I Grandi Classici Disney 320

25 LUG 2013
Voti del fascicolo: Recensore: Medio: (3 voti) Esegui il login per votare!

Ancora un ottimo numero, appena indebolito da due storie straniere dedicate a Zirlino, il leone pecorino e Leonardo leone gagliardo che lasciano abbastanza poco alla lettura (se si esclude una certa tenerezza filiale nella prima). Poco da eccepire, anzi tutto da gustare, sul resto della selezione, che apre con Zio Paperone e l’asteroide minerario della coppia divina Pezzin/Cavazzano, storia divertentissima ricca di tocchi di stile nei dialoghi come nei disegni.
Segue un grande viaggio martiniano (purtroppo tagliato e censurato) nella preistoria e nella storia pippide (ma soprattutto nella reiteratamente denunciata violenza della storia umana) animato da un Massimo De Vita già sublime.
Stupisce -ma positivamente!- l’apertura delle Superstar con due simpatiche brevi
barksiane che preludono alla portata principale della sezione, Topolino e il leone mascherato, una delle felicissime occasioni in cui i fratelli Barosso concedono alla loro purissima comicità anche il respiro dell’avventura. Sorvolando sulle già dette leonine troviamo Pluto eroe del circo, una storia non convenzionale e neppure eccezionale, ma comunque gradevole e fra le rare punte di originalità della produzione di Don Christiensen.
E si scivola infine nella maestosa sezione finale: Paperino e il leone americano, Zio Paperone e le fragole di Brigitta, entrambe ciminane, entrambe sublimi benché così diverse fra loro (memorabili le scene fra Paperino e il puma che non ha cuore di uccidere), e
Zio Paperone e il ricovero antifungo, storia allucinata dalla minaccia nucleare e molto ben condotta nella sua brevità, soprattutto per i dialoghi che riservano la consueta sapienza dalmassiana.
Un numero davvero gustoso, insomma, che trasforma in certezza l’impressione di trovarci finalmente di fronte ad un nuovo periodo d’oro!

Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.