all'episodio della storia inedita, Paperinik e la trasferta astrale – Predatori e prede. Subito appresso troviamo un breve editoriale della De Poli, dedicato al sondaggio lanciato nel numero precedente relativo alla migliore tra le 29 cover fino a questo momento apparse – dove “la direttora” ci svela la sua preferita.
L'inedita del numero è il terzo episodio della mini-serie ideata da Sisti che porta il papero mascherato a spasso nel cosmo in compagnia di nuovi personaggi. Si punta in misura minore sull'aspetto ironico, a vantaggio di più azione e dinamicità, senza per questo rinunciare alle gag. La storia procede bene, confermandosi una delle migliori inedite apparse su questa testata; segue un divertente articolo di approfondimento relativo ai personaggi visti in questo episodio, simpatica iniziativa già vista anche per altre delle storie inedite.
Passando alla selezione delle ristampe, cominciano – purtroppo – le dolenti note: Paperinik e la scheggia orbitale è la prima della serie di storie su commissione che sponsorizzavano il gadget “armadillo“; curiosamente ristampata dopo che, nel numero precedente, era già stato proposto il secondo episodio, si tratta di una storia banale, oserei dire quasi infantile, nello sviluppo della vicenda, con alcuni passaggi non sembrano avere una logica spiegazione, insomma davvero una brutta pagina della vita editoriale del papero mascherato.
Si prosegue con Paperinik e il grande sonno, dove il papero mascherato si butta in un'impresa dal chiaro sapore “sociale”, impegnandosi a favore dei senza-tetto di Paperopoli: a ben vedere il restare sveglio ben 72 ore consecutive non è impresa da poco e, come vedremo, neppure per un dormiglione professionista qual è l'alter ego di Paperinik. Storia tutto sommato discreta, anche se poco ha a che vedere con la vera natura del personaggio.
Con Paperinik e il risveglio del ripulitore si ritorna ad un Paperinik in veste tipicamente supereroistica: il papero mascherato si trova ad affrontare una seria minaccia di origine aliena, riuscirà nell'impresa grazie al solito aiuto di Archimede. Questa storia ricorda, in alcuni elementi, La minaccia di Dynamo, anch'essa di Faraci e praticamente coetanea; certamente una buona storia, peccato per il grossolano errore che ha portato a stampare il prologo alla fine della vicenda: dispiace vedere simili macroscopiche disattenzioni in una testata cui sembra che la Panini punti molto.
Alla prima ristampa è Paperinik e la giravolta temporale che vede il protagonista in compagnia di Archimede portato indietro nel tempo in piena epoca western: storia di poche pretese dove il protagonista si confronta facilmente con i bulli locali grazie alle sue superarmi; simpatica la scena del classico duello dove il nostro ha la meglio grazie… agli stivaletti a molla.
Ultima ristampa prima della cult è Paperinik e il leggendario metropolitano, dove il protagonista deve vedersela con un antagonista esperto in effetti speciali: storia tutto sommato discreta, che mostra dei paperopolesi particolarmente creduloni ed un Paperinik che ritorna al ruolo di giustiziere.
Infine, a chiudere in bellezza l'albo troviamo Paperinik e la banda dei dodici, ultimo lavoro della coppia Martina/De Vita: si tratta di una storia nello stile tipico del Professore, densa della scorrettezza che anima i suoi personaggi, con dialoghi frizzanti ed incisivi, dal ritmo incalzante. Da Paperino e nipoti che nemmeno si preoccupano della salute dell'anziano zio, ad un Paperone talmente avido che prima non ricompensa il nipote per avergli salvato il patrimonio e poi nemmeno si vuole occupare del suo rapimento, da un Paperino che si gode la prigionia con annesse abbuffate (senza pensare alla preoccupazione dei nipotini) ad un Paperinik che estorce a Paperone un mese di villeggiatura minacciandolo di disintegrare il suo denaro, sembra quasi che la scorrettezza dei paperopolesi cresca con l'avanzare dell'età. Con questa storia ritroviamo (finalmente) un Paperinik tipicamente vendicatore che, alla fine di tutta la vicenda, è quello che ride per ultimo.
In conclusione, un numero discreto, certamente nella media di una testata che ha proposto ben pochi numeri di livello elevato e molti più numeri “onesti ma niente di più“; l'inedita, la ristampa faraciana e la cult sono quelle che cercano di mantenere alto l'onore a fronte di altre storielle discrete ed una davvero pessima.

Autore dell'articolo: Gancio