Paperinik 4

05 APR 2017
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Dopo i primi tre numeri del nuovo ciclo della testata che avevano, in un certo qual senso, giustificato lo sbandierato “cambio di rotta”, con questo quarto numero “si torna all'antico”, per più d'una ragione, come vedremo.
Si inizia con l'inedita Paperinik e il forziere conteso (Moscato/Asaro) che, dopo le buone danesi dei primi tre numeri (e questa è la prima delle ragioni cui accennavo), ci riconsegna la solita storia stretta nell'asfissiante limite delle 20 tavole: Roberto Moscato imbastisce, di conseguenza, una trama molto rapida che cerca di minimizzare la percezione dell'esiguità delle tavole, peraltro con buoni risultati, ma di fatto sembra non esser cambiato nulla rispetto ai tempi dell'Appgrade.
La selezione delle ristampe si apre con Paperinik e l'altro Paperino (Salati/Mazzon), storia dal taglio fantascientifico che vede il nostro protagonista proiettato in una dimensione parallela non troppo diversa dalla sua, se non per un dettaglio: seppur con una certa leggerezza di fondo, la vicenda è ben strutturata ed anche graficamente non presenta pecche. Si prosegue con Paperinik e lo strano caso del Coniglio Pasqualino (Marconi/Deiana) che, come il titolo lascia chiaramente intuire, più che una storia tradizionale del papero mascherato, costituisce un simpatico omaggio alle festività pasquali, un po' come è più spesso avvenuto per quelle natalizie.
Tra le migliori del numero si annovera certamente Paperinik e il progetto super eroe (Enna/Barozzi), che esalta il lato più prettamente supereroico del protagonista, alle prese con una situazione tutta scoprire nella sua effettiva realtà: tra robottoni, misteriosi “colleghi” e devastazioni assortite, il buon Paperinik avrà le sue gatte da pelare per riportare la calma a Paperopoli. Molto più “tradizionale” risulta, invece, Paperinik e il doppio colpaccio (Concina/Gatto), dove i bei disegni del Maestro Luciano Gatto fanno da sfondo ad una vicenda che ripropone il clichè dell'amnesia del protagonista alle prese con dei Bassotti guidati da un “capobanda” molto determinato creato per l'occasione: è la storia più “anziana” dell'albo, e lo si avverte, ma nel complesso resta un buon esempio del Paperinik più “classico”.
La storia migliore del numero è indubbiamente Paperinik e il testimone scomodo (Enna/Scala): Bruno Enna imbastisce una trama di genere gangster dove il compito del protagonista sarà quello di vegliare sul “testimone” di cui al titolo… o almeno proverci! Tra tanta azione, molte gag, un simpatico tormentone e dei disegni veramente dinamici ed espressivi, questa storia risulta un ottimo connubio di elementi divertendo il lettore sino all'ultima vignetta.
Si arriva cosi alla storia guest Paperinik e il ritorno di Inquinator (Pezzin/Gottardo) e, quasi a voler idealmente chiudere il cerchio, ecco che la storia conclusiva dell'albo ripropone ragioni di perplessità sull'effettività del “cambio di rotta” della testata: ed infatti, se i primi tre numeri avevano avuto il pregio di presentare (nella sezione guest) il ciclo di Spectrus in maniera ordinata e (quasi) completa – situazione del tutto sconosciuta al vecchio Appgrade – ecco che già da questo quarto numero le buone intenzioni sembrano perder slancio, ritornando il criterio della casualità con un Inquinator introdotto con la sua storia conclusiva; oltretutto, ad aggravare la gravità della scelta sta la considerazione che il “ciclo” principale di inquinator, al netto delle sue comparsate negli Ultraheroes, consta di appena due sole storie, dunque sarebbe bastata davvero poca attenzione per far le cose per bene.
In conclusione, questo quarto numero reca seco delle storie sufficienti, variegate e tutte, dall'inedita alla guest, di discreta qualità, pure con qualche picco, ma di fatto la sensazione che assale a lettura terminata è che la ventata di novità rispetto all'Appgrade si sia già esaurita e che il futuro prospetti un ritorno ad inedite che si dimenano tra l'esiguità delle 20 canoniche tavole a disposizione e storie-guest riproposte assolutamente a casaccio pure quando un proprio ordine sussisterebbe.

Autore dell'articolo: Gancio